mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

Tutti fritti nella disfida del Regno delle Due Sicilie

martedì, 24 Gennaio 2012 di

Napoli – Palermo: no, non è una tratta, bensì la sfida tra le capitali del Regno delle due Sicilie sui fritti che da sempre caratterizzano lo street food meridionale. L’incontro-scontro, che si è svolto alla Pizzeria Salvo di San Giorgio a Cremano, è nato da un’idea di Luigi Farina. I protagonisti: Pizzaioli Salvo da Tre Generazioni e Francesco Lelio, dell’Antica Panelleria da Nino di Palermo.

Ad aprire le danze è Francesco con i pastellati di verdura, cardi e cavolfiore affogati letteralmente nella pastella preparata a regola d’arte e fritti nel calderone di olio bollente.

Controbatte la famiglia Salvo con le ormai super collaudate frittatine con la pasta di Gerardo di Nola, ciurilli (fiori di zucca) ripieni di ricotta di bufala e pastellati, crocchè e arancini, scagliuozzi di polenta del Mulino Marino.

Risponde la Sicilia con pane, panelle e cazzilli (da noi comunemente definiti crocchè), praticamente la base della rosticceria siciliana, un connubio senza precedenti di mescolanze di farina di ceci e patate, immerse in un soffice panino al sesamo.

Rilancia Napoli su assist di casa Barone, il cui sugo realizzato con pomodorino del Vesuvio va a rivestire e ad insaporire l’impasto soffice delle “montanare”.

E per completare, da Napoli il non plus ultra delle antiche pizzerie napoletane, il calzone fritto ripieno di cicoli, ricotta e provola di bufala, il pezzo che va a chiudere un mosaico di sapori mediterranei, che ci fanno tornare indietro nel tempo, quando con ben pochi  e semplici ingredienti si riusciva a sfamare una quantità di persone.

Palermo, invece, conclude con il “pani ca meusa” (panino con la milza), dall’antica usanza “da strada” di friggere tranci di milza inseriti in un morbido pane al sesamo.

Giusto per chiudere in bellezza, anzi in dolcezza, i palati sono stati deliziati dalle sfogliatelle di Attanasio e dai cannoli siciliani.