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Facciamo buon Visintin a cattivo gioco. Prima o poi Passera

mercoledì, 15 Gennaio 2020 di

Ve lo dico subito. Sono arrabbiatissima con il signor Valerio M. Visintin che non conosco e non dovreste conoscere nemmeno voi. È l’Uomo Mascherato, il cavaliere senza macchia (te credo, è vestito di nero) e senza paura che non la manda a dire ma la scrive.

Rischia di farmi togliere la seguitissima rubrica Carolinate dal Mondo qui su Scatti di Gusto.

Non pensiate perché avrebbe accusato Carlo Passera (neanche lui conosco anche se gira a volto scoperto) di strisciante razzismo.

Macché, non mi ha citata nel suo pezzo sul Corriere, oddio sul blog Mangiare a Milano che mica pizza e fichi è?

Il mio capo mi ha detto “Guarda che Visintin non ti ha nemmeno citata” e io mi sono dovuta difendere e meno male che c’era Just Eat che ha risposto.

Quindi ve lo dico a a lettere maiuscole: USATE JUST EAT come se non ci fosse un domani.

Va bene, finito questo piccolo spot promozionale per la mia rubrica, vi dico che la spiegazione che mi sono data della mancata segnalazione nel prezioso pezzo di Visintin è la mia assenza dai social.

Non ho potuto insultarlo a dovere come hanno fatto – copio incollo e vi prego di non querelarmi che non c’entro niente – Marki e Ceroni in rappresentanza di Identità Golose, Tonelli per il Gambero Rosso, Vizzari per le guide dell’Espresso cartacee, Colognese per le stesse guide on line, Pignataro a nome di se stesso (che è già quanto basta).

Cioè vi rendete conto? Non mi ha citata nemmeno per rispetto alle quote rosa.

E tutto per spiegare che il suo post su Facebook non era dovuto allo strisciante razzismo ma serviva per denunciare la sciatteria di Passera che “ha svolto il proprio compito con negligenza, buttando in pagina una didascalia incompleta senza la necessaria verifica”.

Ragazze, e ragazzi, me lo dice sempre il capo: contenuti originali, non copia incollare le veline degli uffici stampa, almeno leva tutti gli avverbi e gli aggettivi enfatici.

Niente, non l’ho ascoltato e non sono stato citato dall’insegnante di giornalismo più temuto dagli chef di Milano e insultato dai suoi colleghi di tavola.

Mi cospargo il capo di cenere e cambio la chiusa del precedente articolo.

Facciamo buon Visintin a cattivo gioco. Prima o poi Passera