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Il Prosciutto di Parma brinda: condannato il taroccatore di Rovigo

Il Tribunale di Rovigo ha condannato a un anno di reclusione un imprenditore che apponeva il marchio Prosciutto di Parma a salumi meno pregiati
sabato, 07 Aprile 2012 di

Tempi duri per gli agro-taroccatori. Dopo la condanna alla reclusione per il titolare dell’impresa conserviera che confezionava pomodoro cinese e lo etichettava come made in Italy, arriva, a stretto giro di posta, un’altra sentenza “salata”. Il Tribunale di Rovigo ha condannato il titolare di una ditta di Santa Maria Maddalena (RO), Luca Guglielmi, ad un anno di reclusione e ad una multa di 8 mila euro per aver apposto il logo del prosciutto di Parma a salumi di diversa provenienza.

La sentenza giunge alla fine di un percorso iniziato nel 2007 quando ispettori del Consorzio Prosciutto di Parma, accompagnati dai Nas, visitarono un’azienda del Barese sequestrando 38 prosciutti con il marchio contraffatto. Successive ispezioni effettuate dai Nas di Padova in Puglia, Campania, Emilia-Romagna e Sicilia, consentirono di risalire alla ditta veneta. 400 i prosciutti marchiati a fuoco di cui 155 sequestrati e gli altri già sfuggiti ai controlli delle Forze dell’Ordine.

Contraffazione e frode in commercio il reato contestato alla società che apponeva il marchio ducale a prosciutti meno pregiati vendendoli soprattutto nel Lazio e nel Sud. Soddisfatto il Consorzio Prosciutto di Parma che ha ottenuto un risarcimento dei danni di immagine di 60 mila euro.

Una piccola vittoria per l’intero sistema delle Dop contro l’agropirateria, fenomeno globale di dimensioni sterminate, che però non sempre riesce a trovare un’argine nella capacità economica dei Consorzi a  fronteggiare con azioni legali il fenomeno.  “Ogni anno investiamo molte risorse nel combattere l’agropirateria”, spiega Federico Desimoni, vice direttore e responsabile dell’Ufficio Affari Legali e Vigilanza del Consorzio di Parma. “Una delle principali difficoltà che riscontriamo è quella di garantire anche sui mercati internazionali un monitoraggio efficace. A differenza di altri settori, infatti, nel nostro comparto la presenza di queste frodi è diffusa, ma polverizzata in miriadi di piccoli negozi e attività commerciali. E non sempre purtroppo i Consorzi di tutela hanno a disposizione le risorse umane ed economiche necessarie per fronteggiare adeguatamente questi problemi. Per questo riteniamo che sia molto importate fare sistema con le altre Dop anche a livello comunitario e ci auguriamo che i ministeri competenti possano continuare a sostenerci per agevolare le nostre attività di tutela e prevenire questi fenomeni”.

[Fonte: prosciuttodiparma.com]