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Pizza. Luca Castellano prova a imporsi all’attenzione di Napoli con 5 pizze

venerdì, 21 Ottobre 2016 di

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Luca Castellano, dopo aver messo mano al layout del locale dei Colli Aminei, rinnova profondamente l’offerta di pizze in menù, rivisitando la tradizione (e qui il Dna è quello del Trianon, fondato dai bisnonni Ciro e Giorgia Leone), con elementi forti del territorio.

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Operazione quasi riuscita, ad iniziare dall’impasto (farina rossa del nostro sponsor Mulino Caputo) che conferiscono la giusta digeribilità (lievitazione di 24 ore) e un leggero spessore, che però nulla toglie alla piacevolezza della pizza.

Luca, quarta generazione di pizzaioli, sembra aver ben imparato la lezione degli avi, che poi è quella di una scuola, quella del Trianon, appunto, che ha partorito discepoli ben oltre i confini napoletani: se hai a che fare con ingredienti in qualche modo “forti”, che Castellano, e di questo gliene va dato ampio merito, riesce ad amalgamare in un gusto unico, devi ben bilanciare impasto e cottura ai fini della godibilità stessa della pizza.

E passiamo al menù, sul quale si chiedeva un orientamento/gradimento ai fini del perfezionamento dell’offerta: una sorta di contest, sul quale qualcosina, però, c’è da rimarcare.

Vado a braccio: promuovo tre pizze su cinque, la quarta rimandata a settembre, sulla quinta non vorrei infierire. In generale la bravura di Luca Castellano, e lo sottolineo per la seconda volta in poche righe, è quella di dirigere, sull’impasto rotondo, una sinfonia di sapori, con le prime parti caratterizzanti, ma l’insieme di tiene benissimo, prime parti e condimenti di fila (tanto per usare un gergo orchestrale).

1.Margherita

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Veniamo alla Margherita: nel novero delle migliori assaggiate, nella sua classicità di cornicione basso con San Marzano Dop, fior di latte di Agerola, pecorino, basilico. Promossa.

2. Torzella

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Sottolinea Sarah, critico intransigente e ingegnere pizzaiolo in quel di Cork, Irlanda, che questa è una variante della pizza friarielli e salsicce, con le alici al posto di queste ultime: Poi, mozzarella di Bufala Campana Dop e appunto cavolo torzella saltato in padella. Per me un po’ salata, ma Sarah approva. Promossa grazie alla raccomandazione familiare.

3. Papaccelle

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Pomodoro del Piennolo del Vesuvio Dop, papaccelle napoletane, provola di Agerola, conciato romano. Fiato alle trombe: la mia preferita. Tutto perfetto, anche coreograficamente. I sapori ci sono tutti, nessuno stona, con conciato e provola che ben si danno da fare per amalgamare il tutto. E’ la mia preferita e ben vale una visita alla Pizzeria di Luca.

4. Scrigno di Capodimonte

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L’intenzione di Luca era quella di omaggiare Capodimonte, il suo bosco e i suoi tesori, che non sono quelli del Museo, ma prodotti locali come noci, nocciole e miele, nonché la ricotta vaccina (dai pascoli che un tempo esistevano nelle contrade di Miano). Fare i conti con la “pizza chiena” è un po’ dura a fine pasto e la ricotta si fa sentire. Ma la pizza, almeno nelle intenzioni, è buona e merita una rivisitazione. Così Luca ha annunciato che ne realizzerà una declinazione fritta: una piccola montanara dove assieme alle nocciole, noci, fior di ricotta, miele, aggiungerà altri piccoli ingredienti che riportano alla memoria, per il tramite delle papille gustative, il passato di questo sito borbonico.

5. Nocciolando

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La quinta si chiama “Nocciolando” ed è una focaccia guarnita con crema spalmabile alla nocciola e croccantino di San Marco dei Cavoti, con l’aggiunta di granella di nocciole. Mi limiterò col dire che, se forse va bene per i party dei bambini, non dovrebbe stare, invece, nel menù di una pizzeria che vuole imporsi sulla scena napoletana e contemporanea.

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Ultima nota, il locale: bello, arioso, luminoso, pulito e con ampia possibilità di parcheggio nelle immediate vicinanze. Un paio di pannelli fonoassorbenti in più potrebbero aiutare a rendere più piacevole, acusticamente parlando, la nostra sosta.

Castellano – Le Pizze di Luca.Viale dei Pini 25 (Colli Aminei). Napoli. Tel. +39 081 7418243

 

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