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Massimo Bottura non è il numero Uno al Mondo solo perché ha guadagnato la cima della classifica della 50 Best e per i piatti che raccontano un percorso e uno studio attento.
\nLo è anche per la sua visione che va oltre la cucina o, meglio, per la sua capacità di utilizzare la cucina e il mondo che ruota attorno ad essa con scopi che la qualificano ulteriormente.
\nVoi già conoscete il Refettorio Ambrosiano che ha aperto durante Expo ed è diventato un modello da replicare altrove. Non so se chiamarla cucina solidale possa rendere l’idea. Ma questo aggettivo ha un portato di solidità che mi piace.
\nNon è un colpo isolato.
\nFood for Soul non è un progetto di beneficenza: è un progetto culturale.
\nLo leggete nell’about di Food for Soul l’organizzazione non-profit fondata dallo chef Massimo Bottura che mira ad accrescere la consapevolezza sociale su temi come lo spreco alimentare e la fame.
\nLa sua voglia di rifare Miracolo a Milano gli è stata contagiosa.
\nDopo Milano-Expo 2015 con il lascito del Refettorio Ambrosiano (15 tonnellate di cibo recuperate durante il periodo della manifestazione e la successiva realizzazione della Mensa Antoniana a Bologna), ci sarà Rio-Olimpiadi 2016 con un’eguale struttura nelle favelas: RefettoRio Gastromotiva. Lo schema è lo stesso: recuperare cibo che andrebbe perduto e darlo a chi ha bisogno facendolo cucinare a grandi chef. Come Albert Adria, Alain Ducasse, Virgilio Martinez, Rodolfo Guzman, Mitsuaru Tsumura, Mauro Colagreco, Helena Rizzo, Carlos Garcìa, Enrique Olvera, Joan Roca, Rafa Costa e Silva.
\nLa previsione è servire 19 mila pasti e recuperare 12 tonnellate di cibo sprecato durante le Olimpiadi. Numeri ragguardevoli se si confrontano i circa 5 mesi dell’Expo con i soli 16 giorni dell’evento sportivo.
\nMassimo Bottura, come dichiara, si comporta da agente lievitante e da acceleratore. Usa la sua notorietà e delle persone che vengono in contatto per aumentare la luce dei riflettori.
\nÈ il Robin Hood dei giorni nostri che evita lo spreco dei più fortunati, gli ruba la disattenzione per renderla attenzione e nutrimento di una linea che non esisteva.
\nhttps://www.instagram.com/p/BH5J8-FgFNE/?taken-by=massimobottura
\nGuardo Bottura, guardo Robert De Niro che è stato a pranzo da lui all’Osteria Francescana e leggo il progetto prossimo: Refettorio Bronx 2017.
\nE mi sembra un altro bel film. I Guerrieri del Cibo.
\n[Ritratto: Manuela Vanni/Scatti di Gusto]
\n","description":"Massimo Bottura non è il numero Uno al Mondo solo perché ha guadagnato la cima della classifica della 50 Best e per i piatti che raccontano un percorso e"}]}Massimo Bottura non è il numero Uno al Mondo solo perché ha guadagnato la cima della classifica della 50 Best e per i piatti che raccontano un percorso e uno studio attento.
Lo è anche per la sua visione che va oltre la cucina o, meglio, per la sua capacità di utilizzare la cucina e il mondo che ruota attorno ad essa con scopi che la qualificano ulteriormente.
Voi già conoscete il Refettorio Ambrosiano che ha aperto durante Expo ed è diventato un modello da replicare altrove. Non so se chiamarla cucina solidale possa rendere l’idea. Ma questo aggettivo ha un portato di solidità che mi piace.
Non è un colpo isolato.
Food for Soul non è un progetto di beneficenza: è un progetto culturale.
Lo leggete nell’about di Food for Soul l’organizzazione non-profit fondata dallo chef Massimo Bottura che mira ad accrescere la consapevolezza sociale su temi come lo spreco alimentare e la fame.
La sua voglia di rifare Miracolo a Milano gli è stata contagiosa.
Dopo Milano-Expo 2015 con il lascito del Refettorio Ambrosiano (15 tonnellate di cibo recuperate durante il periodo della manifestazione e la successiva realizzazione della Mensa Antoniana a Bologna), ci sarà Rio-Olimpiadi 2016 con un’eguale struttura nelle favelas: RefettoRio Gastromotiva. Lo schema è lo stesso: recuperare cibo che andrebbe perduto e darlo a chi ha bisogno facendolo cucinare a grandi chef. Come Albert Adria, Alain Ducasse, Virgilio Martinez, Rodolfo Guzman, Mitsuaru Tsumura, Mauro Colagreco, Helena Rizzo, Carlos Garcìa, Enrique Olvera, Joan Roca, Rafa Costa e Silva.
La previsione è servire 19 mila pasti e recuperare 12 tonnellate di cibo sprecato durante le Olimpiadi. Numeri ragguardevoli se si confrontano i circa 5 mesi dell’Expo con i soli 16 giorni dell’evento sportivo.
Massimo Bottura, come dichiara, si comporta da agente lievitante e da acceleratore. Usa la sua notorietà e delle persone che vengono in contatto per aumentare la luce dei riflettori.
È il Robin Hood dei giorni nostri che evita lo spreco dei più fortunati, gli ruba la disattenzione per renderla attenzione e nutrimento di una linea che non esisteva.
https://www.instagram.com/p/BH5J8-FgFNE/?taken-by=massimobottura
Guardo Bottura, guardo Robert De Niro che è stato a pranzo da lui all’Osteria Francescana e leggo il progetto prossimo: Refettorio Bronx 2017.
E mi sembra un altro bel film. I Guerrieri del Cibo.
[Ritratto: Manuela Vanni/Scatti di Gusto]