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Recensione. L’enoteca Vini e Vinili a Milano suona ma non balla

venerdì, 02 Agosto 2019 di

“Per cortesia, mi puoi far vedere la bottiglia?” – dico e mi sa che ho assunto ancora il mio tono da stronzetto.

Sono da Vini e Vinili, piccola enoteca vicino a casa, in fondo a viale Argonne a Milano – ho finito la mia insalata, ho ordinato il dolce, ma mi è venuta la curiosità di sapere qualcosa sul vino, discreto, che ho appena bevuto.

Non molto grande, una quindicina di posti, arredamento minimal, gradevole nell’insieme, Vini e Vinili è un’enoteca ma è anche una celebrazione del vinile: pile di dischi, anzi, di long-playing, un po’ dappertutto, a far da cornice ai vini esposti per la vendita e per il consumo in loco.

La prima volta che ci sono stato, attirato da una promessa di tartare di cavallo nel menu esposto su una lavagna all’esterno (ma era esaurita), niente giradischi: era in riparazione, la musica c’era, ma in digitale. Ci sono tornato l’altra sera, sperando di trovare entrambe – niente da fare. Se la tartare era probabilmente un extra-menu, la musica da vinile farebbe parte della ragione sociale. Apprezzabile comunque la colonna sonora, anche se tutta d’antan (sarà stato un omaggio al cliente anziano?) – a occhio e croce, tutta d’epoca pre-digitale.

La selezione di bottiglie è tutta visibile in due scaffali, mentre una lavagna indica i vini disponibili al bicchiere.

Il menu è abbastanza semplice: taglieri da 6 a 12 €, bruschette 5/6 €, insalate 6/7 €, panini da 5 a 6 €.

La prima volta ho scelto un tagliere di salumi e formaggi: buoni, piacevoli.

Anche l’insalata spinacino-tonno-mango-succo di lime-semi di sesamo era buona, mi sono piaciuti gli accostamenti, anche se avrei preferito un po’ di sapori in più: il lime si sentiva appena. Bella idea, buona, il mango.

Nessuna particolare indicazione sui prodotti utilizzati – solo l’olio, che era in tavola, ed era del Frantoio di Sant’Agata d’Oneglia (e l’ho molto apprezzato). Diciamo che siamo anche stanchi della pletora di indicazioni su origini e metodi e specifiche e organolessi varie, ma forse qualcosa in più si potrebbe scrivere.

Lo stesso vale per il vino: capisco che la lavagna anonima è spesso un segno identitario dell’enoteca, ma due indicazioni in più non sarebbero male. Ho preso un bicchiere di “Falanghina Taburno” (5 €), e mi è stato portato il bicchiere. Ecco, mi sarei aspettato che, essendo in un’enoteca, mi arrivasse il bicchiere vuoto e la bottiglia, e che il tutto mi venisse illustrato con dovizia di dettagli su esposizione, acidità del terreno, legno dei barili e nome delle persone che lavavano le bottiglie prima di imbottigliare.

Alla fine, ho chiesto che mi portassero la bottiglia. Era una Falanghina Taburno Sannio dop, Azienda Agricola Masseria Frattasi, Montesarchio (Benevento). Piacevole, lo avrei voluto più freddo, ma la temperatura di servizio mi è sembrata corretta.

Sui dolci, niente da segnalare, senza infamia e senza lode: crostata con marmellata e pasticciotto (un po’ scialbo). Tutti 3.50 €

Esiste anche una carta dei vini da accompagnare ai dolci, e dei superalcolici, che non mi è stata proposta quando ho chiesto il pasticciotto.

In sintesi, un locale carino da vedere, con una bella idea, quella dei vinili, che poteva essere sfruttata meglio a livello di design del locale (anche a parte la mancanza del giradischi), con le due signore? signora e signorina? che mi hanno rifocillato carine e gentili – con una “cucina” buona ma abbastanza anonima, come “anonimo” era stato il vino che mi hanno servito.

Vini e Vinili. Via Ajaccio, 3. 20133 Milano. Tel. +39 0239565359.

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.