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10 Dicembre 2025 Aggiornato il 10 Dicembre 2025 alle ore 11:45

La Cucina Italiana è Patrimonio Immateriale Unesco: cosa significa

La Cucina Italiana vince e convince l'Unesco e da oggi, 10 dicembre 2025 diventa Patrimonio Immateriale dell'Umanità: cosa significa
La Cucina Italiana è Patrimonio Immateriale Unesco: cosa significa

Alle 10.44 ora italiana, a New Delhi, il Comitato intergovernativo dell’Unesco ha confermato che la Cucina Italiana diventa Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Attenzione, non stiamo dicendo che i piatti della cucina italiana sono tutelati dall’Unesco, ma lo è il nostro modo di stare a tavola e di riconoscersi nei piatti e nel modo di pensare al cibo. Compreso il refrain che alla tavola di un ristorante parliamo di altre tavole.

“La Cucina Italiana è Patrimonio dell’Umanità. Oggi l’Italia ha vinto ed è una festa che appartiene a tutti perché parla delle nostre radici, della nostra creatività e della nostra capacità di trasformare la tradizione in valore universale”. Così riporta l’Aska la dichiarazione del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

Il dossier che ha portato alla vittoria è stato scritto dal professor Pier Luigi Petrillo, docente della Luiss. Autore di altre candidature (e vittorie) all’Unesco, come quella della Dieta Mediterranea e dell’arte dei pizzaiuoli napoletani. L’Unesco quindi ha accettato la definizione della Cucina Italiana come un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità basate sui saperi locali. Il titolo del dossier spiega il contenuto: La cucina italiana, tra sostenibilità e diversità bioculturale.

La differenza con la protezione dell’arte del pizzaiuolo , della cerca e cavatura del tartufo, della viticoltura dell’alberello di Pantelleria o dei paesaggi di Langhe, Monferrato e Roero è che non era mai stata presa in considerazione l’intera cucina di un Paese. Quindi la pratica del risotto alla milanese, della carbonara romana o del ragù napoletano sono tutte sullo stesso piano. Identificano il nostro modo di rapportarsi al cibo.

Un sentiment quindi e non una o più ricette che dovrebbero far capire subito che il simbolo del patrimonio Unesco, il tempietto, non può essere affisso davanti alle porte dei ristoranti. Né tantomeno finire sui prodotti in distribuzione nei supermercati (come era successo con la pizza)

La parola mosaico insieme alla biodiversità dovrebbero essere la linea guida quando si parlerà e si scriverà di cucina italiana. Che alla fine resta composta dalle tessere delle cucine locali e regionali. Non ci sarà una ricetta più meritevole di tutela di un’altra perché non è questo l’obiettivo della tutela. Che non è nemmeno un bollino da attaccare a piacimento. Ci ricorderà solo che mentre tostiamo il riso, mantechiamo le uova o lasciamo sobbollire la carne nel pomodoro lo facciamo perché riconosciamo che il cibo e la cucina sono ingredienti del nostro modo di essere italiani.

Quanto questo varrà per promuovere la nostra identità culturale gastronomica nel mondo o combattere l’italian sounding è un capitolo tutto da scrivere. Ma più forte appare la protezione dei marchi di tutela Dop, Igp e in parte Stg.

Cosa dice Massimo Bottura della Cucina Italiana patrimonio Unesco

Tra i sostenitori della candidatura, c’è Massimo Bottura che ha raccolto le sue idee in un carosello di immagini su Instagram. Aperto dalla foto di una pizza.

ORA È UFFICIALE : La cucina Italiana è Patrimonio dell’UNESCO!!!! L’ho sempre sostenuto: la cucina italiana è unica al mondo nel suo genere infatti non è solo un insieme di piatti o ricette, ma
é un rito d’amore, un linguaggio fatto di gesti, di profumi e sapori che tengono unito un Paese intero.
Attorno a una tavola apparecchiata l’Italia si riconosce: lì si condividono sogni, si litiga si fa pace , si tramandano memorie. Lo spiegai all’apertura del Refettorio di Parigi per noi, non è solo nutrirsi: è prendersi cura dei famigliari degli amici dei nostri ospiti nei nostri ristoranti o nei nostri Refettori.
Ogni regione custodisce una propria grammatica del gusto:
un modo diverso di unire la farina all’acqua, l’olio alla luce, il tempo alla pazienza.
In questa biodiversità di paesaggi, culture e tradizioni, sta la nostra vera ricchezza.
La cucina italiana è un patrimonio immateriale vivente: costruito giorno dopo giorno da milioni di mani di contadini casari allevatori artigiani cuochi.
Riconoscerla come Patrimonio dell’Umanità significa riconoscere la sua forza nel creare legami, nel costruire comunità e nel restituire dignità!!
Perché quando il gusto incontra la memoria non è più solo cucina:
è cultura, è l’Italia che ogni giorno si rinnova cucinando per amore.
Dobbiamo ringraziare per questo Maddalena Fossati per aver reso visibile l’invisibile ed averci creduto sempre. I ministri Lollobrigida e Giuli che insieme, Agricoltura e Cultura, hanno fatto squadra e lo si sà quando si gioca di squadra si vince e il sottosegretario Gianmarco Mazzi una forza della natura

Argomenti:
Unesco
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