Il time-lapse di un hamburger ammuffito chiarisce il significato “senza conservanti”
Avete tutti presente l’aspetto degli hamburger nelle immagini pubblicitarie.
Un’alta e succulenta polpetta di carne in mezzo a due fette di pane talmente morbide e gonfie da sembrare due cuscini e un voluttuoso formaggio filante che fa da corona. Due foglie di insalatina fresca e bella verde, insieme a due pomodori rosso vermiglio, completano l’allettante quadretto.
Un quadretto però, a dire il vero, molto distante dal sottile patty racchiuso da due piatti dischi di pane con un piatta e smunta polpettina che invece ci ritroviamo tra le mani quando andiamo ad acquistarci il nostro bel burger: un lampante esempio di scollamento tra fiction e realtà.
Bene, per porre fine ironicamente a questa dicotomia, che in realtà riguarda tutti i prodotti pubblicizzati e non è certamente solo propria del mondo dei fast food, Burger King ha pensato di uscirsene con una pubblicità shock: in un recente video, un burger Whopper viene mostrato facendolo letteralmente marcire ed ammuffire durante ben 34 giorni. Il risultato finale è un disgustoso panino ricoperto di muffa azzurrina e dall’aspetto ripugnante; e d’altronde, dopo 34 giorni, può dirsi già un miracolo che il burger non cammini da solo e si animi di vita propria.
La ragione di tale pubblicità shock non è solo quella di mostrare le differenza tra “vita pubblicitaria” e vita reale, ma anche quella di annunciare urbi et orbi una solenne novità da parte della catena di fast food, ovvero la rinuncia all’utilizzo nei sandwich Whopper di conservanti e colori artificiali in tutti i punti vendita statunitensi entro la fine dell’anno.
Ad oggi, già in 400 ristoranti Burger King vengono serviti Whopper senza addizionanti artificiali, così come nella maggior parte dei punti vendita in Europa. Secondo quanto riportato dalla CNBC, Burger King afferma che il 90% di tutte le materie prime nelle sedi statunitensi non contiene coloranti, aromi e additivi artificiali, e il 100% degli ingredienti è privo di sciroppo di mais, un ingrediente ad alto contenuto di fruttosio molto utilizzato negli USA.
Una politica, quella di Burger King, che non solo appare come un colpo indirizzato al suo diretto avversario McDonald’s – a lungo criticato riguardo alla strana e lunghissima durata dei propri cibi, indice di un utilizzo quantomeno “allegro” di conservanti – ma anche, e vogliamo credere soprattutto, per venire incontro alle nuove esigenze dei consumatori all over the world che richiedono cibi più sani e genuini, senza i tanto demonizzati conservanti “artificiali” e più rivolti verso materie prime “naturali”.
Proprio Mc Donald’s, infatti, aveva registrato un picco di vendite per la prima volta in cinque anni quando è passata dalla carne congelata alla carne fresca per i sui Quarter Pounders.
D’altronde, come riportato dalla CNN, un rapporto Nielsen del 2018 ha rilevato che i giovani sono i più ben disposti a pagare un prezzo maggiore a fronte di ingredienti più genuini.
Unico problema, come riportato dal Washington Post, è che Burger King non ha elencato esattamente quali siano i conservanti o coloranti che ha smesso di utilizzare, cosa che invece sarebbe stata reputata utile per la salute pubblica e per la trasparenza dell’informazione.
Infatti, “i cari vecchi zucchero e sale stanno causando più problemi alla salute di quanto non facciano ingredienti con nomi più oscuri e sconosciuti”, ha detto al Post una scienziata del Center for Science in the Public Interest, Lisa Lefferts.
Come a dire che non tutto ciò che è artificiale o chimico debba considerarsi il diavolo per il nostro organismo, né che tutto ciò che è naturale sia davvero come l’acqua santa.
E d’altronde, come darle torto? Come in ogni cosa, la prima cosa che dobbiamo mettere in campo per la nostra salute è il buonsenso.
[Link: Eater]