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Coronavirus. 50 mila ristoranti, pizzerie e locali a rischio chiusura

30 miliardi di euro di perdite con 300 mila posti di lavoro a rischio: le preoccupazioni della Fipe e le 10 richieste per uscire dalla crisi
lunedì, 20 Aprile 2020 di

30 miliardi di euro di perdite, uno stato di crisi profonda e il serio rischio di veder chiudere definitivamente 50.000 imprese e di perdere 300 mila posti di lavoro.

La Fipe Confcommercio lancia l’allarme Coronavirus spiegando che ai nastri della ripartenza potrebbero mancare molte aziende all’appello tra bar, ristoranti, pizzerie, catene di ristorazione, catering, discoteche, pasticcerie, stabilimenti balneari

A conferma di questa previsione, l’associazione spiega che “molti imprenditori stanno maturando l’idea di non riaprire l’attività perché le misure di sostegno per il comparto sono ancora gravemente insufficienti e non si intravedono le condizioni di mercato per poter riaprire.

Gli interventi sin qui messi in campo dal Governo sono solo una risposta parziale: la liquidità non è ancora arrivata, la garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 € è una cifra lontanissima dalle effettive esigenze delle imprese per far fronte agli innumerevoli costi da sostenere, la burocrazia rimane soffocante appesantendo addirittura le stesse procedure degli ammortizzatori sociali obbligando, di fatto, le imprese ad anticipare i pagamenti. Sulle tasse, inoltre, non ci sono state cancellazioni ma solo un differimento, per di più con la beffa di dover rischiare di pagare l’occupazione di suolo pubblico stando forzatamente chiusi e la tassa su rifiuti virtuali visto che di rifiuti non ne sono stati prodotti.

https://www.facebook.com/fipe.confcommercio/videos/695972201171718/

“Con la riapertura del Paese – dichiara il Presidente di Fipe-Confcommercio Lino Stoppani – gli italiani rischiano di non trovare più aperti né il bar sotto casa, né la trattoria di quartiere. Per questo, chiediamo al governo e alla politica tutta un aiuto e uno sforzo in più per salvare un pezzo del nostro sistema produttivo che, con 85 miliardi di fatturato prodotto e 1.200.000 occupati, è un settore trainante del turismo e dell’economia del Paese.”

La 10 richieste per salvare ristorazione e divertimento

Per questo, FIPE-Confcommercio ha predisposto un pacchetto di richieste al Governo e alla politica per mettere in campo, con urgenza, misure che consentano la sopravvivenza di questo settore:

  1. risorse vere a fondo perduto per le imprese parametrate alla perdita di fatturato
  2. moratoria sugli affitti: serve una compensazione per il periodo di chiusura e per il periodo di ripartenza
  3. cancellazione imposizione fiscale come Imu, Tari, affitto suolo pubblico e altre imposte fino alla fine del periodo di crisi
  4. sospensione pagamento delle utenze 
  5. prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia
  6. sgravi contributivi per chi manterrà i livelli occupazionali
  7. reintroduzione dei voucher per il pagamento del lavoro accessorio
  8. possibilità di lavorare per asporto, come avviene in tutta Europa
  9. concessione di spazi all’aperto più ampi nel periodo di convivenza con il virus, per favorire il distanziamento sociale e permettere agli esercizi di lavorare
  10. un piano di riapertura con tempi e modalità certe condiviso con gli operatori del settore, per permettere a tutte le imprese di operare in sicurezza.