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Vini naturali. 5 buoni motivi per andare da e/n enoteca naturale a Milano

martedì, 23 Aprile 2019 di

svinando

Siamo in pieno centro a Milano, a due passi dal rumore di corso di Porta Ticinese, appena defilati e silenziosamente affacciati sul parco delle Basiliche, in via Santa Croce. Siamo da e/n enoteca naturale.

Da scrivere rigorosamente tutto in minuscolo, come mi ricorda Rocco Galasso, già “disturbatore enologico” dietro al banco di Vinello, altro progetto milanese dedicato ai vini naturali.

Siamo all’interno dell’edificio che ospita Casa Emergency, in un’ex scuola in disuso in via Santa Croce al 19. Un bando pubblico, datato luglio 2015, del Comune di Milano, lo assegna appunto a Emergency.

3.500 metri quadrati, 14 mesi di ristrutturazione, costi totali 4 milioni e mezzo di euro (tutti “a nostro carico”, come precisato con grande orgoglio dalla presidente Rossella Miccio durante la conferenza stampa dell’epoca), ed ecco nascere nel 2017 Casa Emergency, legata a doppio filo al nome di Gino Strada, un luogo per incontrarsi ma anche dove poter provare ad aiutare gli altri.

Al primo piano uno spazio volontari, al pian terreno uno sportello informativo socio-sanitario rivolto a chiunque ne abbia bisogno, 2.300 metri quadrati di giardino, e uno spazio “libero” da oltre cento posti.

È qui che prende vita una nuova attività, e/n – enoteca naturale, un luogo creato principalmente per incontrarsi, al motto di “Bere vino è giusto“. E ci sono almeno 5 buoni motivi per andarci.

1. Perché e/n ha un’anima etica

Ecco, iniziamo da qui, visto che non si tratta di un’enoteca tout court – per esserne certi basta dare un veloce sguardo all’atto costitutivo. Si tratta di una Srl benefit, una società a fini di lucro ma con uno statuto speciale, che intende perseguire finalità di beneficio comune:
– l’approvvigionamento di prodotti da produttori che promuovono un’economia più giusta e sostenibile, più etica e responsabile, che rispetta le persone e tutela l’ambiente; la società si assicura che i prodotti venduti, somministrati ed esposti provengano da imprese che hanno un impatto positivo sia sociale che ambientale
– la promozione di eventi, con l’obiettivo di creare spunti per diffondere una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani, in linea con gli ideali promossi da Emergency o da altre che perseguano analoghe finalità di solidarietà sociale
– l’impiego e la formazione di migranti richiedenti asilo, anche attraverso l’esecuzione dei servizi di ristorazione con attivazione di percorsi di inserimento lavorativo.

Quindi si sceglie tra piccoli vignaioli ed agricoltori, si sostiene Emergency con una quota del fatturato e si promuove l’integrazione attraverso tirocini formativi: con un turn over di tre mesi, almeno due ragazzi alla volta hanno l’opportunità di imparare un mestiere e acquisire competenze utili per il loro futuro.

2. Perché e/n ha un team speciale

Idee così necessitano di persone speciali, come Guido Cerretani e Marta Gianotti, a cui vanno aggiunti Francesca Agnello ed il già citato Rocco Galasso, che gestisce la sala e cura la selezione vini.

Guido e Marta, appassionati del mondo dei vini naturali, che da sempre frequentano fiere ed eventi e conoscono i produttori, sono stati co-fondatori di Vinello, enoteca aperta in piazzale Gambara a Milano nel 2013, dove Rocco “stazionava” al banco.

Francesca ha invece una lunga esperienza nel settore della cooperazione internazionale, in particolare dell’impresa sociale, ed una spiccata sensibilità sociale.

Il progetto poi ha visto coinvolti i falegnami di Controprogetto, specialisti nelle lavorazioni con materiali di recupero, autori del lungo bancone e della bottigliera a parete, ma anche Lago Design, con tavoli e sedie dal sapore vintage, per finire con il graphic designer torinese Gianluca Cannizzo, molto noto nell’ambiente vino e qui autore di grandi poster e delle magliette del personale.

“La collaborazione tra e/n ed Emergency,” sostiene Rossella Miccio, Presidente di Emergency, “nasce da una convergenza di valori dando opportunità lavorative a richiedenti asilo, l’enoteca favorisce l’inclusione sociale; servendo prodotti naturali, cioè ottenuti con il minor numero di additivi e lavorazioni possibile, promuove il rispetto del territorio e dell’ambiente; selezionando accuratamente i propri fornitori tra quelli più critici e sensibili a questi temi, si schiera a pieno dalla parte dell’eticità nella filiera alimentare. L’enoteca inoltre sostiene Emergency nella nostra raccolta fondi e contribuisce alla diffusione delle nostre campagne ”.

3. Perché e/n ha un’idea di fondo

È quella di fare cultura, chiaramente attraverso la conoscenza diretta: ecco perché ogni lunedì cambiano i vini in mescita, dichiarati nella lavagna nera all’ingresso, e ogni mese il menù è arricchito da nuovi prodotti.

E poi ci sono gli eventi, un po’ formativi e un po’ goliardici, come #wineroulette in cui i vignaioli diventano protagonisti e vivacizzano le degustazioni di gruppo.

O i #foodroulette: i fornitori dei prodotti gastronomici si mettono a disposizione per raccontare i loro progetti in modo informale e amichevole.

Una cantina di circa 250 etichette di vini naturali e una selezione “democratica” di tutte le regioni italiane e tante europee: l’offerta di e/n è davvero completa e soprattutto accessibile, per poter avvicinare qualsiasi tipo di pubblico ai vini naturali.

Con piatti che si abbinano alla grande varietà di vitigni ed etichette a disposizione: viaggiare dall’Abruzzo alla Borgogna, per poi tornare in Lombardia o in Puglia per un assaggio di Capocollo di Martina Franca sul pane di Rozzano, si può.

4. Perché da e/n si beve vino naturale

Si bevono vini “naturali”, va senza dirsi. Che potremmo anche definire “artigianali” (vi ricordo che non esiste una definizione “legale” di questi vini), parola che forse meglio si addice a questa tipologia di vini.

Cerco di restare sul semplice per provare a spiegare la tipologia e le principali differenze da quelli definiti “convenzionali”, saltando a piè pari luoghi comuni legati all’assenza di mal di testa consumando questi vini, ovvero sulla presenza di bouquet aromatici non sempre piacevoli. Mi limiterò a dirvi che le differenze iniziano in vigna dove sono banditi pesticidi e diserbanti e si preferiscono biodiversità e spontaneità della natura circostante, per una resa più bassa ma nettamente più di qualità. Nell’assoluto rispetto del territorio si limitano i trattamenti a zolfo e rame e si prediligono spesso varietà locali, di cui si promuovono recupero e tutela.

Una volta in cantina, ci si affida a fermentazioni spontanee del mosto e sono banditi additivi enologici o trattamenti per correggere l’aspetto, il sapore, l’acidità e il profumo del vino.

Sono nati così i vini proposti alla mescita in occasione della nostra visita.

Il Prosecco Colfondo dell’Azienda Agricola Gilberto Canal, Treviso, 100% di uva glera rifermentata in bottiglia con i propri lieviti che, esausti, ricadono sul fondo della bottiglia al termine della fermentazione, quella che riparte in primavera nutrendosi degli zuccheri residui contenuti nel vino.

Il rifermentato naturalmente Smarazen, dell’Azienda Agricola Mirco Mariotti, Ferrara, da uve al 70% Trebbiano Romagnolo e 30% Malvasia di Candia non aromatica, uno dei vini “tipicamente” locali prodotti dall’azienda su terreni prevalentemente sabbiosi.

Il Famoso dell’Azienda Agricola Ancarani, Ravenna, composto al 100% dalle uve di uno dei tanti vitigni autoctoni recuperati e nuovamente valorizzati. Una piccola cantina a conduzione familiare i cui vigneti si sviluppano in prossimità della rocca di Oriolo, sulle colline faentine.

L’Esino Rosso DOC, Montepulciano 100% dell’Azienda Agricola Col di Corte, Ancona, una piccola realtà biologica nella doc Castelli di Jesi, attenta all’evoluzione stagionale delle uve e alla loro qualità, cercando di preservarne integralmente le caratteristiche.

La Passerina delle Colline Pescaresi dell’Azienda Agricola Colle Trotta Q500, Penne (PE), da un vigneto situato a 500 metri sul livello del mare e sovrastato dal Massiccio del Gran Sasso, rendendo possibile una forte escursione termica fra il giorno e la notte ed una costante ventilazione.

Il Siclys, Nero d’Avola dell’Azienda Agricola Armosa, situata a Scicli in provincia di Ragusa. Nasce nel 2002 con l’intento di riportare la coltivazione della vite da vino in un territorio fortemente vocato e di antica tradizione vinicola.

5. Perché da e/n si mangiano prodotti selezionati

Una premessa: la cucina c’è, ma al momento non ha ancora uno chef. L’idea è quella di metterla a disposizione di cuochi ospiti in occasione di eventi, si vedrà in seguito. Per ora c’è una valida selezione di ottimi prodotti ed anche alcune proposte calde.

C’è la mortadella bolognese di Artigian Quality, mortadella biologica prodotta a Bologna dall’artigiano Silvio Scapin con carni biologiche certificate, lavorazione artigianale a cottura lenta senza l’intervento di macchinari industriali.

C’è il salame de La Castagnola, che alleva i suoi animali allo stato semi brado.

C’è il Parmigiano Reggiano del Caseificio Beduzzo di Corniglio, Parma, la cui latteria sociale nasce nel 1850 come raccolta latte e successiva trasformazione in formaggio per il sostentamento delle popolazioni montane.

E per i piatti caldi ci sono le zuppe di stagione di Cucina-to di Torino, una gastronomia artigianale fondata nel 2011 da un gruppo di studenti dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che cucina solo cibo che possiede elevate qualità organolettiche.

Senza dimenticare che ad accompagnare i vini c’è sempre un piattino con il pane della Cascina Sant’Alberto di Rozzano e l‘olio di Podere Trelicium-Terlizzi, Bari insieme a qualche altra piccola sorpresa.

Ah, dimenticavo, i prezzi: il vino resta il core-business dell’attività, con il prezzo al calice tra i 5 e i 7 € (bollicine intorno ai 10), ed i piatti da 6 a 12 €.

Per ora, si sta ancora “aggiustando il tiro”, l’enoteca apre solo di sera dalle 17.30 alle 23 (ed è chiusa la domenica), ma c’è la voglia di prolungare gli orari nei fine settimana.

Dite la verità, non vi ho incuriosito abbastanza da andarci?

e/n – enoteca naturale.Via Santa Croce 19, Milano. Tel. +39 02 82770589

[Immagini: Marco Craig, Stefano Scagliarini]