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Milano. Quale sushi mangiate quando è dichiarato nippo-brasiliano

martedì, 25 Ottobre 2016 di

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Sushi. Zona Brera. Serate con DJ. Una miscela ad alto rischio di fighettaggine costruita a tavolino. Oppure, al contrario, il calcolato insieme di una proposta rinnovata e attraente.

In un momento in cui si parla molto di qualità del sushi a Milano, città dove il mangiare giapponese si raffina e si differenzia di continuo per caratterizzazioni sia di territorio sia di stile sia di posizionamento, siamo andati a cena al Y NOT in via Solferino, accolti dalla patronne Letizia Desideri.

Il Y NOT (leggere “uai not” e tradurre mentalmente “perché no”?) è un ristorante nippo-brasiliano nato due anni e mezzo fa. Per il quartiere in cui si trova, intercetta una clientela interessata tanto alla pausa pranzo quanto agli aperitivi e alle cene. Quindi un misto di tempi veloci e tempi lenti nel locale, prezzi di fascia media, ambiente dal décor metropolitano: led, specchi e vetri serigrafati, colori caldi e scuri, pavimenti in marmo palladiano, soffitti con volte a vista.

Ora offre un nuovo menu, non meno nippo e non meno brasiliano per composizoni e colori, pensato e narrato dal nuovo chef, il filippino Jerome Fandino, e dal nuovo direttore di sala, Andrea Gaito. Vogliamo mostrarvi qualcosa della nuova cucina che, accanto ai classici tiger roll, black cod, ebiten, uramaki, ha introdotto alcune novità.

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Come una raffinata selezione di tartare: gambero rosso e mango, branzino e pesca, tonno e ikura, tobiko, erba cipollina e vinaigrette al lime.

O proposte crunchy, ovvero uramaki cosparsi di filamenti di patata fritta, per divertire il palato con il contrasto morbido-sodo- croccante. Ecco, per esempio, il crunchy salmon.

O il nuovo vestito di uramaki e temaki al riso nero shinjumai, che mantiene bene la cottura, coltivato in Piemonte (ma non ci hanno rivelato il nome del produttore) e le birre artigianali.

O i bellissimi temari sferici ripieni di tartare di salmone e o di gamberi, gioia per gli occhi, con l’avocado che li avvolge e li fa sembrare grandi biglie decorate con tobiko e ikura. I miei preferiti.

Riassumendo, per aiutarvi a decidere quando provare il Y NOT, in tranquillità o con movida.

  1. A pranzo, business lunch da 10/18 €.
  2. Happy hour (mi rifiuto di scrivere aperisushi) da 8 € e i cocktail della barlady Francesca Ghezzi.
  3. A cena, prezzo medio 35 €.
  4. DJset ogni giovedì e venerdì con i djset di Mattway e Louis Vega.

Y NOT – Urban SushiVia Solferino 25, Milano. Tel +39 02.29060332

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.