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Villa Maiella. Nella nuova stella d’Abruzzo si officia il sacro rito della memoria

giovedì, 03 Febbraio 2011 di

Governare una famiglia è poco meno difficile che governare un regno. (Michel de Montaigne)

Confesso subito che sono di parte! Peppino è un amico, di quelli veri: un abruzzese caparbio e forte che ha saputo creare alle pendici del versante chietino della Maiella una casa tra le più accoglienti e preziose d’Italia. La famiglia Tinari a Guardiagrele officia il sacro rito della memoria, ai fornelli Angela coordina tre generazioni al lavoro e si sente, eccome se si sente! Una costruttiva dialettica della cucina italiana, che partendo dai saperi della cucina abruzzese, li rielabora e miscela alle più moderne tecniche della cucina italiana moderna.

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Gli ingredienti sono quelli da sempre: semplicemente il meglio che questo spicchio di paradiso sa offrirci. I prodotti migliori e le conoscenze più preziose. E quando un prodotto non si trova a livello, non ci si ferma: lo si realizza e produce in proprio. Provate i salumi e le carni di maiale nero che la famiglia Tinari alleva, o l’olio fragrante degli ulivi di famiglia, o le verdure dall’orto: Capirete cosa intendo…

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Ma la cucina di Villa Maiella non è solo materia prima, ma anche una raffinata tecnica e una mano sicura ai fornelli a sostegno di una cucina efficace, con pochi grilli per la testa ma molto solida e mai solita. Non l’indirizzo per l’ego ipertrofico di un fuoriclasse, ma una casa dove il rigore sposa il piacere. Una famiglia in azione, l’ennesima famiglia che fa grande la cucina italiana. La sala gira che è un piacere, sotto la regia attenta di Peppino. Ai vini la grazia e sapienza di Nicola, da anni saldamente al suo posto, saprà consigliarvi discretamente la scelta migliore per accompagnare il vostro pasto. In cucina Angela (soprattutto) coadiuvata da sempre dalla antica conoscenza della mamma di Peppino e dall’entusiasmo del figlio Arcangelo, rientrato a casa dopo un doveroso percorso di eccellenza. Presente, passato ma soprattutto molto futuro in azione!

La Michelin di Arrighi, nel suo peregrinare tra modernità e conservazione, deve aver capito tutto ciò. E con un gesto improvviso e spiazzante, per tutti tranne che per gli abruzzesi, ha premiato questa casa di provincia con una meritatissima stella. Quando qualche giorno fa mi sono riseduto a questa tavola l’euforia per il premio era percepibile, quasi tangibile. Una iniezione di entusiasmo che si è riflessa anche sulla cena.

Crema di zucca. Si inizia con uno stuzzichino semplice semplice, ma fragrante e piacevolissimo. Quello che ci vuole in una serata di inverno abruzzese. Corroborante

Selezione di salumi. Eccoli i famosi salumi di villa Majella. Da perdere la testa. Un sapore di una volta dimenticato e intenso. la coppa di testa poi spicca sugli altri con una morbidezza e sensualità spiazzante. Antichi

Flan di ricotta con crema di ventricina. Un piatto che rischierebbe un alto tasso di “normalità” se non fosse rinfrescato da un pomodoro spaziale, che sa di casa e di buone cose di una volta. Millimetrico in quel tono di caramellato struggente. Casalingo (ma in senso buono)

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La patata farcita su crema d’aglio e pistacchi. Un gran bella portata, moderna ed insieme solida. I gusti si rincorrono, vestono la bocca in maniera seducente e ricca. Il piatto di Arcangelo, che dimostra di aver imparato bene la lezione, ma di averla sedimentata secondo le regole di casa. Goloso

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Pallotta cacio e ovo. Per noi abruzzesi è il piatto della memoria, la vera madeilene proustiana. Ogni casa fa la sua ricetta e pensa sia la più buona del mondo. Questo è spaziale, morbido e saporoso. Glocale

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Scaloppa di foie gras con uva sultanina. Eccola l’ambizione gommata, la voglia di cimentarsi con un classico dell’ haute cousine. Il risultato è interessante, anche se un poco banale e molto sbilanciato sul dolce. Non sarò mai veramente raffinato, preferisco i sapori più casalinghi. Elegante

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Fusillo ai tre baccalà. Un gioco riuscitissimo sulle cotture e consistenze. Un primo goloso ed intenso, perfezionato dal tocco acido del peperoncino, di grande freschezza e modernità. Gastronomico

Ravioli di burrata con tartufo nero pregiato. Una pasta ripiena classica, quasi convenzionale, ma che classe! Pochissimi grilli per la testa e molta sostanza, ne mangerei un secchio. Solido

Sfoglia grezza al ragù di cinghiale. Sapori intensi e ricchi, di altri tempi oramai dimenticati. La bestia sa di bosco e selvatico, il sugo è piacevolissimo e guascone. Che piatto!

Battuta d’agnello croccante al pecorino. Una portata tecnica e insieme tradizionale, ad alto tasso di divertimento. L’agnello è quello scalpitante dei pascoli d’abruzzo, ma vestito a festa in una confezione che lo ingentilisce ma conservando il sapore tipico. Territoriale

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Sua eccellenza il maiale. Intenso e gaglioffo, la materia prima è da urlo e cucinata alla perfezione. Tre interpretazioni del maiale: dalla semplicità dell’arrosto alla forza del cif e ciaf. Materia

Baccalà al sugo. Un grande baccalà, alto e sfogliato, un grande pomodoro, una cottura straordinaria. La degna conclusione di una grande cena. Intenso

Tarte Tatin. Un dessert elegante e piacevole. Molto goloso e tecnico. Tanto così per far notare (ma distrattamente) che anche in pasticceria si fa dannatamente sul serio. Magistrale

Villa Maiella. Località Villa Maiella, 30. Guardiagrele (Chieti). Tel. +39 0871.809319