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4 Maggio 2025 Aggiornato il 4 Maggio 2025 alle ore 19:15

La Taverna Santa Chiara a Napoli querela la turista israeliana

Dopo le accuse di antisemitismo, Nives Monda di Taverna Santa Chiara a Napoli ha deciso di querelare la turista autrice del video virale
La Taverna Santa Chiara a Napoli querela la turista israeliana

Bisogna accontentarsi di ricostruzioni. Perché nel video virale della risposta della titolare della Taverna Santa Chiara a Napoli non c’è il motivo che ha scatenato la replica alle accuse dei turisti.

In breve, i turisti israeliani hanno affermato che la titolare del ristorante di Napoli li ha cacciati perché appunto ebrei. “Potete andare, non voglio i vostri soldi” è la frase che Gilli Moses ha riferito in un’intervista in cui ha accusato la titolare del ristorante, Nives Monda, di antisemitismo.

Il video è diventato virale nella giornata di oggi ma Nives Monda aveva raccontato l’accaduto già nella giornata di sabato sul suo profilo.

Di pochi minuti fa è la risposta ufficiale del ristorante cui non è mancata la solidarietà (e non è la prima volta). Eccola

Comunicato stampa sui fatti accaduti il 3 maggio

Taverna Santa Chiara ha deciso di querelare la turista per la diffusione del video e le accuse di antisemitismo

Nella giornata di sabato 3 maggio, nel nostro esercizio, siamo stati vittime di un episodio a scopo intimidatorio da parte di una avventrice che, dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese. A quel punto, da cittadini coscienziosi quali siamo, abbiamo evidenziato che condanniamo il genocidio palestinese in atto, quale crimine contro l’umanità.

La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo, di sostenere il popolo palestinese che, nelle sue parole, lei individuava come popolo di terroristi e, quindi, dí essere noi stessi a supporto di terroristi.

I reati che avrebbe commesso la turista secondo Taverna Santa Chiara

La turista, nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso di chi veniva ripreso (inclusi minorenni di un’altra famiglia di clienti), per poi diffondere il video in rete (un reato), diffamandoci come sostenitori del terrorismo e antisemiti (un altro reato) e scatenando una campagna di odio che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di 1) spedizioni punitive, 2) distruzione del locale, 3) violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, 4) auspici di stupro della proprietaria (tutti reati).

La nostra unica responsabilità è quella di aver preso posizione, nell’ambito della campagna degli Spazi Liberi dall’apartheid israeliano, contro il genocidio palestinese in atto.

La decisione di sporgere querela

Nives Monda

Alla luce della campagna di odio e mezzo social che è stata scatenata e delle minacce ricevute, volte a minare anche la nostra incolumità personale nonché l’andamento della nostra attività, sporgeremo formale querela.

I nostri legali, inoltre, hanno mandato di segnalarci tutte le diffamazioni a mezzo social e a mezzo stampa che ci accusano, falsamente, di aver cacciato chicchessia dal locale, come dimostra lo stesso video diffuso dalla coppia.

Nel nostro locale, che accoglie da sempre persone di ogni nazionalità, fede ed etnia, non possiamo tollerare e continueremo a non tollerare alcuna forma di esternazione razzista, sia essa ispirata da antisemitismo, islamofobia, o, come in questo caso, razzismo antipalestinese.

Cosa aveva già detto la titolare della Taverna Santa Chiara

La Taverna Santa Chiara a Napoli

Appena avuta discussione con due turisti stranieri: alla fine del pasto si mettono a parlare con il tavolo accanto e dicono che sono israeliani e di quanto è bella #israele e di andare a visitarla. Nasce una conversazione pacifica collettiva, dati gli spazi ridotti della Taverna e, quindi, parlo della nostra scelta di aderire alla campagna contro l’ #apartheid israeliano e contro il #genocidiopalestinese. Di punto in bianco, loro iniziano ad attaccarmi con arroganza, accusarmi di antisemitismo e a minacciarmi, urlandomi contro e riprendendomi con il cellulare. È evidente che la presa di posizione è improcrastinabile; per questo noi ripubblichiamo la posizione assunta dal nostro esercizio commerciale e invitiamo tutti gli esercenti a farlo.

Argomenti:
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