Ristorante Imàgo a Roma: spettacolare come il menu Error13

Roma è bella. Molto bella. Grande, imperiale, romantica, decadente, barocca, malandrina, scenografica, drammatica, teatrale. Tutti aggettivi che, anche insieme, non descrivono né definiscono la grandezza della Città Eterna. E il respiro ti manca quando entri nel grande attico in cima alla scalinata di Trinità dei Monti, all’ultimo piano dell’Hotel Hassler. Vista su Roma di cui gode anche il ristorante stella Michelin Imàgo che qui è ospitato.
L’Hassler è un hotel bellissimo (con purtroppo alcuni cali di gusto drammatici, tipo il bar “a conchiglia” in giardino e la scritta “stairway to heaven” nella hall) che ha conservato questo gusto un po’ “retrò” come nelle magiche rinnovate sale da pranzo del primo piano.
E fra poco il rifacimento e la ristrutturazione interesseranno anche la così chiamata “ sala ristorante,” una meravigliosa grande sala al penultimo piano che ospita il ristorante Imàgo, subito sotto la terrazza.
Ma anche ora, quando si esce dall’ascensore, l’emozione è grande. La sala è tutta contornata da grandi finestre che danno su ogni angolo di Roma, dalle colline all’altare della Patria, dal fontanone sopra Trastevere alla cupola di San Pietro. Una meraviglia. Un colpo d’occhio straordinario.
La sfida di Andrea Antonini
E ora, mentre il direttore Marco Amato ci accoglie con amorevole professionalità e ci accompagna al nostro tavolo, intuisco finalmente la “grande bellezza” di Roma e la difficilissima sfida che Andrea Antonini, lo chef del ristorante Imàgo, si appresta ogni sera ad affrontare. Accompagnare questa bellezza, commentare le spettacolo, esaltare quest’emozione, raccontandola.
Una cucina che deve raccontare questa Roma senza essere romana. Una cucina alta, romantica, singolare ed unica come questa vista. Che non esagera mai, non canta fuori dal coro, ma fonde le proprie note, la propria voce, con il canto del tramonto sulla Capitale.
Una canzone però distinta, particolare, fatta di ingredienti freschissimi e di tecniche ben eseguite, di sorrisi e carezze. Ma anche a volte di sguardi e gusti decisi, netti, come la bellezza struggente delle torri di Villa Medici davanti a noi, o il seducente panorama del Tevere al tramonto.
È così, la cucina di Antonini. Seducente ma mai esagerata. Creativa ma mai distonica. Una cucina, appunto, difficilissima da realizzare, perché non deve mai imporsi sulla bellezza della vista alla mia finestra. La deve sottolineare. Deve dare un gusto a quella vista. Ecco. Dare un gusto alla bellezza.
Questo l’arduo compito cui e’ stato chiamato Andrea Antonini. E la stellina conquistata ne dimostra il valore. E anche la nostra scelta di mangiare qui si è rivelata pienamente vincente.
Una cena iniziata con l’Atto uno.
Come si mangia al ristorante Imàgo a Roma

Acetosella, mandorle e mirtilli. È con una grande piccola nota di freschezza e pulizia che inizia il menù di Andrea. E abbiamo la presunzione di capire che queste prime note caratterizzeranno la nostra cena. Freschezza, pulizia e spinta marina che troviamo in

Piselli e caviale. Piccola grande idea.

Segue una rinfrescante Insalata estiva (notate quanto “fresco” in questa caldissima estate romana).

E quindi un’esplosione di gusto, un piccolo cameo marino, in Lattuga e gambero viola. “carnoso, con qualche leggero spigolo accarezzato dall’aceto di Champagne, mi piace molto”, ci dice Andrea. Ed anche a noi.

Viene ora il momento del Cetriolo di mare in salsa verde. E ancora sentiamo mare e freschezza, in una preparazione tecnicamente ineccepibile.
Il Calamaro alla milanese è un gioco di sapore tra mare e città, una ricetta iconica ma giocata sul mollusco.

E poi Zucchine in fiore e manzo crudo. Piatto in cui affiora ancora una proteina, ma stavolta di terra,

Pane, miele e burro salato. Anche qui, come portata.
Passiamo ora a quello che viene definito Atto due.
L’Atto 2 della cena

Agnolotti di coniglio, carote e zenzero. Che buoni! Punto.

Spaghetti, fichi, lavanda e basilico. La pasta Felicetti in tutta la sua espressione di tenacia e acidità. “I fichi fioroni – ci spiega Andrea – rilasciano profumi di dolcezza che ben si sposano con l’acidità del piatto.”

Pasta burro e parmigiano, cedro e polline. Facciamoci del BUONO!
Poi…Atto tre.
I secondi piatti

Astice e mais. Rotondità, sapore, ancora pulizia.

Animella e fiori di sambuco. Una delle migliori animelle da me mangiate. Ci dice lo chef: “Amo in particolare questo piatto perché è della tradizione romana e solitamente si accompagna ad un gusto dolce. Invece nella mia cucina cerco di esaltare acidità e renderlo particolare”.
E ora, Atto quattro.
I dolci

Verbena, melone e cetriolo per prepararsi al dessert.

Albicocca, mandorla, origano e aceto balsamico. Mai dolce, mai troppo, ma che buona!


Clarice, torta di pesche e il carrello dei gelati. Dessert, dessert e ancora dessert.
Carezze di dolcezza mentre il tramonto si spegne e la notte romana esplode in tutte le sue mille luci. Che luogo incantato. Che personale preparato, attento e gentile. Mai una sbavatura, mai un’attesa, mai un problema. Che sala!
E che cucina, quella di Andrea Antonini, tesa alla qualità, a mettere in risalto gli ingredienti (veramente) di stagione, e attentissima a sottolineare la grande bellezza del luogo e della vista.
Lavoro di grande difficoltà, quello dello chef, immerso in cotanto scenario. Ma prova perfettamente riuscita.
Quanto costa il ristorante Imàgo a Roma

I piatti di cui avete letto fanno parte del nuovo menu degustazione Error13 diviso in 4 atti il cui costo è di 220 €, vini esclusi.
La carta del ristorante prevede anche il menu Classic che offre una selezione delle precedenti stagioni. Il prezzo è sempre di 220 €, bevande escluse.
[Tutte le foto sono di Alberto Blasetti]
Imàgo, ristorante stella Michelin con vista spettacolare su Roma (marzo 2022)

Al ristorante Imàgo è facile perdersi nel panorama di Roma. Dal sesto piano dello storico hotel Hassler di Trinità dei Monti regala emozioni uniche. Tante quanti i piatti dello chef Andrea Antonini alla guida di questo ristorante che esibisce 1 stella Michelin.
Evoluzioni contemporanee, essenze del territorio, architetture vegetali. La cena al ristorante Imàgo vola alto e illumina la tavola di lampi golosi davanti a un panorama da togliere il fiato.
Chi è Andrea Antonini

Andrea Antonini, romano classe 1991, nonostante le scuole da perito tecnico, sente immediatamente il richiamo della cucina. Inizia lavorando in piccoli ristoranti, facendo le stagioni estive e invernali durante le vacanze scolastiche. Scappa in Australia per guardare il mondo da un’altra prospettiva. E, nonostante le spiagge e il surf, capisce che il suo posto è dentro una cucina. Tornato a Roma, entra nella brigata dello chef stellato Andrea Fusco con cui rimane alcuni anni. Con lui comprende quale tipo di approccio alla gastronomia vuole studiare e realizzare. Dopo aver maturato esperienza nella brigata di Roy Caceres, riparte per l’estero. La sua avventura iberica (durata diversi anni) inizia nel laboratorio di creatività di Quique Dacosta, 3 stelle Michelin. Lavora nella squadra del settore creativo Juanfra Valiente.
Dopo i primi sei mesi capisce che “la cucina può essere un luogo d’avanguardia. E che questo si realizza, però, solo quando tutto è organizzato alla perfezione, senza spazi per l’approssimazione.”
Si sposta poi a El Celler de Can Roca, 3 stelle Michelin e miglior ristorante per i 50Best Restaurants. Qui si lega moltissimo a Joan Roca, uno dei fratelli fondatori del ristorante, che lo accoglie felicemente in brigata. Il percorso è felice e pieno di stimoli tra la possibilità di sperimentare e il lavoro in partita a cui viene ammesso con plauso. Infatti, vince il premio per la creatività che ogni anno lo chef Roca indice tra tutti i membri della sua brigata. Concorre con un piatto tutto italiano, anzi romano: Triglia, panzanella e limone. Il richiamo dell’Italia è però forte. E quando arriva la possibilità di entrare a lavorare da Enrico Crippa, capisce che è ora di tornare a casa.
Nell’aprile del 2019 diventa executive Chef del ristorante Imàgo a Roma.
Il ristorante Imàgo a Roma

Nell’autunno del 1956, Oscar Wirth, padre di Roberto Wirth, trasforma la terrazza panoramica dello storico edificio di Trinità dei Monti nel primo “Roof top Restaurant”. Non solo di Roma ma d’Italia.
Era il primo ristorante posto all’ultimo piano di un albergo. Un’importante novità al tempo, considerando che i romani, e gli italiani in generale, erano abituati a mangiare in ristoranti che risiedevano al piano terra.

“Essere qui come chef di Imàgo è l’avventura della mia vita: grazie a Roberto Wirth ho messo insieme una brigata di giovani professionisti. Come il mio collega Matteo Taccini che ha militato nell’ultimo anno nella cucina di Enigma con cui spesso ho incrociato il mio cammino lavorativo. Con Roberto Wirth abbiamo subito trovato il punto di incontro sulla filosofia di cucina espressa da Imàgo. Al centro l’italianità con omaggi anche alla tradizione e alla stagionalità dei prodotti, sempre proposta con la visione e il gusto contemporaneo, come i miei. Al ristorante Imàgo ho trovato, inoltre, una grande brigata di sala, guidata da Marco Amato e supportata dall’ F&B Director Ilario Bonzani. Insieme intendiamo render sempre più simbiotico il lavoro delle due squadre e far vivere all’ospite un’esperienza sempre più coinvolgente”. Così spiega il suo ingresso al ristorante Imàgo Andrea Antonini.
Che conferma nella guida 2020 la stella Michelin.
Quanto costa il ristorante Imàgo

Il menu del ristorante Imàgo a Roma cambia due volte l’anno. È possibile scegliere tra Imàgo 6, un menù degustazione di 6 portate con una selezione dei migliori piatti della stagione (170 €). La seconda proposta è Imàgo à la carte che comprende tre portate da scegliere nella carta (140 €).
Alessio Bricoli, head sommelier del ristorante, coccola i commensali forte di una cantina che conta circa 2400 etichette.
Il benvenuto è giocoso, divertente e accattivante.
Il cocktail Hugo (prosecco, fiori di sambuco e menta), la crocchetta di patate, mozzarella e tartufo e l’assaggio di amatriciana si dissolvono in un boccone goloso.
Divertono lo spicchio di pizza margherita, in realtà una meringa, e il riccio di mare. Ha un guscio croccante con il cuore di spuma di riccio vivacizzato dalla polvere di pecorino.
Servito come un tè, un concentrato di brodo vegetale, un bouquet di erbe aromatiche e fiori chiude il benvenuto dello chef.

In bella vista la pagnotta di pane con patate e rosmarino, con lievitazione di 24 ore pronta per essere infornata.
L’omaggio a Roma

Omaggio a Roma la mini rosetta del ristorante Imàgo. È servita con il suo partner classico la mortadella, cubotti di focaccia con ricotta, velo di lardo e timo. Insieme ai grissini tirati a mano.

Gli amuse bouche al ristorante Imàgo a Roma prendono il via dalla tradizione con un cocktail di gamberi. È rivisto in chiave moderna con salsa di lattuga acida, gambero rosso di Mazara del Vallo, spuma cocktail e polvere di gamberi. Si passa poi al crudo di tracina, accompagnato da un gel di mandarino e capperi; la cacio e pepe realizzata con un calamaro tagliato a julienne; le pennette al pesto classico realizzate utilizzando il cannolicchio. A chiudere salsa di ricci e di pecorino su pane croccante.
Il Muffato della Sala 2018 accompagna il cocktail di gamberi ed i ricci di mare. Lo Chateau Rieussec 2018, in abbinamento alle altre proposte, propone un parallelo Italia-Francia.
Come si mangia al ristorante Imàgo

Il carciofo con le animelle è un richiamo al territorio. Ricco di sapori, opulento, tondo tra le note di liquirizia e menta che rinfresca, mentre la salsa di pecorino vivacizza il piatto.

Di fianco la coratella, servita in un delizioso pentolino, intervallata al palato da salsa di pecorino, salsa di vitello e cipolla.
In abbinamento Marques De Poley in purezza.

La nostra pagnotta di pane è pronta. Fa il suo ingresso ancora ben calda accompagnata da un burro dolce agli agrumi e vaniglia, ed un burro salato alle erbe e timo limonato.
Se al burro preferite il classico olio extravergine d’oliva il ristorante Imàgo propone una Coratina I.G.P. di Roma dell’azienda agricola Il Simposio.
I primi piatti del ristorante Imàgo a Roma

Scampi e cime di rapa in raviolo è un primo piatto dai sapori nitidi e scevro di fronzoli. La cremosità e l’agrodolce della crema di scampi e del limone fermentato esaltano la struttura bilanciata del piatto. E tengono l’equilibrio con l’amaro delle cime di rape.
Al calice Brunello di Montalcino Pietroso, vendemmia 2017. Con il suo tannino molto fine e sottile accompagna il piatto esaltandone le caratteristiche gusto olfattive.

La cremosità del risotto al burro acido si alterna al carattere deciso dei fegatini di pollo. Al palato si alternano a consistenze diverse di nocciole. La nota acida del cedro aggiunge freschezza al piatto e va a braccetto con il sapore dolciastro della spugnola.
L’abbinamento del ristorante Imàgo a Roma propone il bianco Meursault Le Limoniz 2017, Buisson Battault, chardonnay in purezza.
Il piatto più divertente del ristorante Imàgo a Roma



Il pollo alla cacciatora, è il piatto più divertente dell’intero menu tra gusto, presentazione ed invito a sporcarsi le mani. Ma non preoccupatevi: vi verrà dato un guanto in dotazione per gustare l’aletta glassata e arrostita al burro.
In ogni boccone si coglie la mano dello chef, la sua idea ben strutturata ma al contempo eccentrica e fresca.
Al calice le bollicine dello Champagne Delamotte rosè.

L’inventiva dello chef stupisce con effetti speciali. È il caso del biscotto pop-corn. Il pre dessert vi farà fumare il naso e il suo cuore di azoto vi porterà con la testa fra le nuvole.
Il carosello dei dolci è seguito dalla pastry chef Mariasole Martella.

La tarte tatin di mele e camomilla, il dolce preferito dello chef, è completato da crema inglese e cubetti di mele. È accompagnato dalla cremosità del gelato alla vaniglia con pistacchio e pinoli.

La piccola pasticceria rapisce i più golosi. A partire dalla ciambellina fritta da intingere nel cioccolato o nella vaniglia. Io l’ho pucciata in entrambi senza rimorsi. Poi il doppio bignè alla base ripieno di crema pasticciera e sopra al caramello. L’elegante gianduiotto dorato, il sorbetto arancia e cannella, macaron di pinoli e, come tradizione di ogni tavola italiana, frutta fresca.
Le bollicine di un elegante Louis Roederer Carte Blanche chiudono a Roma l’esperienza generosa e divertente al ristorante Imàgo dello chef Andrea Antonini.
Imàgo all’Hassler. Piazza Trinità dei Monti, 6. Roma. Tel. +390669934726. Facebook
[Adele Pupella]