Eataly apre a New York, giovedì 11 agosto, uno dei suoi store più importanti nella Torre 4 del World Trade Center di Manhattan. Come anticipato da Scatti di Gusto, si chiama Downtown ed è nel cuore di Ground Zero.
Il Made in Italy di Oscar Farinetti e Andrea Guerra, con Nicola Farinetti che delle attività americane (con 177 milioni di dollari di fatturato) è CEO, pianta una bandiera nel luogo simbolo della metropoli con uno spazio di 5.000 metri quadrati e una vista mozzafiato sulla Freedom Tower e sul Memorial dell’11 settembre.
Con questa apertura New York è l’unica città non italiana insieme a Dubai ad avere due punti vendita di Eataly.
Logica la soddisfazione dell’inventore del marchio che è diventato simbolo del mangiare bene in Italia al di qua e al di là dell’Oceano alla conferenza di presentazione che ha illustrato i nuovi spazi che ripetono il mantra farinettiano del mangia, compra e impara che Eataly vuole trasmettere al mondo intero.
Quattro ristorantini, La Pizza & La Pasta, La Piazza, Il Pesce, Orto e Mare che è la nuova frontiera della ristorazione sostenibile e salutare un po’ come Stagioni in Italia, e il più elegante Osteria della Pace con lo chef Riccardo Orfino e la pasticciera Katia Delogu.
Ci saranno i consueti corridoi per la spesa con tutta l’offerta gastronomica di qualità, dalla piadina dei fratelli Maioli ai panini caldi e freddi da asporto della Gastronomia che è una vetrina delle eccellenze del nostro Paese.
A Eataly Downtown si punta con decisione sul pane e sulle lievitazioni. La nuova frontiera è qui, nell’alimento base che esce dai canoni in voga del pane a cassetta di dimensioni bibliche – per noi – e del piatto che non ha bisogno di traduzioni perché interplanetario ma piuttosto di difesa delle origini a spada tratta: la pizza.
Come gli altri in tutto il mondo, Eataly New York Downtown è dedicata ad un tema unico. “Abbiamo scelto pane”, ha spiegato Nicola Farinetti, “per parlare di cultura in una delle più importanti città del mondo.”
Le attività di pizza sono responsabilità di Rossopomodoro che alla presentazione ufficiale di New York ha schierato il presidente del Gruppo, Franco Manna, e Antonio Sorrentino, executive chef che ha il compito di far girare alla perfezione l’offerta gastronomica insieme al collega Enzo De Angelis e ai pizzaioli che saranno di stanza nella nuova sede.
Pizza tradizionale, doppia lievitazione, impasti con farina 00 ma anche altre novità allo studio nel solco di una ricetta che piace agli Americani che sono sempre affamati di cose nuove.
Per ora c’è il morso in combinata tra Nicola Farinetti e Franco Manna. L’America ovviamente non è solo New York e le prossime aperture conosceranno una nuova pizza. “Abbiamo ragionato con il team del Rossopomodoro Lab. e siamo convinti che nuove pizze rafforzeranno il primato di Napoli e del suo piatto più famoso qui e in altre parti del mondo”.
L’idea è di offrire una pizza napoletana contemporanea con 4 impasti posti in madie a vista per la lievitazione: ci saranno la classica, la tipo 1 integrale, la senza glutine, la multicereali.
A Eataly Downtown ci sarà la mozzarella mozzarella e il bar delle insalate, i banchi della pasta fresca e la pasticceria, due bar, una caffetteria Lavazza (l’obiettivo dell’azienda torinese che annuncia l’apertura di ulteriori caffetterie, nei punti vendita Eataly, a Boston, Mosca, Los Angeles e Bologna, è superare i 1,2 milioni di caffè serviti), la macelleria e l’ortofrutta.
Unica la vista dal pavimento al soffitto sopra il 9/11 Memorial che ha fatto esclamare “E ‘un luogo molto potente e molto emozionante” a Joe Bastianich.
L’emozione sarà così forte da conquistare altri clienti in arrivo dal New Jersey e da altre città al di fuori di New York come ha ipotizzato Nicola Farinetti?
Eataly Downtown. 101 Liberty St. 10006 New York, NY. Tel. +1 212-229-2560
[Immagini: Vincenzo Pagano]
il mantra farinettiano del mangia, compra e impara che Eataly vuole trasmettere al mondo intero. Che fa il paio con il vivi consuma crepa…
Saprà restare al fianco di Renzi quando non guiderà più il carro del vincitore? O è pronto a saltare da qualche altra parte?
La verità su questo affarista della gastronomia ancora non è stata scritta.
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Cinico sempre più cinico
Per quale motivo dovrebbe mai restare al fianco di Renzie quando tornerà ai giardinetti della Val d’Elsa? E’ un imprenditore, mica un ministro.
La domanda va posta ai miracolati al governo, ieri lettiani, oggi renziani, domani chissà.
Farinetti sarà (per finta, come ogni torinese falso e cortese) dalla parte di chi conta ed è utile ai suoi affari, oggi come domani.
E’ il mercato, bellezza, e tu non puoi farci niente (semi-cit.)
Condivido le tue osservazioni. Aggiungo una mia opinione: il personaggio ha cercato l’appoggio della politica e, secondo me, ne ha anche avuto vantaggio.
Secondo me le regole del libero mercato vengono tradite spesso nell’era del liberismo sfrenato: vedi anche la CRISI e chi l’ha pagata.
Basti pensare anche al fenomeno della concentrazione della ristorazione italiana in un “gruppo oligarchico” che dispone di grandi disponibilità di denaro e di un appoggio sfrenato dei media.
Nessuno sui blog ci racconta da dove vengono tanti soldi, nessuno fa inchieste.
E’ il mercato bellezza.
Ciao
Te lo dico io da dove vengono…
Dalla vendita di Unieuro agli inglesi, quasi 300 mln.
Invece di portarli a Montecarlo lì ha reinvestiti in un concept ,Eataly’ che promuove il food made in italy in giro per il mondo, che prima era più che altro copiato ora è anche esportato e non solo le solite Barilla e Ferrero.
Cinico? molto meno delle decine di imprenditori che portano le fabbriche in Romania o le sedi ad Amsterdam.
Poi che sia un furbacchione e monti un racconto politico culturale per vendere il suo prodotto ci sta, sputarci su per contrasto alla sovraesposizione mediatica (colpa dei nostri media pigri e conformisti) proprio no.