Anche se questi tre panettoni artigianali valgono per intero il loro prezzo (circa 40 euro), pagabile giusto dagli influencer che vanno a sciabolare nelle sciampagnerie milanesi, state perdendo tempo.
Smettete di leggere.
E’ inutile. Al momento, nessuno dei tre panettoni è disponibile. Esauriti. Sold out.
E allora?
Niente, vi volevo consolare.
Siamo tutti angosciati nel timore di venire un giorno sostituiti dall’intelligenza artificiale, ma queste paure sono largamente esagerate. Per dirla con quel gran battutaro sanfranciscano di Mark Twain.
Nessuna ChatGpt prenderà mai il posto di Stefano Guizzetti, Pietro Macellaro e Simone De Feo.
Chi sono? I virtuosi fabbricanti dei suddetti panettoni artigianali: il prezzo non scherza, vero, ma la bontà splende. Non solo quella. Rifulgono le idee.
Il prezzo esagerato del panettone artigianale e la narrazione tossica
Un momento.
Trovate tossica la narrazione sui pregi dei panettoni artigianali che grandina da TikTok –dove qualsiasi cialtronata passa per caviale– e da tutti i siti di gastronomia nessuno escluso?
Le classifiche dei 50-100-1000 panettoni artigianali, inclusi i prezzi, vi risultano abusate come le videochioamate, gli zoom, le call, o come vogliamo chiamarle?
Faticate a reggere le recensioni in stile “molliche filanti”, “ragnatele di alveoli”, “caleidoscopi di sensazioni”? (Peggio delle videoconferenze pixelate con le occhiaie che distruggono la nostra autostima).
Non avrete niente di simile, è una promessa. Dirò invece perché nessuno è come questi tra i panettoni artigianali non classici.
Tre panettoni artigianali che valgono il prezzo
Un panettone che Stefano Guizzetti da Parma, aka Ciacco, ha chiamato “Amaro”. Proprio nel senso di non dolce. Panettone amaro? Ma è un controsenso, detto poco carinamente.
Invece, per darvi un parametro, qualcuno in preda all’entusiasmo per il sapore ottenuto accostando ingredienti inaccostabili, si è spinto a paragonarlo a quello del Negroni. Il cocktail. Se il paragone suona sacrilego, diciamo Negroni Sbagliato.
Per la cronaca, oltre agli ingredienti classici (burro, lievito madre, miele), questo panettone amaro è fatto con infuso di radici (rabarbaro, genziana, china) e pasta di pompelmo.
Quindi le gigantesche arance candite di Corrado Assenza del Caffè Sicilia, il cui prezzo rasenta il reddito pro capite del Quatar e, ultimo ingrediente di questo panettone artigianale, lo zucchero grezzo di barbabietola.
Una combinazione ingegnosa, calibrata, da “gourmet ghetto”. Com’è soprannominato l’angolo di Rubiera dove in pochi metri si fronteggiano due ristoranti stellati. Nella remota provincia di Reggio Emilia, che da Parma non è poi così distante.
Faceva gelato, ora è un brand
Panettone gianduia, pesca e nocciola – Cremeria Capolinea
A proposito di Reggio Emilia.
La character assassination del più vieto simbolo del Natale, el panetun del nost Milan, è opera di Simone De Feo della Cremeria Capolinea di Reggio. Faceva semplicemente gelato, oggi è un personal brand.
Perché costruisce il panettone, un lievitato complicato che il New York Times ha definito “l’Everest della pasticceria”, meglio dei migliori pasticceri. Quindi, ora, oltre al panettone artigianale, fabbrica raffinatissime tavolette di cioccolato artigianale, una granola che nella Silicon Valley venderebbe a prezzi proibitivi, creme e confetture.
Bastano pochi morsi di questo scuro sortilegio di lievitazione che è il panettone gianduia, pesca e nocciola per prendere atto della sua eccezionalità.
Si capisce che De Feo si è messo a testuggine per ricreare il piacere di una Sacher. Usando gianduia, un cremino di nocciola, pasta di agrumi e pesche candite.
Allo stesso modo, se la vostra piccola quadratura esistenziale ruota intorno al panettone classico, quello di Cremeria Capolinea è fatto con la leggerezza dei campioni che compiono gesti inauditi senza sforzo apparente.
Il panettone artigianale da 45 euro che vale il prezzo
Panettone limone e origano selvatico – Pietro Macellaro
Può essere che abbiate gusti più contemporanei e cosmopoliti, ma questo panettone non classico di Pietro Macellaro, prezzo 45 euro, è senza rivali.
Benché il cilentano che vive e lavora tra orti, olivi e alberi da frutto si faccia carico di associare il limone e l’origano selvatico nello stesso panettone.
Capisco lo spaesamento della concorrenza di Macellaro, è frustrante fabbricare ogni anno panettoni dai gusti stravaganti senza cavare un ragno dal buco.
Qui invece ci si muove con la padronanza dei gestori di night club nei poliziotteschi ambientati a Milano durante gli anni Settanta.
Macellaro tira fuori il coniglio dal cilindro incartando il panettone dentro un profumo da alchimista di rango.
Non sto usando un grimaldello lessicale per attenuare il grigiore dei tentativi altrui. Ma questo panettone, che vale tutto il prezzo, è infarcito di creatività. E di limone a cubetti e in pasta, origano macinato, baccelli di vaniglia Bourbon.
