mulino caputo farine per pizza, pane e dolci
Il risotto giallo alla milanese coi pistilli di Trattoria masuelli

3 ristoranti della tradizione che dovete assaggiare a Milano

venerdì, 13 Settembre 2019 di

Milano è, in un certo senso, un grande ristorante. Una tavola sempre imbandita. La cartina di tornasole di tutte le mode gastronomiche. La scena dei grandi congressi e dei megaeventi foodcultural. L’ubi consistam di ogni nuovo format di ospitalità. Il terreno di guerrilla all’ultimo like. La mappa sempre aggiornata di tutte le inaugurazioni, chiusure e resurrezioni (grazie sempre, Emanuele).

Ma non solo.

Calamari ammollicati

Milano è al tempo stesso la solida casa di grandi classici. Di ristoranti e trattorie di tradizione e di famiglia, che senza fuochi d’artificio e senza clamore, senza social media manager e feste mediatizzate, senza location strategiche e ospitate milionarie, fanno la gioia dei loro clienti e riempiono i tavoli. Perché sono bravi, perché sono concreti, perché sì.

Ecco perché prenotare per andarci non è un suggerimento, ma un obbligo.

I clienti di questa Milano non sono solo quelli già affezionati – per lavoro e per diletto – ma anche quelli che si affezionano. Per un gesto. Per un piatto. Per una parola, una descrizione intrigante. O anche in virtù del passaparola, tout-court.

Da tempo avevo in animo di scrivere questa cosa e di spiegarmi con tre indirizzi (tre dei tanti che ci sono). Subito e in ordine alfabetico.

1. Osteria Mamma Rosa

La trovate dietro Buenos Aires. Osteria Mamma Rosa è un locale enorme, pieno di luci, vetrate colorati e pannelli ispirati a tutte le città d’Italia, sale dedaliche, due livelli, moltissimi coperti. Sembra l’ambientazione di un film newyorkese anni ’80. Cucina grande, ancora più strabiliante cantina.

È il regno dello chef Valerio Stumpo, calabrese che ama e propone tutta la cucina italiana, regione per regione, di carne e di pesce, di pasta e di verdure. E la esegue a regola d’arte, generosamente, poco concedendo alle mode di certi impiattamenti astratti e minimalisti.

La sala è superefficiente e il servizio rodatissimo.

Nel menu lungo e largo, c’è tutto quello che risveglia i ricordi sopiti del cliente italiano – La pasta con il sugo di pesce! L’amatriciana! La crème caramel di quando ero piccolo/a! – e tutto ciò che seduce il cliente straniero, come le più trionfali presentazioni di frutti di mare o i più copiosi spaghetti, da arrotolare (sul cucchiaio no, please!) ridendo e godendo.

Prezzo medio: 45 €; menu degustazione di terra e di mare uno a 38 € l’altro a 48 €.

Osteria Mamma Rosa. Piazza Cincinnato, 4. Milano. Tel. +39 02 2952 2076

2. Trattoria Masuelli San Marco

La ditta ha quasi 100 anni – è stata fondata nel 1921 – ed è in forma smagliante.

Tre le generazioni di Masuelli presenti al momento all’indirizzo storico di viale Umbria. Pino, nato negli anni ’30, Massimiliano, nato negli anni ’60 e Andrea, perfettamente anni ’90. Li si trova rispettivamente (semplificando) in sala, in cucina e in cantina con perfetta armonia di ruoli.

E se il padre recita per ogni cliente il menu soffermandosi con tenerezza sui mondeghili e sulla pasta e fagioli densa col cucchiaio in piedi, (standing spoon, ecco la descrizione intrigante, icastica e perfetta!); se il nipote consiglia il giusto calice con un occhio alla cantina, il figlio chef garantisce l’identità dei piatti in carta. Un’identità che è lombarda e piemontese e calda, avvolgente – come lo è il servizio.

Proprio lui che detesta seguire un copione nella vita, lavora in modo continuo e riconoscibile. Prova ne siano il vitello tonnato, la pasta ripiena o i tajarin fatti in casa con il ragù bianco di coniglio. E, prova regina, il risotto con i pistilli di zafferano. Sì, lo stesso risotto che richiede ogni anno 400 kg di riso ed è annoverato tra i migliori di Milano, quindi del mondo.

Prezzo medio: da 50 €. Da provare, il business lunch (un primo o un secondo, un dolce, acqua e caffè) a 18 €

Trattoria Masuelli San Marco. Viale Umbria, 80. Milano. Tel. +39 02 55184138

3. Trattoria Siciliana Da Salvatore

Trattoria siciliana, ci informa il sottotitolo, confermato dall’indirizzo web.

E io sarò a lungo grata all’amico che me l’ha fatta conoscere (W il passaparola), è il locale dove portava soprattutto i suoi migliori clienti giapponesi. E deve aver seminato bene, perché anche quando ci abbiamo cenato noi, parecchi asiatici erano seduti, le stoviglie tintinnanti.

Da Salvatore è in zona Stazione Centrale e si sale dall’ingresso su strada per trovarsi in una saletta calda, negli arredi e nelle luci, piacevole. Siciliana nei riferimenti e in qualche tocco di colore-folklore ma non iperdecorata, per un’accoglienza gestita in famiglia: il Salvatore eponimo con il figlio Alfredo in cucina, la moglie Rita in sala a coordinare un servizio cortese, discreto.

Ma a tavola sì, si è siciliani nei gusti di pasta, di terra, di pesce, con porzioni proporzionate e cioè non pantagrueliche come in Sicilia ma per fortuna nemmeno invisibili come nei posti più arroganti di Milano. E con i secondi quasi sempre arricchiti da un elemento vegetale – un tortino, un contorno.

Ricordo di aver preso un’insalata di polpo. Tenera, buona, senza messinscene.

I miei commensali, lo raccontano le foto, sicuramente Pasta ca’ Muddica e Calamari (Calamari ammollicati con tortino di melanzana) e uno Spada alla palermitana. Tutto molto composto, corretto e gradito.

Era tardi, allora. Restano da provare tutti i dolci, che avevano l’aria invitante.

Prezzo medio a persona: 45-50 €

Da Salvatore. Viale Brianza, 35. Milano. Tel. +39 02 669 2784

PS: in tutti e tre si mangia su tavoli con tovaglia impeccabile. Torniamo a farci caso, quanto è importante una classica mise en place!

[Immagini: iPhone di Daniela, mamma Rosa, Da Salvatore, Mesubim, A Million Steps]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.