Oggi vi racconto la storia di una ragazza , una sognatrice, intraprendente e con la propensione allo studio.
Si chiama Giulia, ha 23 anni, ed è la titolare del laboratorio Dall’Albero, per la produzione di formaggi alternativi. Ma andiamo con ordine.
Giulia ama lo yoga ma quello delle scuole potenti che ti spingono un po’ all’allenamento acrobatico. È una paladina delle cause etiche , infatti a tavola preferisce un’alimentazione vegana.
Praticamente un hipster, come solo le generazioni dei ventenni sanno essere, direte voi.
Riduttivo, vi rispondo io.
Giulia è andata al college in Inghilterra, ha studiato giurisprudenza, è andata fino in Guatemala per imparare l’arte della permacultura (una tecnica innovativa di agricoltura per costruire insediamenti agricoli in grado di mantenersi autonomamente e di rinnovarsi con un basso impiego di energia, come veri e propri ecosistemi).
Insomma, una curiosa che le sue passioni le approfondisce.
Così un bel giorno decide di mettersi il grembiule e tornare a scuola, ma tra i fornelli e non tra i banchi. Vito Cortese e Simone Salvini sono i suo docenti: cucina vegetariana, vegana, crudista.
Non le è bastato, ha preparato i bagagli ed è partita alla volta di Miami per frequentare la scuola di Matthew Kenney mentre a Roma segue il Master LLM in food law alla Luiss.
Tutta questa esperienza ha dato la spinta a Giulia di aprire un laboratorio di produzione di formaggi alternativi. Il suo laboratorio si chiama Dall’Albero e i suoi formaggi si chiamano fromagette .
Nel suo laboratorio produce latte vegetale, in gran parte derivato da anacardi, per poi avviare diversi tipi di caseificazione.
Le formagette hanno consistenza che ricorda un formaggio francese a pasta morbida, con un caratteristico odore persistente.
Poi ci sono gli spalmabili aromatizzati al basilico, curry, erba cipollina, pomodoro secco. E ancora: Yonut, simile allo yogurt (sia naturale che con sciroppo d’acero); Casciùricotta fresca non solo di anacardi ma anche di mandorle.
La sua produzione è in crescita nell’offerta, e propone anche diversi corsi informativi. Lo spazio conferenze sotto il negozio si presta a molti progetti come lo sono i suoi corsi informativi e chissà che in futuro (non molto lontano) non arriveranno anche i corsi di cucina.
La mia esperienza di scettica si è trasformata in dipendenza, quando assaggiate le fromagette Dall’Albero, il palato gioisce, ve lo assicuro.
E per dimostrarlo ho fatto un esperimento: in occasione dell’apertura del mio studio, ho dedicato un angolo del buffet ai prodotti Dall’Albero e anche gli onnivori e tradizionalisti più convinti hanno apprezzato.
Non vi resta che provarli.
Dall’Albero. Via Salaria, 163/167. Roma. Tel. +39 0685301779
io li ho provati quando aveva appena aperto, e posso dire che ad un primo assaggio mi sono piaciuti, ma già il secondo giorno non mi attiravano più, e ti assicuro che li ho provati con tutte le buone intenzioni del caso, in casa nostra, con due bambini piccoli, non entra latte fresco per dire!
Una cosa secondo me fondamentale: è completamente sbagliato chiamarli formaggi, non hanno, ovviamente, la stessa grassezza, gli stessi profumi, la stessa complessità etc. etc.; è un alimento diverso dal formaggio inteso come derivato del latte animale, e per quanto possa piacere, credo che se uno lo mangia sperando di trovare un sostituto vegano al gorgonzola, alla fontina, al bitto, non può che rimanere deluso!
Non credo che sia intenzione di Giulia di proporre come succedaneo del formaggio , il nome è più per dare una indicazione di massima per l’utilizzo.
Del resto nemmeno il latte di anacardi o di soya hanno la stessa consistenza del latte animale.