È scomparso Pino Masuelli, patron della storica Trattoria a Milano
Con la morte di Pino Masuelli, la Trattoria San Marco a Milano perde il suo patron storico. A continuarne l’attività e a mantenere viva la memoria di Pino c’è per fortuna il figlio Massimiliano.
Un pezzo della ristorazione milanese, ma non solo. Oltre ad avere gestito un locale centenario (ha aperto nel 1921), è stato anche uno dei testimoni e protagonisti della nascita di Slow Food. Ha ospitato infatti molte cene con Carlin Petrini e gli altri fondatori del movimento – gente come Antonio Piccinardi e Gianni Sassi.
La Trattoria Masuelli è anche nell’ambiente un’ pezzo di storia’immagine della Milano del Novecento. A partire dalle sedie Thonet originali, fino al lampadario disegnato da Gio’ Ponti. Senza dimenticare la boiserie alle pareti e le foto con dedica dei tanti famosi che si sono messi a tavola in questa sala.
Attenzione: non vorrei dare l’impressione che la Trattoria Masuelli sia una specie di Museo della cucina di Milano. Semmai, un museo vivo, con il menu dei piatti iconici a testimoniare la storicità e la vitalità del locale.
I piatti cult sono solo due: Cervella di vitello fritta, nido di verdure, senape e limone (16 €) e Risotto alla milanese, pistilli di zafferano (17 €). E sono perfetti, storici appunto ma vitali.
La Trattoria San Marco e la famiglia Masuelli
Classe 1937, Pino Masuelli aveva preso in mano le redini della trattoria di famiglia in viale Umbria nel 1956. Fondata nel 1921, si chiamava ancora Trattoria San Marco: è stato lui a cambiare la ragione sociale in Trattoria Masuelli San Marco 1921.
I genitori erano arrivati dal Piemonte, più precisamente da Rocchetta Tanaro (Alessandria), in questa zona di Milano allora periferica. E la cucina piemontese, insieme a quella lombarda, è rimasta nel DNA della Trattoria San Marco a Milano, a cui Pino aveva aggiunto il cognome Masuelli.
Una cucina di tradizione, con i classici piatti lombardi, cassoeula, risotto giallo con l’ossobuco, mondeghili. La costoletta. Una pasta e fagioli che era ben fatta solo se il cucchiaio rimaneva in pe’. E il Piemonte degli agnolotti del plin, del vitello tonnato, dei peperoni di Carmagnola, del tonno di coniglio.
La scelta della cucina di tradizione
Tradizione portata avanti con convinzione durante gli anni, come ricorda Paolo Marchi. Quando Gualtiero Marchesi tornò all’albergo di famiglia, Al Mercato, poco distante, dopo l’esperienza francese da Troisgros, Pino e sua moglie Tina si chiesero se avesse senso continuare. O se non fosse il caso di adattarsi alla nouvelle cuisine. La risposta evidentemente, e fortunatamente, fu no. “Quello sapevamo fare e quello aveva per noi senso fare.”
Pino Masuelli è sempre stato un patron nato per stare in sala nella sua trattoria di Milano. In cucina la moglie Cleofe, detta Tina, affiancata negli anni dal figlio Massimiliano. Col tempo, la sua presenza in sala era divenuta quasi parte del menu. Ricordo che una volta ci siamo congratulati a vicenda per la mia scelta di un piatto di polpette di cervella.
La conservazione quasi museale dei menu di un tempo, seppur riportata ai tempi della contemporaneità, era, è una caratteristica della Trattoria Masuelli San Marco Milano. Una specie di paradigma gastronomico, un riferimento costante per la ristorazione milanese.
La avevamo appena inserita nella nostra selezione di 18 trattorie milanesi da non perdere. Grazie a Pino Masuelli, e a Max che ne perpetuerà la memoria.
[Immagini: Trattoria Masuelli San Marco]