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Piccola guida per un weekend di gusto sulle Colline Pisane

giovedì, 08 Giugno 2017 di

Il passaparola dei viaggiatori stranieri in Italia può portarci in luoghi che loro sembrano conoscere meglio di noi.

Noi vi proponiamo un veloce itinerario fra musica, cultura e gastronomia nelle Colline Pisane, fra Pontedera e Volterra, che prende le mosse anche dai consigli di amici stranieri.

Il Teatro del Silenzio di Lajatico

Non avete mai sentito parlare del “Teatro del Silenzio” di Lajatico e dell’annuale spettacolo organizzato da Andrea Bocelli che tutti gli anni dal 2005, per una sola sera, popola di celebrità la zona e spopola tra il pubblico? E che quest’anno sarà officiato il 3 agosto? Bene, anzi male: noi ve ne avevamo parlato l’anno scorso, dandovi la ricetta della Zuppa Inglese preparata dallo chef Andrea Aprea per la cena di gala.

A questo punto potete fare due cose. Andarci (il programma del concerto non è ancora definito, ma sono aperte le prenotazioni: e se vi piace Bocelli, l’occasione è da non perdere). O non andarci, ma scegliere le Colline Pisane per un altro viaggio, più intimo, in altre date.

L’Asilo Masi, una casa ospitale

L’Asilo Masi non è più un asilo: è un’aristocratica Maison d’Hôtes a Capannoli. Dalla strada, si riconosce per la facciata dalla sagoma curvilinea. Dentro, ha un giardino con piscina in pietra. E salotti pieni di libri, divani, cuscini. E otto stanze da letto, una diversa dall’altra, arredate con mobili di famiglia, pensate per visitatori riflessivi e ritirati o cosmopoliti e curiosi. E corsi di cucina tematici e di varia durata, e si fa la spesa insieme al cuoco, e, secondo la stagione, gite a cavallo e in bici, cerca di tartufi, volo sulle colline partendo dalla vicina aviosuperficie.

L’Asilo Masi ricorda più che mai che la parola “ospite” ha una natura bifronte – cioè indica sia la persona ospitata che la persona ospitante. Il punto è che in entrambi i ruoli la vita qui è particolarmente dolce.

Arrivate e vi accoglie come foste amici personali la Contessa Cristina Gotti-Lega, aprendovi la sua casa, affiancata da Samuel Accomo e Denise Daini. In cucina, un menu parecchio toscano ma anche vegetariano e vegano a richiesta: accosta prodotti robusti, bio, a raffinate preparazioni. Zuppe ne trovate sempre, uova sono quelle di Paolo Parisi, le cui galline livornesi si nutrono di cereali e latte di capra. Ci sono poi, immancabili, i tartufini di fegato, che in inverno nascondono morbide prugne secche, ma in estate il cuore è di ciliegia.

Anche i dolci sono fatti in casa. Anzi, la Contessa in persona ha le sue specialità.

Porco e ciliegia a Lari. Aff(r)ettatevi

I tartufini sono un solluchero divino. E a Lari, poco lontano, vi segnalo il progetto di un salame alle ciliegie candite, con l’aggiunta del liquore alle ciliegie di Lari, che nasce dalla collaborazione tra il macellaio Davide Balestri e il pasticcere Stefano Bernadeschi. Il salame è già in commercio, ma (notizia di stamattina) è già finito. Alle festa delle Ciliegie di Lari lo scorso weekend lo hanno venduto tutto.

I quantitativi sono sempre limitati: il salame viene infatti prodotto in piccoli lotti, intorno ai 30 kg alla volta, perché è più buono quando è morbido, e Balestri non vuole lasciarlo invecchiare.

Ma state tranquilli: a breve sarà pronto un altro lotto.

A Lari poi non dovreste privarvi di una provvista di pasta Martelli, prodotta da 90 anni artigianalmente, in pochissimi formati. Penne e spaghetti i più venduti.

Altre ville – e un Abbraccio (è un vino)

Io le ho scoperte durante un viaggio tematico – #pisavalderaworkshop: guai se ve ne andate da Capannoli senza visitare la Villa Baciocchi, che ospita la Biblioteca Comunale e un’inattesa collezione museale di animali tassidermizzati, tra cui un ippopotamo all’ingresso. O Villa Martelli-Orlandini, cara al mecenate dei Macchiaioli, con un paio di appartamenti affittabili per le vacanze di famiglie numerose o di nutriti gruppi di amici. E sempre guai se non vi fermate a Casa Zeiro, dimora privata unica per gusto e soffitti affrescati, ma soprattutto azienda vinicola guidata dalla magnifica Irene, che ha un guizzo di passione negli occhi quando vi racconta i “suoi” vini o vi intrattiene nel piccolo Ristorante della Casa. Provate l’Abbraccio.

 

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.

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