Vale la pena fare la fila per vedere il padiglione Giappone a Expo

Voglio affondare il coltello nella piaga delle code che anche oggi si stanno consumando a Expo 2015 in vista della chiusura dell’ultimo giorno di ottobre.


Il padiglione più gettonato, più cercato, più sospirato e con la coda che è riuscita ad arrivare a 10 ore (!) è quello del Giappone.
Molti si chiedono se è il caso mettersi in fila per visitarlo o se è meglio cercare un’offerta per un volo che dura quasi lo stesso tempo.

L’attesa è tale che sui cubetti di legno sono stati incisi messaggi ironici in stile condannato all’ergastolo – “Cosa hai visto di Expo? Il legno del padiglione Giappone” – che hanno sostituito l’avvertenza di non scalare il muro.



Potrebbe essere il vostro caso – scrivere un messaggio, non scalare per scavalcare la fila che state facendo. E mentre vi chiedete perché tutto questo legno e non avete risposta se non siete arrivati all’altezza della tabella di spiegazione (o al contrario, l’avete già imparata a memoria), forse vi è venuta voglia di sapere cosa vedrete e perché state utilizzando così il vostro tempo a Expo.

Non è la stessa fila con il numeretto per prenotare una visita medica. Quella la farete dopo.



Ora dovete capire che qui è tutto interattivo e multimediale. Vi spiegano tutto e avete anche un’App di guida.




Non è solo tecnologia. È estetica, è bellezza.



Rimarrete affascinati dal racconto della storia dell’alimentazione nipponica. Letteralmente immersi dentro.
Provo a mettervi il video.

È girato con il telefonino, ma dovrebbe rendere l’idea anche del modo in cui è stata cercata l’interattività con gli spettatori. Probabilmente l’arma vincente e virale che ha spinto così tante persone a mettersi in fila per seguire il percorso. Che dura circa 50 minuti. Un niente rispetto alle ore di fila (a proposito, a che punto siete?).




Mi ha affascinato di meno la grande “libreria” con tutti i piatti. Sì, c’è anche il pesce palla. Ma forse perché inizia a venire fame. Soprattutto se siete in piedi da tempo.



Su manga e fumetti impossibile pronunciarsi. Dipende da quanti eroi preferiti ritrovate.


Un tavolo obliquo con le sedie fuori misura sono un’installazione artistica che vi creerà un dubbio: ma in Giappone non si mangia inginocchiati? Evidentemente qualcosa è cambiato.
Ok, vi manca la parte appetitosa, quella che vi predispone a un’immediata richiesta di cibo. Si sono inventati un ristorante multimediale che fa da palcoscenico allo spettacolino stile “mai dire Banzai”.
Non vi piacerà perché la fame salirà a livelli intollerabili. E peggiorerà quando all’uscita vedrete la (altra) fila per entrare nel ristorante. Non c’è solo quello costosissimo buono per pubblicare indignati uno scontrino.
È l’unico posto dove non sono riuscito ad entrare perché la mia filetta l’ho fatta. Un po’ più di mezz’ora.




Ma era il 1 maggio, giorno di apertura.
Dopo nulla sarebbe stato più come prima. Il seme della fila mostruosa era già germinato nell’Expo delle meraviglie che – come detto – è (era) un gigantesco parco giochi del cibo e non una sessione straordinaria della FAO.
Buona visione.
[Immagini: Manuela Vanni, iPhone Vincenzo Pagano]