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20 Agosto 2012 Aggiornato il 8 Agosto 2024 alle ore 16:44

Cannicchio. La pizza fritta cilentana non è da sagra, ma delude di più

Perché uno che elenca 10 motivi per evitare le sagre a vita e che riflette sull'inutilità di un caciucco a 12 € servito alla sagra in piatto di plastica
Cannicchio. La pizza fritta cilentana non è da sagra, ma delude di più

Perché uno che elenca 10 motivi per evitare le sagre a vita e che riflette sull’inutilità di un caciucco a 12 € servito alla sagra in piatto di plastica ci casca con la pizza fritta che è tra le massime espressioni dello street food cilentano?

Semplice. Perché la servono sotto casa, nel senso letterale del termine, e perché nel manifestino della locale associazione Cannicchio Nuovi Orizzonti la famigerata parola sagra non appare.

Non sarà una scusante ma “Canta che ti passa”, così recita il ciclostile che invita per la terza-quarta volta nel breve giro di questa estate 2012 a degustare piatti tipici cilentani a Cannicchio, non fa venire in mente una sagra. E a cantare e a ammaliare deve essere stata Leucosia la bianca sirena tentatrice di Odisseo che poco distante era precipitata nell’abisso dei mari. Come fai a resistere alla pizza fritta? Non resisti e sai che ti conquisterà.

Tra l’altro Cannicchio è una delle frazioni di Pollica, territorio di Slow Food (che piace a Carlo Petrini), che qui dovrebbe aprire una succursale dell’università di Pollenzo con obiettivo Dieta Mediterranea (a Pioppi c’era Ancel Keys, pioniere degli studi), e di legalità con Festambiente. Insomma, un biglietto di presentazione che convincerebbe chiunque a sedersi ad uno dei tavoli di legno.

Se poi aggiungi anche il costo minimo del lasciapassare, appena 3 € per una pizza fritta di buone dimensioni, non puoi che ripensare ai divertenti tentativi della manifestazione che vedeva le donne del paese preparare ognuna una specialità che veniva servito all’imbocco dei portoni delle case. Un presepe gastronomico che è scomparso come una vecchia cartolina in bianco e nero soppiantata dall’esigenza di far sedere più comodamente i turisti e intrattenerli con un karaoke.

E così la delusione diventa ancora più grande. La pizza è già un po’ preparata e riposa al calduccio insieme ad altre pronta per essere ammantata del sugo e del formaggio.

Come da tradizione riportata in strada.

Peccato che la pizza fritta sia totalmente unta, con un represso accenno di lievitazione e una cottura che grida vendetta per come è stata dimenticata.

Risultato, si risale a casa e, pur cantando lungo la stradina, la delusione proprio non ti passa.

Vuoi vedere che di questa quasi sagra è sbagliato anche il titolo?

Vincenzo Pagano
Fulminato sulla strada dei ristoranti, delle pizze, dei gelati, degli hamburger, apre Scatti di Gusto e da allora non ha mai smesso di curiosare tra cucine, forni e tavole.
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