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Il Food Shuttle che vuole insegnare cos’è il cibo ai bambini

venerdì, 12 Ottobre 2018 di

svinando

Per parlare di corretta alimentazione, di stagionalità del cibo, di biodiversità ai ragazzini non si può improvvisare: servono specialisti, del cibo e non solo.

Come vuole fare il progetto pensato da Cirfood, il Food Shuttle, creato in collaborazione con la Fondazione Reggio Children – Centro Loris Malaguzzi e l’architetto Francesco Bombardi.

Innanzitutto qualche piccolo dato per capire: Cirfood è fra le maggiori imprese in Italia nella ristorazione organizzata, ogni giorno mette in tavola 300.000 pasti in 17 regioni tra scuole primarie e secondarie di primo grado, tenendo sempre in primo piano l’idea di nutrizione e di consumo consapevoli.

Nella sostanza Food Shuttle è un laboratorio edu-tech pensato per far scoprire il valore degli alimenti e del territorio, l’origine dei prodotti, la biodiversità, la lotta agli sprechi e l’educazione al gusto ai ragazzi.

Come ci conferma Chiara Nasi, Presidente Cirfood:

Serviamo ogni anno 43 milioni di pasti in tutte le scuole d’Italia.
Il pasto a scuola è per noi un momento privilegiato per valorizzare la conoscenza del cibo e apprendere sani stili di vita e crediamo che da qui, proprio partendo dalla tavola, si possa iniziare a costruire il futuro.
Il Food Shuttle nasce da questa idea, con l’obiettivo di coinvolgere gli insegnanti, i bambini e le loro famiglie in un viaggio alla scoperta del valore del cibo.

E cerca di farlo nella maniera più innovativa possibile: un modulo in grado di accogliere una classe di bambini alla volta, progettato per viaggiare e atterrare nelle scuole. Il Food Shuttle è incentrato sui linguaggi del cibo, con una forte attenzione all’osservazione e ai processi di trasformazione e ricomposizione degli alimenti.

Gli studenti attraverso l’esplorazione attiva e con l’utilizzo di tecnologie che amplificano i cinque sensi, potranno conoscere meglio quello che mangiano ogni giorno.

Il progetto prevede l’uso di strumenti quali visori di realtà virtuale (che in sede di presentazione hanno incuriosito anche i più grandi), stampanti laser e 3D, microscopi digitali, distillatori, estrattori, diffusori di essenze, termoformatrici e macchine sottovuoto.

Ma Food Shuttle è pensato per coinvolgere, oltre agli studenti, anche gli insegnanti e le famiglie, che in questo progetto ricoprono un ruolo centrale e attivo nell’accompagnare i ragazzi nel percorso di apprendimento sull’importanza dell’alimentazione. L’esperienza di Food Shuttle infatti non si conclude con la giornata di laboratorio, ma prosegue grazie a materiali didattici predisposti per l’uso in classe e a casa.

Ma vediamo come funziona il tutto.

1. L’atterraggio del Food Shuttle

Una vera e propria navicella spaziale: il Food Shuttle atterra nei refettori delle scuole, fra giochi di luci, suoni e colori, con tutto il suo contenuto tecnologico da svelare.

Tablet, proiettori, visori di realtà virtuale, diffusori di aromi, ma anche gli strumenti utili per l’attività di trasformazione e di esplorazione del cibo come microscopi, estrattori, stampanti 3D, termoformatrici e altri ancora.

2. Le materie prime del territorio

Frutta, verdura e ortaggi, da dove arrivano? Perché sono così importanti per la nostra alimentazione? Cosa significano stagionalità e biodiversità?

Le risposte a queste domande arrivano attraverso una serie di esperienze interattive, con proiezioni olografiche, visori di realtà aumentata, microscopi digitali ed esperienze di stampa laser su frutta e ortaggi.

Ed è proprio utilizzando i prodotti della terra come supporti su cui imprimere le loro caratteristiche principali, che gli studenti memorizzano cosa rende unici e speciali la frutta e gli ortaggi.

3. La ricetta del minestrone

Dopo averne scoperto l’origine e le caratteristiche, gli ortaggi si trasformano. E diventano gli elementi essenziali della preparazione di una ricetta gustosa, ma troppo spesso detestata dai bambini: quella del minestrone, da cucinare tutti insieme.

Quelli che fino a pochi attimi prima erano gli elementi su cui si concentrava l’attenzione e l’interesse degli studenti, si uniscono per dare vita a un piatto sano e gustoso, a dimostrazione che spesso il tutto è qualcosa di più della somma delle singole parti.

4. La trasformazione

Prima di mettersi a tavola, in attesa che le verdure nella pentola diventino un gustoso minestrone, c’è ancora tempo per esplorare e divertirsi nella fase di trasformazione.

Gli scarti delle verdure utilizzate per la preparazione del minestrone possono essere ulteriormente scomposti e analizzati, con microscopi, estrattori e distillatori, estrusori e essiccatori. Sì, perché quello che ci arriva dalla terra può diventare anche polvere, essenza, colore e aroma. Questa fase ha lo scopo di far scoprire agli studenti l’importanza e la grande versatilità dei doni della natura.

5. La ricomposizione

Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.

Dopo essere stati scomposte e analizzate, le verdure sono pronte a ricomporsi grazie all’utilizzo di tecnologie come la termoformazione, la stampa 3D food e  delle macchine per il sottovuoto.

È in questa fase che il cibo diventa anche colore e decorazione, assumendo forme inconsuete e originali, in grado di aumentarne il valore, esaltandone la versatilità e la bellezza.

6. Buon appetito!

Il minestrone è pronto e non resta che mettersi a tavola. Dopo aver cucinato tutti insieme e avere esplorato insieme il mondo delle materie prime e del territorio, non rimane che gustare il pasto. Ma l’esperienza non finisce qui: gli scarti della preparazione si trasformano in gustose barrette energetiche.

Alla fine del viaggio sul Food Shuttle, gli studenti riceveranno gadget e materiali formativi, fra cui un ricettario, un kit didattico, un modellino dello Shuttle, cardboard glass per continuare l’esperienza in classe e a casa.

Il Food Shuttle sarà disponibile, a partire dal 2019, per tutte le scuole italiane che ne faranno richiesta.

Per maggiori informazioni: www.foodshuttle.it.