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Milano. Gocce di Stilla, evento con 17 distillerie che smontano i pregiudizi sulla grappa

lunedì, 23 Aprile 2018 di

Gocce di Stilla è una serie di appuntamenti insoliti per bere e per mangiare intorno alla grappa organizzata il 5 e 6 maggio al Palazzo delle Stelline a Milano.

Obiettivo della neoquarantenne Associazione ANAG – Assaggiatori Grappa e Acquaviti – è conquistare il pubblico organizzando il primo grande evento nazionale dedicato al meglio del puro spirito made in Italy.

In programma degustazioni per tutti i gusti, abbinamenti caseari e vegetali e ittici e di norcineria tutti da provare, l’Aperitivo Spiritoso con cocktail creati ad hoc dai bartender ABI – Associazione Barmen Italiani, stuzzicherie (qualunque cosa il termine comprenda) e un’area fumoir per contemplare il mondo tra un sigaro e una grappa stravecchia.

gocce di stilla - evento grappa

Ci sarà anche il Gelato Super, ovvero il gelato molecolare alla grappa del maestro gelatiere Marco Reato, che lo farà live: alla base artigianale, preparata in laboratorio (miscela di frutta, frutta singola o fior di latte), abbinerà la grappa più adatta. L’azoto liquido compirà la magia di trasformare il composto in un evanescente dessert.

Infine, il contest fotografico: “Gocce di Stilla, emozioni in un calice”, con le foto in tema grappa, degustazioni, convivialità, bere consapevole, da pubblicare entro il 20 maggio sulla pagina facebook dedicata.

Basterà un week-end per scardinare i più comuni pregiudizi sulla grappa?

Proviamo a vederne insieme qualcuno.

1. La grappa vale poco e la offrono gratis a fine pasto

Mai più “Posso offrirvi un grappino?”: dovrebbe essere il contrario, con una scelta di grappe eccellenti in ogni locale, da consigliare per concludere degnamente un pranzo o una cena rispetto a cosa si è mangiato. E al giusto prezzo, per un’esperienza gustativa che non può valere meno di un caffè. Dare valore crea valore.

2. La grappa è per vecchi

Se vi suona vecchia la parola “grappa” e poco sexy, trovatene un’altra. Fabiano Guatteri, food & wine writer, suggerisce un ammiccante AV, acronimo di Aqua Vitis, acquavite. Se vi pare vecchio il bicchierino di grappa col caffè, reinventatelo in mixology. Se vi sembra vecchia la grappa dopo mangiato, portatela dentro il pasto con erborinati, cruditées, pesce, frutta secca, cioccolati. E se vi sembra vecchia e per vecchi la retorica della grappa, ripartite con un nuovo racconto di luoghi, di persone, di arte. Nonino docet, dopotutto, e non è il solo.

3. La grappa è un sottoprodotto

Un tempo, forse. Adesso è sempre più un distillato nobile, codificato, trasversalmente prodotto ormai in tutta Italia. Distillata dalle vinacce – i semi e le bucce dell’uva ottenute con il processo di vinificazione – deve provenire esclusivamente da uve coltivate e vinificate in Italia. Qualsiasi altro distillato di vinaccia non italiana è escluso dalla denominazione Grappa, anche se prodotto entro i confini dello Stato.

Le 17 distillerie che partecipano

Grappa_Trentino

Le distillerie che partecipano, provenienti in gran parte com’è naturale dal Triveneto, sono 17. Eccole:

  1. Bepi Tosolini, Marsure di Povoletto (Udine)
  2. Borgo Vecchio, Ospedaletto  (Trento)
  3. Bortolo Nardini, Bassano del Grappa  (Vicenza)
  4. Bottega, Bibano di Godega di Sant’Urbano (Treviso)
  5. Distilleria Andrea Da Ponte, Corbanese di Tarzo (Treviso)
  6. Domenis 1898, Cividale del Friuli (Udine)
  7. Fratelli Francoli, Ghemme (Novara)
  8. Distilleria Gualco, Silvano D’Orba (Alessandria)
  9. La Valdôtaine, Saint Marcel (Aosta)
  10. Distilleria Marzadro, Nogaredo (Trento)
  11. Mazzetti d’Altavilla, Altavilla Monferrato (Alessandria)
  12. Nannoni Grappe, Civitella Paganico (Grosseto)
  13. Distilleria Levi Serafino, Neive (Cuneo)
  14. Rossi d’Angera Distillatori, Angera (Varese)
  15. Segnana F.lli Lunelli, Ravina (Trento)
  16. Distilleria Sibona, Piobesi d’Alba (Cuneo)
  17. Tenuta Villanova, Farra d’Isonzo (Gorizia)

Gocce di Stilla. Palazzo delle Stelline. Corso Magenta 61. Milano

[Immagini: Ufficio Stampa Gocce di Stilla; ANAG; Bonollo; Carsten Tolmkit]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.