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Riapertura. Indagine The Fork su cosa vogliono ristoratori e clienti

Il 36% degli italiani ritornerà al ristorante, mentre il 57% pensa di ridurre o annullare le occasioni di pranzi e cene fuori casa.
giovedì, 14 Maggio 2020 di

Alla riapertura dei ristoranti del 18 maggio si arriva con qualche dato che arriva dai sondaggi effettuati da soggetti che operano nell’ambito food (come Host).

A disegnare un quadro ci pensa anche The Fork, la popolare applicazione per la prenotazione online dei ristoranti di TripAdvisor e in collaborazione con la Guida Michelin.

In Italia, lo studio (*) dipinge un quadro in chiaroscuro per quanto riguarda gli utenti, divisi tra il desiderio di uscire e le preoccupazioni legate al contagio.

Rispetto alla futura frequenza dei pasti fuori casa, le opinioni del campione si spaccano in due.

1. In Italia quasi 4 persone su 10 andranno al ristorante

A livello nazionale, il 36% prevede di recarsi al ristorante di più o tanto quanto nell’era pre-COVID19, mentre il 57% pensa di ridurre o annullare le occasioni di consumo fuori casa.

2. La Campania non vuole andare al ristorante

Vi sono, inoltre, alcune differenze a livello regionale: sono timorosi soprattutto al sud e nelle isole e infatti in Campania il 69% dei rispondenti andrà poco o per niente al ristorante, mentre c’è più desiderio di uscire nel centro e nel nord, specie in Emilia RomagnaLazio Lombardia (il 36-38% andrà fuori come o più spesso di prima).

3. Contagio e sicurezza

Interessanti anche i fattori che incideranno sulla scelta.

  1. Il 43% degli intervistati individua nella paura del contagio il freno principale all’esperienza ristorativa
  2. Il 27% degli utenti teme che le disposizioni di sicurezza la rendano meno godibile,
  3. Il 66% del campione pensa che le disposizioni di sicurezza siano una condizione fondamentale per tornare a frequentare i locali.

4. Cosa spinge ad andare al ristorante

Fattori incentivanti, ai quali invece possono contribuire i servizi digitali sono nell’ordine:

  1. la comunicazione online delle misure di prevenzione messe in campo dal ristorante, che il 57% degli utenti trova molto rassicurante;
  2. la possibilità di prenotare tavoli all’aperto (56%);
  3. eventuali recensioni dedicate alle norme anti-COVID (33,6%)
  4. la digitalizzazione di alcune operazioni per minimizzare i contatti umani, ad esempio ordinare e pagare direttamente da app.
  5. La maggioranza degli utenti tornerà al ristorante entro 3 mesi dalla riapertura (86%)
  6. Tra chi ritornerà al ristorante nei tre mesi il 45% degli intervistati presterà leggermente più attenzione al conto poiché l’emergenza sanitaria ha inciso sulla disponibilità economica.

5. Asporto e consegne a domicilio

Si prevede una persistenza della consegna a domicilio e dell’asporto.

  1. Prima della quarantena il 33,4% degli intervistati si serviva del delivery circa una volta alla settimana: oggi questo numero è salito al 41,3% e il 58% pensa di continuare con lo stesso ritmo nel prossimo futuro.
  2. Quanto al take away, possibile dal 4 maggio, il 33% prevede di sfruttarlo una volta ogni sette giorni, mentre prima dell’isolamento sociale ad adoperarlo con questa frequenza era solo il 27%

6. Cosa pensano i ristoratori

La maggioranza dei ristoranti intervistati ha optato nel picco dell’emergenza per la chiusura, ma il 67% intende riaprire il servizio in sala non appena sarà possibile per legge e si ritiene in grado di rispettare la distanza di sicurezza tra i tavoli e  – se necessario – di ridurre il numero di coperti.

Il 21% dei ristoranti considerati nello studio prevede di compensare la limitata capienza per servizio in sala aumentando le ore di attività per consentire una maggiore turnazione dei tavoli.

Quanto ai prezzi, il 55% degli esercenti intervistati punta a mantenerli stabili, ma si pensa già a meccanismi incentivanti come l’introduzione di piatti più economici in carta (76%), i menù degustazione con prezzi ridotti (80%) o ancora bibite e dessert in omaggio (52%). 

Infine, chi lo ha già fatto finora, continuerà nella maggior parte dei casi a fornire la consegna a domicilio e l’asporto, ma non ci si aspetta nelle prossime fasi un’impennata degli ordini.

(*) Ricerca somministrata nel mese di Maggio 2020 attraverso Surveymonkey su un campione di 1500 utenti e 285 ristoranti Partner di TheFork