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5 motivi per andare in Lettonia

venerdì, 07 Febbraio 2020 di

svinando

Ah, il fascino dei paesi baltici. Già, che sapore ha? La Lettonia, per esempio, che è un po’ innamorata dell’Italia, si muove e promuove anche sul fronte foodcultural, quantomeno a Roma e a Milano.

Il piccolo assaggio che ne abbiamo avuto poco tempo fa ci ha stuzzicato le papille, in attesa di verificare sul campo. Ma friggono delle domande sulla punta della lingua. Si contano sulle dita di una mano.

1. Cosa sono gli špratti

Così, a bruciapelo. Gli spratti, per i lèttoni špratti strusciando l’iniziale, sono un pesce azzurro, diffusissimo sulle tavole, dal profumo e sapore intenso.

Il nome scientifico di questo pesce è sprattus sprattus, è simile alla sardina e viene gustato affumicato, solitamente come starter o spuntino, su una fetta di Rupjmaize, il locale pane nero di segale dal sapore agrodolce…

Ma in Lettonia vi capiterà di gustare anche la lampreda, tanto brutta a vedersi quanto prelibata (sento una vocina che dice “sarà bello lo scorfano!”. E infatti), meritevole.

2. Cos’è il vino di rabarbaro

E chissà! In Lettonia la cultura del naturale e del selvatico non è una moda, è un fatto. Ne risulta una cucina di boschi, di erbe, di bacche, di ortaggi che crescono sottoterra.

Una cucina che ha fatto tesoro dell’essiccare, del fermentare del candire, anche con esiti bizzarri. Le pigne candite, per esempio, sono una leccornia e trovano un equivalente italiano, forse, solo nelle sperimentazioni di cucina selvatica di Eleonora Matarrese (Cracco ne è un estimatore), che prepara bevande e delizie con ghiande, amenti, aghi e bacche.

E nei bicchieri? Se boccali, birra. Se calici, anche estratti e succhi, come il cosiddetto vino di rabarbaro, frizzantello, lievemente rosato e sì, forse un po’ dolce. O il sidro, il succo di betulla…

3. I numeri della Lettonia

La Lettonia tutta è estesa come 12 volte la Liguria, orlata da 500 km di spiagge e ricca di boschi, fiumi e spazi incontaminati, gelosamente custoditi. Anzi, questa custodia gelosa delle bellezze più segrete si dice essere parte del carattere nazionale.

Ha solo 2 milioni di abitanti, meno di una nostra metropoli. Paese a vocazione green, la Lettonia agevola l’imprenditorialità giovane, le tecnologie sostenibili, le arti e le startup.

A Milano ha appena aperto un ufficio della LIAA (l’Agenzia per gli Investimenti e lo Sviluppo della Lettonia), referente business perfetto.

Ma parliamo anche di un paese che sta investendo sul valore di un turismo consapevole, sostenibile, rispettoso, curioso. E quale curiosità è più fisica di quella per il cibo?

4. Quanto costa mangiare bene in Lettonia

Ristorante in lèttone di dice Restorāns. Riga, la capitale, ricca di ristoranti lo è, e sono anche di alto livello; spesso sono molto europei come gusto, mise-en-place e proposte, con qualche punta creativa, che è bello ricercare nel menu.

I prezzi, anche di quelli piuttosto lussuosi, si attestano sulla nostra fascia dei 70 €. Ed è interessante. Mangiare veloce, non necessariamente fast food o street food, per strada o al mercato, in Lettonia è invece possibile con 10 € o poco più.

Ma noi abbiamo visto preparare e assaggiato alcuni piatti del Bibliotēka 1 di Riga, in un business lunch offerto dallo chef Kaspars Barsukous, ed erano…

Lettonia antipasto spratti

Paté di špratti con cipolle sottaceto, pan brioche tostato, maionese, uovo di quaglia, olio di aneto e uova di trota. Praticamente, il piatto qui sopra, che qui si può vedere in un prima e dopo, nel suo making of (e si capiscono sa la consistenza spremibile del paté, sia dove viene messo l’uovo). Coming out: il mio favorito.

A seguire, guanciale glassato servito su un letto di crauti in salamoia, crauti novelli in umido e patate, profumato al cumino e semi di senape.

Dessert, un dolce al cucchiaio multistrato – tipo Tiramisu – con pane nero di segale tostato con miele, prugne nere, crema di mascarpone e ricotta Lettone, gelatina e sorbetto di mirtillo. Molto, molto dolce. E una tortina di mele, suppongo la tipica Cielavina.

5. Ristoranti stellari ma non stellati

La Lettonia golosa non ha ristoranti stellati. E non perché non li meriti, ma perché non è ancora censita dalla Rossa. Questo vale, in realtà, per tutti i paesi baltici, che pure nel complesso sono detentori di una scena gastronomica più che attraente.

E perché nessuna stella Michelin brilla ancora sul Baltico? Mancanza di risorse? Numeri troppo piccoli o grandi strategie a noi occulte? Oppure ispettori già in loco e al lavoro in strettissimo incognito?

C’è chi, intanto, sulla stella ancora mancante ha costruito la propria comunicazione – in almeno due modi. Uno, un molto citato locale a Cēsis, il Izsalkušais Jānis, che vanta letteralmente di non essere raccomandato dalla Guida Michelin e due, chi invece si accontenta di essere definito non stellato, ma stellare.

[Immagini: iPhone di Daniela, LIAA]

Di Daniela Ferrando

Milanese, trent’anni di copywriting e comunicazione aziendale. Le piace che il cibo abbia le parole che merita: è cultura. Parlando molto e mangiando poco, non si applica nel suo caso il “parla come mangi”.