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24 Giugno 2023 Aggiornato il 24 Giugno 2023 alle ore 13:43

Maître del Pagliaccio contro bonus weekend. Lettera a Santanchè

Il bonus weekend è una presa in giro per i ristoratori: la lettera del maître del Pagliaccio alla ministra Santanchè fa discutere
Maître del Pagliaccio contro bonus weekend. Lettera a Santanchè

Sul tema del bonus weekend Matteo Zappile, general manager del ristorante Il Pagliaccio di Roma, due stelle Michelin di grande qualità, ha scritto una lettera aperta alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè, per dire che è una presa in giro.

Il governo italiano ha da poco varato una misura, chiamata “bonus estate” di cui fa parte il cosiddetto bonus weekend, che intende incentivare il lavoro nei fine settimana. 

In pratica, i lavoratori del comparto turismo ricevono un aumento pari al 15 per cento delle retribuzioni lorde, corrisposte per i turni notturni e festivi. 

Una specie di “bonus-notte” e “bonus-domenica” per fronteggiare la carenza di personale che affligge il settore.

Ma questa misura è davvero efficace e apprezzata da chi lavora nella ristorazione? 

A quanto pare, no. Almeno secondo Matteo Zappile del Pagliaccio, 39 anni, che per esprimere senza filtri il suo dissenso sul bonus weekend ha scritto una lettera aperta alla ministra del Turismo, Daniela Santanchè.

Crisi del personale nei ristoranti: la lettera di Zappile

Zappile, che lavora nei ristoranti da 23 anni, descrive la crisi del personale nella ristorazione come una situazione drammatica. 

Il bonus weekend, dice il manager del Pagliaccio di Roma, è una presa in giro, perché non risolve il problema di fondo: la mancanza di tempo libero e di qualità della vita per chi lavora in questo settore.

In un’intervista a Repubblica, Zappile spiega che oggi non si modula la vita privata in base al lavoro, ma viceversa. E denuncia allo stesso modo i turni massacranti richiesti al personale e la pressione fiscale che grava sui ristoratori.

La lettera di Zappile è un grido d’allarme che merita di essere ascoltato e condiviso. Il bonus weekend attaccato nella sua lettera aperta dal manager del Pagliaccio è davvero la soluzione giusta? O serve una riforma più profonda e strutturale? 

Bonus weekend: cos’è e come funziona

Il bonus weekend fa parte del cosiddetto “Bonus estate”, una misura annunciata dalla ministra Santanchè qualche settimana fa. 

Si tratta di un trattamento integrativo speciale del 15% per i lavoratori del turismo che vale dal primo giugno al 21 settembre di quest’anno. 

L’obiettivo dichiarato è quello di rendere più attraente il settore, affrontare il problema della mancanza di personale, migliorare le condizioni di lavoro e favorire una maggiore stabilità occupazionale.

Ma secondo Zappile del Pagliaccio, il bonus weekend è solo un palliativo che non serve a nulla. 

È un contentino, non la risposta a un problema enorme. 

Si chiede Zappile: “Chi glielo fa fare a un giovane di andare a Milano o Roma, pagarsi una stanza 500 euro, rimanere se va bene con 700 euro per tutte le altre spese? E avere pochissimo tempo libero? A 20 anni…”.

Bonus Weekend: perché Zappile del Pagliaccio dice no

Anthony Genovese e Matteo Zappile del PAgliaccio contro il Bonus Weekend
Anthony Genovese e Matteo Zappile

Zappile racconta come il lavoro sia cambiato negli anni in parallelo alla società e come si sia creato una sorta di doppio binario.

Da una parte orari estenuanti, fuori dal contratto nazionale del lavoro (che prevede 40 ore di servizio settimanali).

Dall’altra parte tasse sempre più alte per i ristoratori/imprenditori. 

Una bolla che è scoppiata dopo il Covid quando, in molti settori, si è sentita la necessità, o meglio, il desiderio da parte di chi lavora di riappropriarsi dei propri spazi, del tempo libero, della famiglia, degli affetti.

E quali sono le possibili soluzioni? 

Zappile propone una minore pressione fiscale, più incentivi per le assunzioni dei ragazzi, l’inserimento di cameriere e cuoco nella griglia dei lavori usuranti che dà diritto a più contributi e meno ore di lavoro. 

“Le ore giuste, in realtà, potrebbero essere 40 a settimana”, aggiunge, “vere però, non finte”.

Il futuro della ristorazione: un mestiere per pochi?

Zappile del Pagliaccio mette in guardia dai rischi che si corrono se il problema non verrà preso in carico seriamente, altroché bonus weekend. 

È preoccupato perché già molti sommelier stanno scegliendo un’altra strada rispetto alla ristorazione, quella della consulenza, dove sono pagati meglio. E prevede uno scenario apocalittico, ma purtroppo verosimile. 

“Fra 10 o 20 anni finirà che nessuno vorrà più fare questo lavoro – dice con amarezza il 39enne – I piccoli chiuderanno e le grandi catene alla lunga non avranno più staff e perderanno i contributi”. 

E allora? 

“Aumenteranno i prezzi, i ristoranti di alta cucina diventeranno una meta solo per ricchi. Se ora un menù in uno stellato costa 200 euro, fra dieci anni verrà 1000 euro. Non vorrei mai che mio figlio facesse questo lavoro”. 

Uno scenario da evitare a tutti i costi. C’è ancora tempo per raddrizzare il tiro. Forse.

Lettera di Zappile del Pagliaccio sul bonus weekend

Interno del ristorante due stelle Michelin Il Pagliaccio di Roma
Interno del ristorante due stelle Michelin Il Pagliaccio di Roma

“Mi chiamo Matteo e sono un Cameriere fortunato, che ha scelto di fare il cameriere, ho studiato per diventarlo e ancora studio per esserlo. Ho accettato e fatto sacrifici dall’età di 13 anni, oggi ne ho 39 e orgogliosamente faccio il Cameriere e sono docente e collaboratore per diverse scuole di settore in Italia. 

Lavoro in una piccola eccellenza della Capitale, dove 5 giorni su sette emozioniamo i nostri clienti che arrivano da ogni parte del mondo.

E credetemi se vi dico che so bene di cosa sto parlando…per questo posso affermare che:

siamo stanchi

Siamo stanchi di questo lavoro fatto così…

Stanchi di come veniamo trattati dallo stato

Siamo stanchi della considerazione che avete del comparto e del settore, 

Stanchi della pressione fiscale per il settore HORECA

Siamo stanchi dei programmi didattici delle scuole alberghiere fermi agli anni 70

Stanchi che i datori di lavoro devono aver paura di assumere una donna che poi si mette in maternità lasciando in difficoltà l’azienda

Siamo stanchi della mancanza di fondi per la formazione

Stanchi della considerazione 0 che avete per chi fa muovere miliardi di euro di fatturato per questo nostro Belpaese.

Il Covid ha fatto riscoprire la Vita ai camerieri e ai cuochi. Il comparto soffre di migliaia di posti vacanti e le nuove generazioni chiedono il Tempo per VIVERE e non per andare oltre le 8 ore da contratto. Non sappiamo davvero cosa offrire di più ai giovani, più soldi, più formazione, ma la richiesta è sempre la stessa: 

più Tempo Maitre! Vogliamo Più Tempo!

Il comparto, cari tutti è allo stremo, i ragazzi giovani abbandonano sempre di più l’idea di lavorare il weekend e la sera e di “sacrificare gli affetti” e la vita privata per aziende costrette a quasi raddoppiare i turni pur di arrivare a fare un po’ di utile.

Se solo imparassimo dai cugini francesi, o ancora meglio dai Paesi scandinavi di come si tratta lo staff di questo comparto, oggi avremmo di sicuro personale sorridente e fiero di lavorare per far felice clienti da ogni parte del mondo. Il Lavoro c’è ma non a queste condizioni..!

Non abbiamo un sindacato che ci appoggia e che ci difende, che è in grado di sedersi ad un tavolo con Voi e di PRETENDERE maggiori diritti, una retribuzione adeguata all’impegno e ai sacrifici

 ma pensate solo se tutto il comparto SCIOPERASSE, se i nostri bei turisti, politici e professionisti si recassero in hotel, in trattoria, al bar o al ristorante e trovassero un bel cartello:

CHIUSO PER TEMPO DA DEDICARE ALLA MIA FAMIGLIA

allora si che capireste cosa significa aver sacrificato l’infanzia, i weekend, il Natale, il Capodanno, la pasqua e tutte le feste per una vita…e che è tempo di 

CAMBIARE.

Si lo so, mille parole al vento tra ministeri e caselle fantasma, ma sono troppo innamorato del mio lavoro per non provarle tutte, per non prendermi 10 minuti dal mio servizio e scrivere a tutti voi, nulla cambierà, nulla succederà e alla fine io come il resto dei miei illustri colleghi saremo costretti ad andare all’estero per avere una vita dignitosa facendo il nostro lavoro.

grazie per l’attenzione e grazie di provare in qualche modo a fare qualcosa!

Matteo, un Cameriere italiano”.

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