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Gelato e Coronavirus. Di Matteo attacca De Luca e le sue misure

Le norme sanitarie e gli orari di apertura delle gelaterie stabilite in Campania rendono impossibile la ripartenza anche per le gelaterie
venerdì, 24 Aprile 2020 di

La polemica sulle rigidissime norme sanitarie imposte dal Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per dare il via libera al delivery dal 27 aprile continuano a montare.

Getta benzina sul fuoco anche Raffaele Del Verme, titolare della gelateria Di Matteo, nome di eccellenza del settore gelato con il suo locale a Torchiara, poco sopra Agropoli in Cilento.

Pluripremiato per i suoi incredibili gelati e in vetta a molte delle classifiche degli appassionati – comprese le nostre – ha preso la tastiera e ha scritto a De Luca su Facebook una lettera in cui esprime più di un dubbio sulla correttezza delle disposizioni sanitarie che consentono l’avvio delle consegne a domicilio dei gelati e pone una domanda immaginando scenari inquietanti per la riapertura.

La lettera del gelatiere Raffaele Del Verme

Raffaele Del Verme gelatiere

Caro De Luca, fermo restando che ci hai concesso di fare il delivery da lunedì 27 aprile quando nel resto d’Italia non l’hanno mai sospeso, vorrei fare delle constatazioni e poi farti una domanda:

mi chiedi di fare una sanificazione in un locale chiuso da 2 mesi quando il virus, nelle migliori delle ipotesi, vive una “settimana”?

mi chiedi di tenere un registro dove annotare, 2 volte al giorno, le sanificazioni che devo fare;

mi chiedi di tenere, in laboratorio, oltre a guanti e mascherina, se non sbaglio, unico in Italia anche camice monouso e sovrascarpe;

mi stai chiedendo di tirare fuori soldi Extra facendo finta di dimenticare che quest’anno, se tutto va bene, farò il 30% del fatturato dello scorso anno.

Queste sono alcune delle considerazioni ora la domanda: ma chi sono questi esperti che ti consigliano, sono mai entrati in un laboratorio di gelateria, come faccio io, sono mai entrati in una cucina o in un laboratorio di pasticceria, perché se avessero un minimo di conoscenza saprebbero come ci si muove in quegli ambienti, gli spazi e le problematiche che ci sono, per la riapertura ci chiederete anche una “camera di decompressione”, magari due una davanti la porta del laboratorio e una davanti la porta d’ingresso?

Non ti sto chiedendo di non darmi regole ti sto chiedendo di darmele con un po’ di buonsenso pensando che probabilmente il 50% delle attività non riaprirà.

Vorremmo, come tutti, lavorare in sicurezza, nostra e dei nostri clienti , ma vorremmo continuare a farlo.

Grazie