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Ristoratrice morta

La ristoratrice morta non aveva debiti. Odio social contro Biagiarelli

Non avrebbe avuto debiti Giovanna Pedretti, la ristoratrice morta ieri. Lorenzo Biagiarelli sta ricevendo violenti messaggi di odio social
lunedì, 15 Gennaio 2024 di

Giovanna Pedretti, la ristoratrice titolare della pizzeria “Le Vignole” di Sant’Angelo Lodigiano, trovata morta ieri nelle acque del Lambro, non avrebbe avuto problemi economici.

Gli investigatori hanno esaminato in nottata, pur in modo incompleto e preliminare, la situazione dell’impresa che Giovanna gestiva insieme al marito, Aniello D’Avino. Senza trovare evidenze di particolari difficoltà finanziarie. 

La coppia, lui di 62 anni e lei di 59, non avrebbe avuto problemi di debiti. 

La pizzeria della ristoratrice morta ieri

La piccola pizzeria, aperta nel dicembre del 2014 con spese ridotte, poteva contare su una fedele clientela del posto.  

Giovanna e il marito amministravano il locale con cura e orgoglio, dopo aver resistito anche agli anni della pandemia, il periodo più duro. 

In precedenza, la donna e il marito avevano gestito altre attività di ristorazione. E grazie alla vendita di uno di questi locali si erano potuti permettere di non lavorare per un breve periodo. 

Inchiesta a carico di ignoti

Forse il suicidio, l’ipotesi al momento più accreditata, non era stato pianificato. Visto che la ristoratrice morta non ha lasciato nessun messaggio di saluto o di spiegazione.

La donna è uscita di casa ieri verso le 4 del mattino. Nessuno ha più avuto sue notizie fino al ritrovamento dell’auto, una Fiat Panda beige, dopo le ore 14. 

A pochi metri, sulle rive del fiume Lambro, in prossimità del ponte di Sant’Angelo Lodigiano, è stato trovato il suo corpo. 

L’autopsia sul cadavere è prevista per mercoledì o giovedì prossimo, all’Istituto di Medicina legale di Pavia. La procura ha avviato un’inchiesta conoscitiva, che presto diventerà a carico di ignoti, e disposto anche un esame tossicologico.

Gli inquirenti ritengono plausibile tra le altre anche l’ipotesi che si tratti di un gesto collegato agli insulti ricevuti da Giovanna negli ultimi giorni sui social. Una conseguenza, forse una reazione improvvisa.

La recensione su gay e disabili e l’odio social

La storia è tristemente nota. La ristoratrice morta aveva risposto con fermezza e saggezza alla recensione di un cliente che si lamentava dei gay e dei disabili seduti vicino a lui. 

Guadagnandosi anche l’approvazione della ministra per la Disabilità, Alessandra Locatelli. 

Giovanna, che sui social era diventata un’eroina nazionale, poche ora dopo, con la schizofrenia tipica di questi casi, aveva subito duri attacchi. 

Il ruolo di Lorenzo Biagiarelli e Selvaggia Lucarelli

A causa, in particolare, delle ricostruzioni dell’opinionista Selvaggia Lucarelli e del suo compagno Lorenzo Biagiarelli, chef e blogger. 

Ricostruzioni che presentavano quella recensione come un possibile falso. Creato proprio dalla ristoratrice morta. Per farsi pubblicità e attirare clienti. Accuse che avevano ferito e angosciato Giovanna. 

L’analisi del cellulare e del pc della ristoratrice morta ha un chiaro valore investigativo, per verificare come sono state le ore prima della sua scomparsa volontaria nelle campagne. 

Su quei dispositivi potrebbero esserci altre offese, che per la loro forza, o perché Giovanna le riteneva insopportabili, potrebbero aver influito sulla sua scelta drastica. 

Gli inquirenti della Procura di Lodi, guidati da un magistrato esperto come Maurizio Romanelli, non trascurano neanche il passato famigliare di Giovanna.

Anche il fratello della donna, purtroppo, è morto suicida. 

La ristoratrice è morta: polemiche sulla gogna social

Come d’abitudine, Selvaggia Lucarelli non ha evitato il confronto.  

“Si parla di gogna, ma in realtà non c’è stata questa gogna di cui si parla sui social. Penso quindi che si conosca poco dei precedenti. Come al solito”. 

Lucarelli ha sottolineato altri tre aspetti della vicenda.

La certezza che si trattava “chiaramente di un falso a prima vista”. 

Il fatto che la verità non sarebbe mai emersa se qualcuno, come la stessa Lucarelli e il suo compagno Biagiarelli, non avessero fatto debunking. Non avessero cioè condotto un’inchiesta sulle sospette fake news divulgate dalla ristoratrice morta. 

E prima ancora, il meccanismo secondo cui “una persona inventa una storia usando disabili e gay per ottenere quella popolarità sui social che tutti cercano”. 

Biagiarelli, nel frattempo, ha spedito al mittente le accuse di “gogna social” e di “shistorm”. Su Instagram si è detto “dispiaciuto della morte della signora Giovanna”, ma ha invitato a riflettere sulle conseguenze del tentativo di ristabilire la verità. 

“Se si dovesse temere sempre questo epilogo dovremmo chiudere tutto, giornali e social, io, invece, nonostante i violenti messaggi d’odio che sto ricevendo”, continuerò a cercare la verità nelle cose”.

Chi era Giovanna Pedretti 

Dalle prima domande rivolte in serata dai media ai concittadini di Giovanna Pedretti, la figura della ristoratrice morta emerge come perfettamente integrata nella realtà di Sant’Angelo Lodigiano. 

Con la classica routine “famiglia e ristorante, ristorante e famiglia”, riferita da molti conoscenti. 

Nessuno al contrario, si è detto a conoscenza di eventuali fragilità interiori della donna, che potrebbero averla messa in difficoltà trovandosi improvvisamente alla ribalta. 

Si attendono ulteriori verifiche della Procura per fare chiarezza su una vicenda dai contorni non del tutto chiari. Importanti potrebbero essere le dichiarazioni del marito.