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A casa di Giovanni per mangiare, dormire e conoscere la Calabria più bella con 25 €

giovedì, 23 Giugno 2016 di

svinando

caffè aspromonte

Qui l’Italia finisce.

Si parla e si mangia greco antico, non in un’osteria ma in una casa. La geografia dello stivale qui ci abbandona e gli italiani non ci vengono.

Perché mai dovremmo percorrere curve, strade sterrate e gole tra le montagne, per arrivare dove non c’è niente, quando ormai si è già deciso che questa doveva essere la culla della malavita, il set della cronaca nera, il porto di traffici illeciti.

aspromonte panoramaaspromonte

Eppure così potente è la discrasia tra l’immagine mediatica dell’Aspromonte e i suoi paesi, come Gerace, il borgo dello sparviero, Pentedattilo, il paese fantasma, Bova, che vanta origini più antiche di Roma, o appunto Gallicianò.

famiglia giovani aspromonteaspromonte cena frutta

La sua fortuna è che su 37 abitanti, uno di questi è Giovanni e gli altri la sua famiglia, nati per accogliere chi arriva anche se non arriva nessuno, perché l’accoglienza, in fondo, è uno stato d’animo.

Museo-Contadino

Inizia con orgoglio dal piccolo museo di civiltà contadina, che se non ci fosse lui non conoscerebbe mai cotanta dedizione, poi l’anfiteatro greco, le due chiese, una rigorosamente ortodossa, l’altra con ancora la muratura originaria del 1400.

Fontana-dell'amore

Segue una tappa obbligatoria a bere l’acqua della fontana dell’amore, chiamata così perché si racconta che una volta una donna cadde innamorata persa di un giovane mentre lavava i panni.

aspromonte vecchia

E infine ha inizio la cena, a casa sua ovviamente, insieme alla sorella Angela e ai genitori Antonio e Caterina. Cibo semplice, “vi cuciniamo quello che mangiamo noi di solito, una pasta al sugo, un po’ di vino, uova sode e dell’insalata”.

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In questa Acropoli della Magna Grecia, la solitudine è una dimensione esistenziale e non una depressione moderna, una condizione che struttura tutti i giorni l’essere e non un capriccio saltuario.

Per questo si sente forte, in continuazione, ancor di più in presenza di forestieri. In fondo l’Aspromonte, quello vero delle persone come Giovanni e la sua famiglia, e non quello che fa da sfondo a film come Anime Nere, è un posto umile.

Se ci vuoi andare, bene, ma non c’è quell’ospitalità che sta in attesa, dove tutto è allestito come nel grande teatro che divora il turista, come un cacciatore pronto a farti sua preda.

Pentedattilo

Provare a penetrare questa terra è una bellissima esperienza, ma lei resterà comunque dura e impenetrabile, perché l’hanno voluta tale e quando l’uomo decide così anche al più bel chilometro d’Italia risulta difficile ribellarsi.

Di certo il paesaggio naturale aiuta più la riflessione e il grande schermo che la comunicazione e l’accessibilità: calanchi, montagne e dune, boschi di faggio, pino laricio e betulle, intrecciati a boschi di leccio, castagno e querce. L’impressione è quella di essere in una zona di confine, in una terra che finisce nello spazio e nel tempo, se non fosse per qualche signora che vende mandorle e fichi, lì a ricordarti anche il sommesso aspetto antropico.

concerto musica grecanica

Dal 1989 questi 76 mila ettari di terra sono stati dichiarati area protetta, ma di protetto qui c’è ben poco. Queste antiche radici comuni, le nostre, in greco Paleariza, sono dal 1997 un Festival di musica etnica grecanica, per tutto il mese di agosto.

In poco tempo, grazie ad una programmazione di alto livello che ha visto la partecipazione di grandi musicisti come Enzo Avitabile e Teresa De Sio, è diventata una delle più belle manifestazioni musicali del Sud Italia e uno dei momenti migliori per visitare l’Aspromonte.

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L’esperienza a Gallicianò porta con sé interrogativi forti, sulla nostra lingua, sul nostro paese, su tutto quello che crediamo essere in un modo e poi è in un altro.

Sulle apparenze, su film come Anime Nere che ci presentano un Aspromonte criminale, ma poi ci ammoniscono: i film noir così sono ancora più blandi e romanzati della realtà, che vi viene servita come un dolce dessert, quando invece è un amaro antipasto, primo e secondo.

Paese-Bova

E in questa geografia le capre non sono altro che burattini nelle mani di chi veste la malavita con gli abiti dell’agricoltura e cosparge la storia italiana di cronaca nera, invece che portare a tavola l’immenso valore culturale, il preziosissimo patrimonio immateriale e l’inestimabile ricchezza umana di chi ancora oggi in un fottuto angolo di terra violentato parla il greco antico.

Gallicianò rimane nel cuore, si insinua in un solco più profondo dell’anima e ci resta. Ed è così che anche una semplice cena diventa qualcosa di più, si erge a metafora morale ed esistenziale di un popolo, il nostro, a funzione dello spirito.

Giovanni. Gallicianò (Reggio Calabria). Tel. +39 340 7351293

[Immagini: Giulia Ubaldi, Felicia Violi]