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La rinascita gastronomica romana? Superata dalla rivoluzione parigina!

domenica, 31 Ottobre 2010 di

Si trovano a Roma vestigia di una magnificenza e uno sfacelo tali, che superano l’uno e l’altro, la nostra immaginazione
J. W, Goethe

Nella vita tutto è avere fortuna, diceva la mia zia Teresina quando ero nu cictle (bambino). Penso che avesse ragione e io, fortunatamente, le mie fortune le ho avute e anche le disavventure… Come in verità tutti.

Tra le fortune, c’è il privilegio di poter spesso scippare a una parte della famiglia, una deliziosa casetta nel Marais a Parigi. Di fatto godere di un piede a terre nella ville lumière a costo zero. Per un appassionato crapulone come me non è vantaggio da poco. Per questo la scorsa settimana rientrando da una quattro giorni di teorico accompagno dei bambini ad Eurodisney e reale occasione di sciacquare i panni nella Senna, riflettevo.

Parigi-eurodisney

Mumble, mumble. Pensa che ti ripensa e sull’aereo che mi riportava a Roma ero ancora una volta stupito dalla vitalità di questa città, soprattutto se paragonata all’immobilismo capitolino. Ancora una volta nella mia sosta parigina, a pochi mesi dalla precedente avevo trovato nuovi indirizzi e aperture, che si sommavano a quelli degli ultimi anni.

Mah, a Roma succede poco, anche se qualcuno parlando dei soliti quattro indirizzi, ci vuole far credere che chissà quale fermento ci sia. Intendiamoci: Nastri è bravo, Arcangelo e Stefania ‘na delizia e se stessero a Parigi sarebbero celebrati in altra maniera, i fratelli Roscioli hanno creato un posto incredibile, Bonci è il Michelangelo della pizza, Sanlorenzo declina il mare in maniera moderna e felice e bla bla bla, madama la marchesa. Ma sono sempre quei dieci nomi sulla bocca di tutti, quei soliti indirizzi che oramai sono arrivati anche su Alfa Centauri. Tavole alle quali ci sediamo quotidianamente con gioia e entusiasmo da più di un lustro, un poco fragile come rinascita di Roma, non vi sembra? 😉

Gilles-Choukroun

A Parigi invece oltre alla grandeur della grande ristorazione gommata, in verità oramai più terreno di caccia per nuovi ricchi annoiati e disattenti, c’è un fervore di aperture e di nuovi locali e localini accessibili e interessanti. Ai soliti noti: Chateaubriand, Bigarrade, Ze Kitchen, Comptoir, Gazzetta (solo per citare i primi saltati in mente), si sono aggiunti nell’ultimo anno: lo stile minimale e fine di Claude Coillot nel Marais, Rino del talentuosissimo Passerini, gli esotismi elegantissimi di Yam’tcha, il glamour di Thoumieux lo chicchissimo bistrot firmato Piagie, la cucina in libertà di Gilles Choukroun. A fianco di questi una pletora di locali e localini, che aprono con un pubblico giovane che accalca il banco e i tavoli. La ricetta è sempre la stessa, con poche variazioni: una lavagna, pochi piatti che ruotano spesso, una cucina gourmet e divertita che non teme di osare e talvolta di sbagliare, un servizio che gira come un orologio ma assolutamente informale, stigliature in tavola semplici ed essenziali, tavolini piccoli e vicini, carta dei vini interessante e limitata e soprattutto un conto che difficilmente supera i 50 euro.

frecciarossa-tgv

Il raffronto e la vitalità tra le due capitali è decisamente impari… non è che a Parigi non ci sia la crisi, nei giorni del mio soggiorno gli scioperi paralizzavano la città. Ma la mia impressione è che la ristorazione abbia saputo meglio attagliarsi alla congiuntura. Probabilmente sarà anche più semplice e accessibile aprire locali, l’accesso al credito sarà più facile, quel che diamine volete. Però che differenza! Soprattutto sorrido quando leggo gli articoli, di colleghi ed amici, che vorrebbero una rinascita gastronomica romana, io stento a vederla, anzi vedo una città (come tutto il Paese) bloccata, in cui i giovani stentano a trovare lo spazio che gli compete, ci sono alcune eccezioni, per fortuna, ma tutto sommate poche per rassicurarci. Da cosa dipenda questa situazione non lo so, anzi no, alcune idee le avrei e sarei curioso di sapere se i nostri 24 lettori hanno mai pensato a questo confronto.

Boh, che ve devo di’? Non sono di primo pelo ma i posti della città eterna mi sembrano più o meno sempre quelli!

Foto Torre Eiffel: Francesco Arena