mulino caputo farine per pizza, pane e dolci

La Boschina, agriturismo con ottima cucina a un passo da Crema

giovedì, 31 Gennaio 2019 di

Dite, senza troppo pensarci: che cucina vi aspettate in un agriturismo?

Se avete risposto “rustica e abbondante”, aspettate un attimo.

Se invece avete risposto “genuina e che mi stupisca”, eccoci qui.

La Boschina di Ripalta Cremasca è un agriturismo con la cucina che non ti aspetti – naturale, accessibile, armoniosa – per merito della chef Monica Carubelli.

Siamo nei luoghi del film di Luca Guadagnino “Chiamami col tuo nome”, che ha generato un interesse enorme verso Crema e ha mosso (e commosso) italiani e stranieri, famelici di arte, bellezza e buona tavola locale.

Ma non siamo qui per parlarvi dei tortelli cremaschi, stavolta.

Coltivare gli ortaggi e l’ospitalità

Piccola timeline: La Boschina nasce nel 2010 come azienda a conduzione familiare, vocata alla produzione di ortaggi di stagione e miele (soprattutto tarassaco e millefiori) che va a ruba. E subito convince, diventando il punto di rifornimento di tantissimi privati e gruppi d’acquisto.

Nel 2016 inaugura 4 camere per gli ospiti e nel 2017 la sala con una cinquantina di coperti. La formula è: ingredienti ultra-locali; menu guidato ossia due menu fissi al mese proposti a settimane alterne; apertura venerdì e sabato a cena e la domenica a pranzo; prenotazione richiesta.

Il prezzo per un pasto completo e ricco, bevande escluse? Gratificante: 30 €.

Per i carnivori, la buona notizia è che gli animali sono allevati o cacciati a chilometro 0. Ma fortunati anche i vegetariani: è proprio brava Monica Carubelli a comporre con i prodotti dell’orto sapori armoniosi da ingredienti semplicissimi.

Perché ci è piaciuta la nostra cena

Con Monica Carubelli in cucina e Lorella Pastori in sala, abbiamo trovato una cena invernale dai colori caldi, aperta da Paté di fagiano con trevisana in agrodolce su crostini di pane sottile e un Sformatino di cavolfiore in onor del Salva – delicatissimo il primo, sorprendente il secondo, tutto d’oro perché il rettangolo di formaggio era impacchettato in un’impercettibile foglio di pasta phyllo – “per mantenerlo compatto e farne percepire il sapore. Insomma, per onorarlo” ha spiegato la chef.

Il Tagliere di salumi locali è stata l’unica concessione a un prodotto non trasformato ma, già così, genuino e goloso.

Sono arrivati poi gli Gnocchi di patate con verza, crema di zucca e pancetta croccante: teneri, quasi rivestiti dalle foglie sottili della verza. Divertenti da mangiare raccogliendo la crema di zucca e facendo scrocchiare la pancetta in bocca. Ma confortanti anche nella variante veg ai soli sapori di verdura.

I Ravioli del Plin (più grandi dei loro omologhi piemontesi) di ricotta in zuppetta di broccolo, patate e salsiccia – quasi nascosti in una minestra – superano invece anche la prova del non-condimento (che per i plin è praticamente un obbligo) presentati con chips saporite di bucce di patata come stelle filanti.

Il Leprotto selvaggio in salmì con purea di patate e rape era un’altra rappresentazione della cena in campagna, ma cena da signori.

Il dolce? Un Pralinato alla ganache di cioccolato e nocciole fatto in casa, cioccolatoso e con una rosea sorpresa in un angolo del piatto: polvere di barbabietole disidratate. Che cosa curiosa e stimolante, accostare cioccolato e barbabietole e i loro colori.

Nei nostri calici a tutto pasto, bollicine: Satèn di Riva Franciacorta.

E per salutarci, un bicchierino della nonna di liquore artigianale alla liquirizia.

La Boschina l’abbiamo conosciuta in inverno. Meditiamo di tornarci in primavera. Ma magari anche in estate, quando nel portico offriranno angurie e meloni cioè quando faranno, come la chiamano loro, “l’anguriera”.

E io se sento una parola nuova che mi suona bene, devo esplorarla da più vicino!
Venite?

Agriturismo La Boschina. Via Solera 10/A, Fraz. San Michele. Ripalta Cremasca (Crema). Tel. +39 339 8502378

[Immagini: iPhone di Daniela; la Boschina]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.