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10 Scatti di Gusto dal Foodies Festival di Castiglioncello

martedì, 16 Maggio 2017 di

Ve l’avevamo detto, che valeva la pena di andare al Foodies Festival che si è tenuto a Castiglioncello sul mare della Toscana.

Ebbene, se non siete stati tra i 40.000 che hanno divorato il divorabile tra gli oltre 100 stand di street food intorno e nei vialetti di Castello Pasquini, assistito (lodevolmente) agli show cooking, e relativa degustazione, ascoltato talk show e momenti musicali, ecco qualche istantanea del festival così caro a Scatti di Gusto da esserne partner.

1. Un polpo al cuore con il Polpaio

Lo street food del cuore. Un polpo. Quello del Polpaio street seafood, un’iniziativa elbana che il polpo ve lo serve in due-tre modi – fritto, con patate, granfia in forchetta – fatto caldo sul momento, pur partendo da una materia prima surgelata. Abbiamo imparato che “granfia” è un bel pezzettone di tentacolo. E comunque una bella porzione, da mangiare all’impiedi, in una fondina usa-e-getta. Imperdibile. Da ricercare ovunque.

2. I panini strafarciti di Mollica’s

Ma non c’è da stupirsi che ci fossero anche stand e truck e Apecar diversamente toscani: di pìttule pugliesi e di gelati veneti, di porchetta romana, di insaccati umbri, di chiocciole e di lumache, di seadas sarde. O comunque dei panini strafarciti – che so, di straccetti di maiale – di Mollica’s.

Volevate il cacciucco dentro a un panino? Bene, c’era anche quello.

3. Dal cacciucco di Mascagni agli showcooking musicali

A proposito di cacciucco: all’Agorà della musica, tra golosi aneddoti e cimeli (in primis quelli di Marina Needham Malvezzi, discendente del librettista pucciniano Giuseppe Giacosa), ci si è chiesti se il buon Pietro Mascagni ne avrà mangiato mentre a tempo di record componeva il suo capolavoro, la Cavalleria Rusticana. No answer nemmeno dal maestro Graziano Polidori, baritono titolatissimo dell’Istituto Mascagni di Livorno.

Mentre la sottoscritta ha condotto l’Opera del Gusto, show cooking gastromusicale con coro lirico, cantasti solisti e tre chef.

4. Il burger di palamita di Silvia Volpe

Silvia Volpe, esponente Slow Food, è l’autrice di un burger i cui tratti salienti sono la Palamita del Mar Tirreno marinata, la Cipolla di Tropea in Agrodolce, il pregiato Miele di Manuka, il Pecorino a latte crudo di Maremma presidio SlowFood.

5. Lo sgombro drammatico di Marta Scalabrini

Marta Scalabrini aka “Marta in cucina” di Reggio Emilia ha composto Dido et Aeneas, piatto ad alto contenuto drammatico, ispirandosi all’epos virgiliano messo in musica a fine ‘600 da Henry Purcell: sgombro marinato con rape affumicate e olio al finocchietto – il rosso del sangue di Didone, l’azzurro del mare di Cartagine narrati in un piatto. E gran colpo di fiamma in scena per le rossigne rape.

6. Il cannolo di codino di Alessandro Berlingeri

Alessandro Bellingeri dall’Osteria dell’Acquarol a Panchià in Val di Fiemme  ha portato un geniale cannolo di codino. Il codino, quello di maiale, trasformato in ripieno di un delicato roll di sfoglia con accompagnamento di polenta e funghi pioppini. Il riferimento mentale? Il cannolo alla crema.

7. Il cervo di Andrea Alfieri

Volevo dirvi anche del cervo di Andrea Alfieri (che si divide tra l’Alpensuite Hotel di Madonna di Campiglio e il Chiostro di Andrea a Milano): crudo, con terra di pane nero, nocciole, funghi secchi e intorno lamponi, mele della Val di Non.

Cervo crudo che potete ritrovare nel suo ristorante, così come tutti gli altri piatti sono in carta nei rispettivi locali.

8. Il carciofo di Marco Parillo

Lo chef Marco Parillo invece si è palesato sia nel talk-show sia in cucina. Cioè nella sua, poco distante, quella del Casale del Mare di Castiglioncello. Che poi è il locale di casa Fortulla, produttore dal 1994 di olio e di vini biologici, con vigneti creati sulle scene dell’indimenticabile film di Dino Risi, “Il Sorpasso.” Il patron, Fulvio Martini, con la compagna Laura Marzari anima e motore della cantina, è capace di avvolgervi per ore di aneddoti della sua vita di imprenditore e sognatore (i due termini, nell’ordine e nella rima che preferite).

Al Casale del Mare si arriva seguendo una strada sterrata – visibile solo da occhi acuti – dalla principale per Livorno. Occhio ai bivi, quello giusto appare quasi subito. Perché non arrivando vi perdereste, ad esempio, il carciofo dell’orto con il suo ripieno. O gli spaghetti con lumachine di mare. O la zuppa inglese scomposta.

9. Il Fortulla di Luca D’Attoma

O i vini creati dall’enologo Luca d’Attoma, tra cui spiccano il Sorpasso, un ricco rosso Cabernet Sauvignon 47%-Cabernet Franc 47%-Merlot 6%, e il Fortulla 94, per il ventennale della casa, un Metodo Classico Millesimato 2014 da uve  Vermentino e Petit Manseng, appena presentato in un lunch a 4 mani Marco Parillo/Roberto Conti presso il ristorante Trussardi alla Scala.

10. L’ospitalità delle genti di Toscana

Un assaggio del mare di Castiglioncello e l’ospitalità di Marco Provinciali e Andrea Leonardi, ideatori del format, dell’assessore Licia Montagnani, dell’Hotel Miramare, delle amministrazioni di Castiglioncello e Rosignano Marittimo.

Arrivederci in questa Toscana, dove cielo, terra e mare si incontrano anche a tavola.

[Immagini: iPhone Daniela Ferrando; video di Marina Needham Malvezzi; Volpe’s burger Blueside; Cucchiaio.it; viaggiandonelgusto; Saveria Fotografa per Foodies Festival Castiglioncello; Luca Managlia/Gola Gioconda]

 

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.