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Il video che spiega la morte del buffet e dell’apericena

Il video dell'esperimento realizzato da NHK World - Japan, il servizio pubblicoradiotelevisivo giapponese, spiega il contagio al buffet
giovedì, 14 Maggio 2020 di

Addio apericene. Basta tavolate di buffet. Stop alle lunghe teorie di vassoi e guantiere ricolmi di prelibatezze a disposizione degli avventori. È il caso come spiegano le regole dell’Inail e finanche quelle favorevoli dell’Emilia Romagna e dimostra questo filmato trasmesso da NHK World – Japan, il servizio pubblicoradiotelevisivo giapponese.

Il video mostra un esperimento, condotto con 11 volontari davanti a un buffet. A uno di loro è stato spruzzato un liquido fluorescente sulle mani, uno di quei liquidi invisibili che si vedono solo con la luce blu. Il liquido, ovviamente, rappresenterebbe il Coronavirus. Lasciati liberi di interagire e di servirsi con il buffet per una mezzoretta, e accesa quindi la luce ultravioletta, si è visto che la “contaminazione” interessava la totalità dei convitati. Macchie bianche sono comparse sulle mani, sui volti, su tovaglioli e stoviglie. E sul buffet: manici delle caraffe, posate, piatti erano tutti cosparsi di macchie. Ma anche su maniglie e interruttori, ad esempio. O sui pulsanti degli ascensori.

Si tratta del rischio di contaminazione connesso alle cosiddette “High-Touch Surfaces“, le superfici che vengono frequentemente “toccate” dalle mani, e che negli spazi comunitari diventano il veicolo primario dell’infezione.

L’esperimento ha preso spunto dal primo grande gruppo di infezioni Covid-19, riscontrato dalle autorità giapponesi all’inizio di febbraio. La nave da crociera di lusso Diamond Princess era rientrata al porto di Yokohama con 3.700 passeggeri e membri dell’equipaggio. Di questi, oltre 700 sono risultati infettati dal Coronavirus, e 13 persone sono morte.

La ricostruzione e l’analisi di quanto avvenuto sulla nave ha permesso all’autorità di capire meglio le modalità di trasmissione del virus, che sono quelle sintetizzate nel breve video di NHK.

Il canale Tv ha infatti deciso di condurre un’indagine approfondita su ciò che è accaduto sulla Diamond Princess, trasmettendo un documentario che ricostruiva l’intera vicenda. Potete vederlo per intero qui.

La ricostruzione di NHK dimostra come la diffusione del virus sia facilitata nei luoghi chiusi, con i contatti fisici, e nelle aree affollate. Tipicamente, su una nave da crociera. Anche un semplice colpo di tosse rilascia nell’aria il virus, attraverso goccioline di saliva che possono trasmettere l’infezione. Ma tracce di Covis-19 sono state trovate sui pavimenti dei bagni, sui cuscini, su telecomandi, tavoli e sedie, sia nelle cabine delle persone infette, ma anche in alcune cabine di persone sane.

La ricostruzione è accurata, a partire dal primo passeggero infetto, sbarcato a Hong Kong – tipicamente, le navi da crociera toccano numerosi porti nel corso del viaggio. L’allarme lanciato dalle autorità cinesi è stato subito trasmesso, ma è sorta la difficoltà di comunicarlo a una nave piena di passeggeri senza suscitare panico. Forse dichiarare subito una quarantena a bordo sarebbe stata una soluzione, o un rimedio parziale? Difficile dirlo. Fatto sta che il Covid-19 si è potuto diffondere pressoché indisturbato.

Il resto è cronaca.

Tornando al nostro esperimento, il video rende evidenti tutte le problematiche che accompagneranno, in particolare, la riapertura di ristoranti ed esercizi pubblici. L’addio ai buffet degli aperitivi, alle apericene, agli antipasti serviti sulle tavolate, del resto, era già preventivato. E l’incertezza sui possibili sviluppi della pandemia, con un riacutizzarsi delle infezioni, aumenta i dubbi.

La condivisione, una delle parole d’ordine dell’esperienza gastronomica contemporanea, è davvero finita?

Di Emanuele Bonati

"Esco, vedo gente, mangio cose" Lavora nell'editoria da quasi 50 anni. Legge compulsivamente da sessant'anni. Mangia anche da oltre 60 anni – e da una quindicina degusta e racconta quello che mangia, e il perché e il percome, online e non. Tuttavia, verrà ricordato (forse) per aver fatto la foto della pizza di Cracco.