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Il tapas bar del Moebius di Milano è spettacolare e merita il bis

sabato, 25 Gennaio 2020 di

Moebius a Milano è innanzitutto un ambiente spettacolare in stile newyorkese. 

Siamo in Via Cappellini, non lontano dalla Stazione Centrale.

Il ristorante prende il nome da un noto fumettista, il francese Jean Giraud, che era solito firmare i suoi lavori con lo pseudonimo di Moebius. Una vera e propria dichiarazione di intenti: l’estro dell’arte richiama un’idea gastronomica nuova e sofisticata.

Oltre la soglia, ad accogliere il visitatore, un’imponente “libreria” di liquori (come è stata felicemente definita) che accoglie il cocktail bar.

A condividere lo spazio al pian terreno, il Tapas Bistrot che predilige un’offerta culinaria easy, ma molto originale, e che richiama suggestioni spagnole, francesi e americane.

Il locale, si trova nel contesto post industriale di un ex magazzino di tessuti, e rende concreto un camaleontico concept restaurant in grado di cambiare pelle a seconda dell’orario della giornata e della prospettiva: un “locale nel locale” praticamente.

Nella piattaforma sospesa, identificata come “navicella spaziale”, è stata collocata l’Osteria Gastronomica, con una proposta culinaria d’avanguardia, che fonde elementi delle cucine romagnola e toscana, luoghi d’origine dei soci, e che ha aperto i battenti in differita qualche mese dopo.

Qui i menu oscillano tra i 70 e i 100 € con i vini in abbinamento a 70 €.

Per sedersi al tavolo dello chef, con menù omakase a tutti gli effetti, occorre spendere 200 €.

L’offerta del locale si estende anche a concerti durante la settimana e alla vendita di vinili.

A collegare gli spazi del tapas bar e dell’osteria gastronomica c’è un ulivo andaluso di 700 anni, inserito in una spettacolare teca di vetro. Il palco per i concerti, invece, è ospitato da un’avveniristica galleria di metallo, che si apre da un lato sulla sala e dall’altro sulla serra-veranda esterna, in una atmosfera più intima. 

In cucina c’è lo chef Enrico Croatti, classe 1982, che vanta un articolato curriculum segnato da due stelle michelin. La prima conquistata nel 2013 a Madonna di Campiglio come executive chef del Dolomieu, bissata lo scorso anno come chef dell’Orobianco di Alicante (dove lavorava dal 2015), primo ristorante di cucina italiana a ricevere il riconoscimento in terra iberica.

Ora la realizzazione di un suo sogno nel cassetto, che cullava da tempo: arrivare a Milano.

Al Moebius siamo andati al tapas bar. Veniamo professionalmente accolti all’ingresso e accompagnati al social table che ospita due dozzine di persone e conduce lo sguardo sapientemente, dritto, alla cucina a vista, dove Croatti dirige la sua “orchestra” gastronomica.

L’atmosfera è sofisticata, bella, elegante ma senza ostentazioni provincialiste.

Il menu prevede una serie di piatti semplici rispetto all’osteria gastronomica, ma che comunque esprimono tutta la mano del loro autore e il bagaglio di esperienze raccolte tra diverse culture culinarie, senza abbandonare le proprie origini romagnole.

Il menu è suddiviso tra tapas, burritos, portate, e dolci. Il servizio, impeccabile e cordiale senza asfissie, comprende l’ottimo pane artigianale prodotto da Pavè, fatto con lievito madre e grani antichi. Il tutto, al costo onestissimo di 2 €.

Apriamo le danze con zucca alla tailandese e gamberi (12 €), piatto colorato e dal sapore equilibrato, giusto mix tra esperienza asiatica e tradizione romagnola.

Proseguiamo con carciofi al pecorino, lime e fiori (12 €); originale, dal sapore delicato e anche qui riuscito mix di tradizione estera e nostrana.

E’ la volta della salsiccia d’anatra con cipolle caramellate (13 €). L’esaltazione per il gusto della portata prende il sopravvento, e si completa la  sensazione di essere trascinati dallo chef su una giostra che ti conduce da una parte all’altra del mondo, pur stando fermi sul posto.

Cavalchiamo la giostra con la caccia al cervo (16 €): tenerissimo.

Concludiamo i piatti salati con l’assaggio del burrito salmone loch fyne crudo (13 €), pulito e armonico. Molto piacevole

Il dessert scelto è una crème brûlée alla liquirizia, unica portata che non riprenderei: ben eseguita, ma non esaltante.

Degno accompagnamento alla nostra cena un Lamùri, vino rosso siciliano, già a noi noto e apprezzato, dal giusto ricarico in carta.

I piatti sono esteticamente perfetti e dal sapore eccezionale; se dovessi consigliarne solo uno, sarebbe il carciofo al pecorino, lime e fiori, a mio avviso originale e appagante nella sua semplicità.

La conclusione? Il locale più bello che abbia mai visto a Milano.

Sul food, difficile trarre in toto una conclusione senza aver provato le altre facce del locale, ma sicuramente l’esperienza lascia una gran voglia di bis.

Conto sui 45/50 euro al tapas bar, bere escluso.

Moebius. Via Cappellini, 25. Milano. Tel. +390236643680

Di Eugenia Rocco

Sono nata a Salerno e vivo e lavoro a Milano. Amo vivere e condividere esperienze di cibo e di vino. Non avrei mai pensato di scriverne, ma la pancia è più forte della testa!