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Black Mamba | Bevute proibite in una notte di mezza estate

giovedì, 15 Settembre 2011 di

Dite la verità, vi sono mancata! In vacanza ho provato anch’io a dare un’occhiata ai blog e ho sentito nostalgia di me stessa, mi mancavo da sola, sul serio! Che noia un mondo senza Black Mamba…

D’altra parte a Patmos, tranne qualche disavventura con improbabili piatti della cucina locale, non avevo grandi argomenti. Il vino lì è notoriamente terribile (un’occasione persa per la Grecia. Con una bevitrice come me, lo vedi come girava l’economia!).

Per un mese ho bevuto soltanto birra Mythos e qualche Dom Pérignon che per fortuna trovavo a prezzi quasi ragionevoli.

Una sera, nel mio terrazzo sul porto di Skala, colta da mestizia per l’assenza del Crotalo e dei miei compagni di bevute, ho fatto un sogno e, rapita in estasi dalla magia del plenilunio, sono partita per la più grande avventura enologica che mi sia mai capitata…sentite qua!

A tavola, sul mio terrazzo di Roma, due amici cari, il Crotalo in pompa magna e un paio di altre persone che come accade spesso nei sogni, non ho riconosciuto. Forse uno era Maurizio Paparello di Roscioli, ma non ricordo bene. Dinanzi a noi una moltitudine di bicchieri e la batteria di vini più impressionante che possiate immaginare.

Amici, è stata la serata più incredibile che mi sia mai capitata. Una serie da capogiro, che in ordine sparso ricordo così.

Krug 1995 per aprire la serata. Come tradizione vuole a casa di Black Mamba. Aperitivo perfetto, da aprire senza indugio, pronto.

Coche-Dury Corton Charlemagne 1999…Giovanissimo e splendente, perfetto, il migliore della serata…almeno nei miei sogni.

Mascarello Barolo 1964. Classico e maturo, una vera gioia.

Leroy Romanèe St. Vivant 1991. Straordinariamente giovane (‘91, cacchio!) Essenziale e preciso per tutti i suoi caratteri. Eleganza suprema con marchio a fuoco.

Château Margaux 1959. Chateau-Chapeau! Un fuoriclasse, se fosse vero sarebbe la mia seconda bottiglia quest’anno, entrambe perfette. Intenso, avvolgente, maturo e forse troppo diverso dagli altri per brillare al meglio.

Salon 1988. Due bottiglie, per aprire e per chiudere la serata…una meglio dell’altra. Un vino di sostanza concreta e classe infinita. Per me lo Champagne più buono del mondo.

Morin Corton 1959. Splendidamente maturo e complesso, in forma smagliante. Non ha sofferto il confronto con Leroy e con Margaux. Per essere “solo” un Corton, niente male, no?

Charlies Heidsieck 1982 Magnum. Naso vecchio stile ma bocca dinamica, un ottimo gregario.

Pernot Batard-Montrachet 1992. Vino ammaliante per la sua rustica eleganza (e non vi sembri un ossimoro!).

Clos St. Hune, Trimbach 1992. Semplicemente immenso, potenza in armonia ed equilibrio.

Côte Rôtie Les Jumelles, Jaboulet 1978. Evoluto, ma con ricche, interessanti sfumature.

Marcenasco, Ratti Barolo 1965. La piccola annata gli è stata fatale, ma molto ben fatto.

Per il resto non ricordo altro. Mi sono risvegliata, sotto un tappeto di stelle, ho acceso un sigaro cubano e sfiorato con lo sguardo il mare nero sotto di me accompagnando la scia di una nave, che portava altrove. Quell’altrove mi importava più di ogni altra cosa, chissà perché! Forse ero solo sbronza. Di grandi vini, però, alla maniera di Black Mamba!

E non dimenticatevi di Black Mamba per almeno una ragione: tornerà giovedì prossimo per festeggiare il suo compleanno, in versione hard, con la Sora Franca del terzo piano e due grandissimi vini. Tremate!!!!!!

(Big Picture: le foto possono essere ingrandite cliccando sull’immagine)