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ristorante con i manichini

Il ristorante riduce le distanze ai tavoli e sembra pieno con i manichini

Un'idea per le prossime aperture: riempire il ristorante di manichini per far sentire gli ospiti meno soli. Succede a The Inn a Washington DC
giovedì, 14 Maggio 2020 di

Siete preoccupati per la distanza da rispettare tra tavoli al ristorante. Non volete usare plexiglass, né in forma di lastre o di campane, o mettere maschere e creare serre all’olandese.

Il ristorante sembrerà irrimediabilmente vuoto con la rarefazione dei tavoli.

E allora ecco l’idea di popolare il ristorante di manichini che può essere la soluzione definitiva per la riapertura e non soffrire di mancanza di popolarità.

Il progetto di The Inn at Little Washington, l’unico ristorante 3 stelle Michelin a Washington D.C., sembra andare in questa direzione.

medaglione lobster e caviale

Il Little Washington è chiuso ancora fino al 29 maggio, annuncia il sito, insieme all’invito a sottoscrivere i loro Employee Relief Fund Certificates per aiutare i dipendenti a pagare le assicurazioni sanitarie e a superare la crisi. Un portavoce ha anche annunciato il progetto, che dovrebbe vedere una serie di manichini posizionati strategicamente per evitare l’effetto di horror vacui, di panico di fronte a una sala semivuota.

Queste “comparse” occuperanno i tavoli vuoti, vestiti di tutto punto in stile anni Quaranta. Una vera e propria installazione artistica, in cui i vari set saranno in linea con la vocazione a un tempo irriverente e rispettosa del locale. Il tutto realizzato in collaborazione con il Signature Theatre, una compagnia amatoriale, e la Design Foundry, che si occupa di design, installazioni ed eventi, entrambi di Arlington.

manichini al ristorante

Lo so, non saranno seduti al nostro tavolo. Ma pensiamoci un attimo. Finalmente avremmo il commensale ideale, quello che ti guarda ma non parla, a cui non devi far assaggiare il boccone migliore del tuo piatto. Una persona elegante e raffinata, che non avrà mai un pezzetto di insalata fra i denti. Che non passerà lunghi minuti in bagno, mentre tu pensi “ma non sarà uscita/o da una porta sul retro”. Che non dovrai accompagnare a casa dall’altro capo della città, e a cui potrai sussurrare “Ci vediamo qui, stesso locale, stesso tavolo.”

I progetti per la riapertura

ristorante The Innat Little Washington

Ma l’installazione fra arte e cucina con i manichini non è l’unico progetto del ristorante. In realtà, secondo le disposizioni in vigore in Virginia, sotto cui ricade amministrativamente il locale, The Inn potrebbe accogliere i clienti nei propri posti a sedere all’aperto, a metà capacità, già da venerdì 15 maggio. Data che peraltro verrà probabilmente spostata.

Con i menu degustazione da 248 $ a persona, senza i vini in abbinamento, i “big spenders”, i ricconi del District of Columbia potrebbe affollare l’Inn già alla riapertura. Ma il ristorante ha anche in programma di capitalizzare la sua proprietà di 20 acri (20 ettari di giardino) con un tour guidato da un orticoltore. Il “Garden and Ground Tour e Box Lunch”, comprensivo di pranzo, parte il weekend del Memorial Day, venerdì 22 maggio. I tavoli saranno allestiti in giro per la lussureggiante proprietà.

The Inn at Little Washington: un po’ di storia

Patrick O Connell

The Inn at Little Washington aprì il 28 gennaio 1978, durante la peggiore bufera di neve del decennio. Non aveva la licenza per vendere liquori, l’energia elettrica era insufficiente, e lo staff era composto da tre persone. Poche settimane dopo, un recensore di Washington, DC cenò in modo anonimo all’Inn, e scrisse che era il miglior ristorante nel raggio di 250 km dalla capitale.

I due soci, Patrick O’Connell e il suo partner Reinhardt Lynch, venivano dal mondo del catering, e avevano rilevato l’edificio, antico e in disarmo, installandovi una cucina. Alla fine del primo anno di attività chiusero per un mese e si recarono in pellegrinaggio gastronomico nei grandi ristoranti di Francia. All’epoca infatti erano pochi i ristoranti da utilizzare come modello, e la scelta della Francia era quasi obbligata. O’Connell non aveva una formazione come chef, avendo in pratica imparato a cucinare con i libri di Julia Child. L’incontro con alcuni dei più grandi chef europei dell’epoca, e il rendersi conto che erano anch’essi autodidatti, è stato fondamentale, e la Francia una meta fissa ogni anno.

“The Inn at Little Washington remains a life’s work in progress.”

Nel 1984, vennero aperte le prime camere della locanda (ora sono 28), che nel 1987 entrò a far parte dei Relais & Chateaux. Nel 1989 entrò nella storia diventando la prima locanda a ricevere le cinque stelle della Mobil Travel Guide. L’anno dopo ricevette le cinque stelle anche per il ristorante. La terza stella Michelin invece è arrivata nel 2018, confermandolo come unico ristorante tristellato di Washington, D.C., e unico premiato dalla Rossa in Virginia.

[Link: Eater Washington DC, The Inn at Little Washington]

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.