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Capodanno 2018. Pranzo stampa per cogliere il menu del Bucaneve che è anche albergo

giovedì, 14 Dicembre 2017 di

Bielmonte è la stazione sciistica creata nel 1956 sulle Prealpi biellesi da Ermenegildo Zegna. Quello dei tessuti. Che ha voluto, poco lontano e poco più in alto dalla sede del lanificio, piste, una seggiovia, appartamenti di montagna, l’albergo-ristorante Bucaneve.

C’è tutto il fascino di un progetto totalizzante anni ‘50-‘60. Lo ha firmato l’architetto Luigi Vietti, dagli esterni agli interni, camino, arredi, accessori compresi. E ampie finestre che restituiscono una luce carezzevole ai tavoli della zone bistrot e ristorante, ai salotti e alle camere del piano superiore.

Questo Bucaneve spunta nel bel mezzo e domina il panorama dell’Oasi Zegna, un’enorme riserva naturale bella tutto l’anno: non solo per la neve invernale o il verde estivo, ma anche la fioritura dei rododendri a maggio e il foliage autunnale.

E quanto conti l’ampio panorama, tra un attimo capirete perché.

Conta per l’arrivo dello chef Giacomo Gallina. Piemontese, riservato e rispettato, carriera internazionale, reclutato dalla famiglia Zegna (in particolare le due cugine Anna, presidente della Fondazione Zegna e Laura, Presidente dell’Oasi Zegna).

Lo hanno fatto tornare da Dubai all’Italia e lui, lo chef, ha messo mano a una cucina e a un menu che si può sintetizzare in una frase.

“Cucinare ciò che vedo, fin dove vedo e ciò che sento”.

Ecco allora che, per il pranzo per la fase alfa del progetto riservato a stampa e amici, ha servito veramente una serie di piatti – in parte fuori carta – con ingredienti dei luoghi che si scorgono da lassù: Valsessera, serra morenica, Valle d’Aosta. E dall’altro lato, Pianura Padana, Appennino Ligure, il mare lontano.

Un bottaggio (cfr il francese “potage”) di verdure su un sapido brodo vegetale. Tagliate a grossi tocchi, zucca, carciofo, topinambour, sedano rapa, puntarelle. In mezzo, un delicato canederlo poco più grande di una noce.

Accanto alla minestra, un crostone caldo con toma e trussotto. Cos’è il trussotto? La parte della trevigiana che solitamente si scarta.

A seguire, un assortimento di amuse-bouche: tortino di zucca (in carta a 9 €) con mostarda di frutta e crema di stracchino; lenticchie; crema di melanzane dell’orto con pomodorini essiccati, formaggio spalmabile valsesiano.


Accompagnati da un’insalatina di puntarelle e acciughe del Cantabrico (in carta a 13 €) e toma locale.

Uovo (cotto a 63° per un’ora) su fonduta al formaggio, crema di rape e topinambur, con “un’idea di tartufo”. Il bianco “cotto nel crudo”, così l’ha descritto lo chef.

Gnocchetti di patate della val Maraisa e robiola di Roccaverano con gamberi, crema di vaniglia, brodo di foglie di limone. Usando la panna, diciamolo senza paura, per una maggiore cremosità.

Giunti al dessert, entra il scena il pastry chef Francesco Fardello, chiamato da Dubai a raggiungere Gallina, con un bigné chantilly sotto forma di una semisfera di cioccolato bianco e pistacchio. Insieme, panna cotta con amarena sciroppata.

Volete sbirciare?

Ora nel menu appena inaugurato cosa ritroviamo di tutto ciò? Quasi tutto. Con qualche gustosa variante, come il cardo nel bottaggio o i crackers di mocetta valdostana sull’uovo di cui sopra …
E posto che la carta dei vini sta prendendo forma, dovrà tenere conto delle altre proposte di paste e di riso, di carni scelte o pesce con prezzi che non superano i 15-16 €.

Per chi invece capita a ore diverse dai pasti canonici, al Bucaneve è possibile rimanere per una colazione, un pranzo light, spuntini veloci e, verso sera, per quel bellissimo pasto lento, tutto piemontese, che si chiama merenda sinoira: scànsati, apericena, noi siamo per l’autenticità.

PS: se fate in tempo, c’è anche un pacchetto wellness per i giorni di Capodanno e, da gennaio, lezioni di cucina con lo chef.

Albergo Ristorante Bucaneve. Strada Panoramica Zegna, 232. Località Bielmonte – Veglio (Biella). Tel. +39 015.744184

[Immagini: iphone di Daniela, sito ufficiale Bucaneve, Manuel Cavasin]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.