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8 Maggio 2025 Aggiornato il 8 Maggio 2025 alle ore 09:03

Molestie olfattive, mai più puzza di fritti e curry a Palma Campania

Le molestie olfattive al centro dell'ordinanza del sindaco di Palma Campania nascondono più di un'insidia per la cucina: multe fino a 500 €
Molestie olfattive, mai più puzza di fritti e curry a Palma Campania

Alle molestie olfattive è intitolata la nuovissima ordinanza 105/2025 del sindaco di Palma Campania Nello Donnarumma.

Provvedimento che dichiarare singolare è scontato. Ma a naso, dopo la pubblicazione del post del sindaco su Facebook a spiegarne le motivazioni, si sente puzza di razzismo.

Fino a 500 € è la multa che gli agenti della polizia locale potranno comminare, anche a occhio, a chi supera la normale tollerabilità delle emissioni odorose. Sconfinando sì nel disagio olfattivo ma, beninteso, non arrivando a commettere reati. Per i quali ovviamente ci potrebbe essere rilevanza ai sensi dell’art. 574 del codice penale.

I ragù non sono molestie olfattive a Palma Campania

ragù e molestie olfattive a Palma Campania

Nello Donnarumma, nel suo post su Facebook, spiega l’intento di regolare la civile convivenza tra il ragù e il curry in una città che ha circa 2.000 immigrati bengalesi. Rei (quasi) di ignorare la potenza della braciola e di continuare a perpetrare l’utilizzo abbondante del curry e delle abbondanti spezie della loro cucina tradizionale. Pippiare il ragù a tutte le ore del sabato e della mattina della domenica si può. Impestare di curry l’aria è disdicevole, insomma. Non lo dice il sindaco ma i suoi cittadini. Come riporta l’ordinanza nel capitolo “visto” aperto dalla nota “che dal 2023 ad oggi, la quantità di segnalazioni da parte dei cittadini dovute agli odori molesti determinati, in particolare, dalla preparazione di cibi con alta quantità di spezie in qualsiasi fascia oraria, si registra talmente in crescita da considerare la
sussistenza di un’emergenza socio-ambientale di inquinamento odorigeno”.

Sembra di capire che l’inquinamento da curry, spezie e fritto è da combattere senza timori. Molto più del fetore delle plastiche bruciare e dei cumuli di monnezza fumanti che rilasciano i loro metifici olezzi fin sulle auto di chi transita sull’autostrada A30. Il profluvio di commenti, a favore o contro l’ordinanza del sindaco delle molestie olfattive, dà un’idea multi incasinata di Palma Campania.

Chiediamolo pure. Alzi la mano chi non ha trovato nauseabondo la puzza di baccalà, cavolfiori, broccoli del vicino alle prese con padelle e casseruole convinto di essere il Marchesi dell’agro nocerino – sarnese? E c’è chi addirittura lo fa per professione in ristoranti, pizzerie e mense che a Palma Campania dovranno evitare molestie olfattive.

Quando un odore si trasforma in puzza

Terreno scivoloso per via di una mancanza di chiara perimetrazione in grado di spiegare quando un odore di cucina diventa puzza da inquinamento. Ci vuole buonsenso per evitare che il bruciaticcio da umami della lasagna o della parmigiana di melanzane diventi molestia olfattiva. E si finirebbe all’opposto con l’avallare che la puzza di pmeumatici bruciati possa essere un odore piacevole. Almeno per una parte di chi beve un caffè che sa – appunto – di copertone bruciato (cit.).

E difatti l’ordinanza delle molestie olfattive di Palma Campania è un atto di equilibrismo unico tra difesa della pummarola che deve trasformarsi in ragù per evitare di essere carne con la pummarola e contenimento delle importazioni di curry dall’estremo oriente. Un plauso quindi al tentativo nobile di difendere le tradizioni del territorio. Evitando l’export, probabilmente illegale tra mutande e reggiseni, di spezie dall’altro mondo.

La nuova cucina bengalese alla luce delle molestie olfattive

pizza bruciata e molestie olfattive a Palma Campania

E sappiamo quanti danni abbiano prodotto fin qui attività come il commercio illegale di droghe (non di spezie in drogheria). Che ha costretto l’amministrazione Trump a imporre dazi esorbitanti ai prodotti agroalimentari scambiati per fenantyl delle padelle. In effetti, si potrebbe pensare anche a un super dazio per il curry in linea con gli ordini presidenziali americani. Ne beneficerebbero sicuramente peperoncini piccanti e ‘nduja oltre a favorire una reinterpretazione della tradizione bengalese. Invece di curry al pollo, ‘nduja al pollo. Invece del Chingri Malai curry (curry ai gamberetti, con tante spezie, di solito accompagnato con riso), Chingri Palma peperoncino con gamberetti di Crapolla e risone (pasta, è pasta) di Gragnano.

Ma voglio restare al dettato normativo, assunto – specifica la premessa dell’ordinanza sindacale – in via precauzionale fino al 1 gennaio 2026. 8 mesi di sperimentazione gastro-odorosa che accende un moto di orgoglio in noi giurati del Campionato della Pizza. Avvezzi a giudicare secondo la scheda che ripartisce il voto tra Aspetto Esterno, Aspetto Interno, Odore e Gusto. Sì, odore. Perché anche una pizza bruciata è molestia olfattiva e non solo a Palma Campania.

Cito il nostro sistema spettrometrico non perché vogliamo candidarci ad Ausiliari del Traffico Odorimetrico a Palma Campania. Ma per via della ritenzione, ops, ritenuta, vabbè sezione Ritenuto, che vi riporto dall’ordinanza.

Le molestie olfattive di Palma Campania come strumento di emancipazione

Spaghetti in pentola

Dice l’ordinanza, Ritenuto che, nella generalità dei casi, le emissioni che provocano disagi olfattivi sono quelleprodotte da attività di rosticceria, friggitoria, cucine, ristorazione collettiva, mense, panetteria, pasticceria ed affini con utilizzo complessivo giornaliero di farina non superiore a 300 kg al giorno nonché da ogni altra abitazione domestica dedita alla preparazione, alla cottura ed alla conservazione di cibi in fasce orarie in cui la popolazione locale non è abitualmente dedita alla preparazione ed alla cottura di cibi.

Affascina questo limite di 300 kg di farina al giorno e la presa d’atto che è disdicevole cucinare a qualsiasi ora del giorno. Si salvano le pizzerie che mai consumeranno tutta questa farina in un servizio e non sono attività domestica.

E c’è anche la giusta emancipazione della figura stantia della donna-nonna-zia custode del focolare domestico che tra un rammendo e un colpo di ferro da stiro metteva su l’acqua del fuoco. Bisogna cucinare solo nei momenti giusti e ritagliarsi i propri spazi.

Chi parla di razzismo verso i bengalesi e i fritti invadenti, non ha capito niente. Per i complottisti delle molestie olfattive a Palma Campania al massimo ci sarà l’appiglio di una sponsorizzazione dei surgelati e dei forni a microonde. Ma chi non fa non sbaglia.

PS. Sono trascorsi molti anni, ma nel 2010 l’allora sindaco di Lucca provò a vietare i ristoranti etnici nel centro storico e Scatti di Gusto scoprì uno dei migliori kebab d’Italia. Come molti hanno scoperto la Taverna a Santa Chiara per un episodio di intolleranza gastronomica

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