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Cucine da Incubo. Cannavacciuolo, santo dopo la Lanterna di Genova

mercoledì, 27 Maggio 2015 di

Cannavacciuolo santo

Ci risiamo. Antonino Cannavacciuolo, il gigante buono (quindi santo) di Vico Equense, è di nuovo sugli schermi con la terza stagione di Cucine da Incubo (ogni martedì alle 21 su Sky, Fox Life, canale 114). E a quanto pare continueremo a vederlo ancora, dato che sarà il quarto giudice di MasterChef Italia insieme a Bruno Barbieri, Joe Bastianich e Carlo Cracco.

Ma ad Antonino Cannavacciuolo, un metro e novanta per 130 chili, patron del ristorante Villa Crespi, per ora toccherà risollevare le sorti di altri ristoranti. Non più solo locali a conduzione familiare, chiariscono dalla produzione, ma anche casi unici.

Giusto per rendere le cose un po’ più interessanti.

E per farlo diventare santo. Ma procediamo con ordine.

Ieri, prime due puntate. E nonostante le gite “fuori porta” in luoghi significativi del posto dove è ubicato il ristorante, di nuovo c’era ben poco.

Anche il tono dello chef-star è sempre lo stesso: forse poco televisivo, per alcuni tendente all’acido, per altri una corazza sotto cui si nasconde un gigante buono. Fatto sta che è probabilmente questo suo essere poco star e molto più chef pluristellato (per fortuna) a fare la fortuna del programma. Il format, ormai, lo conosciamo tutti: in ogni puntata Cannavacciuolo si arma di pazienza e coraggio e si reca in un ristorante della penisola, da Nord a Sud (senza esclusione delle isole), in “stato di crisi”. Dopo aver analizzato staff, comunicazione, cucina e servizio, trarrà le sue conclusioni per risollevare le sorti del locale.

Che comprendono migliorie dal punto di vista dell’arredamento interno (wow), che soprattutto del menu, con nuovi piatti. Perchè l’importante è “rispettare il prodotto”, dice il buon Antonino.

 seduta di gruppo

Prima delle due. Siamo (cioè, erano) al ristorante Sabatino di Anguillara Sabazia (Roma), sul lago di Bracciano. Uno staff di sei persone: due in sala e quattro in cucina. Qui Marco (titolare e chef) cucina e le tre donzelle, non per loro scelta, stanno a guardare. A guardare lui che brucia piatti per tre volte e che mette la panna anche negli spaghetti al pomodoro e nella pasta e vongole.

Cannavacciuolo Sabatino

 

In ogni caso dopo qualche piatto “raccapricciante”, il nostro povero Cannavacciuolo decide prima del tempo di passare all’attacco: “seduta di gruppo” per capire i problemi del locale, nuovo arredamento (via tende, mobili inutili e largo a piastrelle e grandi vetrate a vista) stoviglie e strumenti nuovi. Poi, dopo le solite mega “pacche”, il menu, tra cui gnocchetti con crema di asparagi e calamari, spaghetti con pomodoro e caciotta stagionata, anguilla, una versione rivisitata del tiramisù e cheesecake.

menu cucine da incubo

Seconda parte della prima puntata, forse la più attesa. Genova, via Milano e un grande nome: ‘A Lanterna, trattoria fondata nel 1979 da don Andrea Gallo, un tempo sul mare e ora davanti al via vai dei viaggiatori che si imbarcano sui traghetti del porto.

Forse in pochi sanno la vera storia di questo posto: 33 anni fa, nell’ambito di un progetto sociale, i ragazzi della comunità di tossicodipendenti del “Gallo” – venuto a mancare – si misero in cucina per avere una possibilità di lavoro e rilanciare le proprie vite.

Qui comunque hanno mangiato Dario Fo, Fabrizio De Andrè, Vasco Rossi, Jovanotti e tanti altri, accorsi in visita alla comunità.

Cannavacciuolo La Lanterna

E ai ragazzi e al loro ambiente Cannavacciuolo si è avvicinato delicatamente, con momenti emozionanti. E anche per il ristorante della Comunità sono arrivate riunioni di gruppo, nuovo arredo e menu rivisitato, con l’aggiunta di confessioni e chiacchierate a cuore aperto come ingredienti segreti.

Lanterna Genova

Lanterna Genova prima Lanterna Genova dopo

Antonino Cannavacciuolo Cucine da Incubo 3

In fin dei conti la nuova stagione non promette male. Voi che ne pensate?

Mentre fate mente locale, intanto, vi ricordo uno dei tanti “credo” di “San” Antonino Cannavacciuolo: il servizio è sacro.