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A questi gironi si accede in base ai parametri stabiliti dal Comitato tecnico-scientifico. Il principale, ormai lo sappiamo, è la soglia dell’indice di contagio Rt. Ma il Cts tiene conto anche della disponibilità di letti negli ospedali e nelle terapie intensive, del numero di tamponi effettuati e numerosi altri criteri.
\n\n\n\nA ognuno dei tre gironi corrispondono misure prestabilite, via via più stringenti in base al rischio di contagio. Misure che scattano automaticamente quando le diverse regioni si ritrovano in uno dei gironi.
\n\n\n\nLe indiscrezioni più recenti indicano in 3 regioni –Piemonte, Lombardia e Calabria– le probabili destinatarie delle misure più dure. Con il rischio che siano coinvolte anche la Puglia e la provincia di Bolzano. Dati molto negativi interessano pure Liguria, Campania e Sicilia.
\n\n\n\nQueste sono le zone che rischiano il lockdown, con uscite permesse per i residenti, come durante quello primaverile, solo con autocertificazione e per ragioni di salute o lavoro.
\n\n\n\nAttenzione, perché in queste zone i ristoranti e i bar, al pari dei negozi al dettaglio, dovranno probabilmente restare chiusi. Chiusura prevista anche per centri estetici, parrucchieri e barbieri. Saranno invece aperte pasticcerie e gelaterie, come fabbriche, uffici pubblici, studi professionali e le scuole. Fino, probabilmente, al primo anno delle medie.
\n\n\n\nAnche nelle regioni dove la soglia dell’indice Rt è a livello intermedio ristoranti e bar dovranno probabilmente restare chiusi per tutto il giorno. Aperti invece negozi al dettaglio, centri estetici, barbieri e parrucchieri.
\n\n\n\nVa ricordato che al momento il livello maggiore dell’allerta, cioè quello che prevede una soglia dell’indice Rt superiore a 1,5, riguarda ben 13 regioni.
\n\n\n\nDetto che la mascherina resta obbligatoria, al momento, nelle regioni con il livello di allerta più contenuto, non sono previste misure restrittive sull’orario di chiusura. Di conseguenza, ristoranti e bar potranno restare aperti fino alle 18, come ora. Molto probabili invece le chiusure obbligatorie la domenica a pranzo.
\n\n\n\nAltre regole che restano in vigore sono il numero delle persone che possono occupare un tavolo, sempre fermo a 4, mentre non sarà possibile restare all’interno di un bar più del tempo necessario per consumare. Se non per chi sta seduto al tavolo.
\n\n\n\nRistoranti e bar potranno proseguire nella vendita di alimenti da asporto, da consumare tuttavia all’aperto, e nella consegna sia di cibi che di bevande a domicilio.
\n\n\n\nLa durata più probabile è di tre settimane. Se al termine il rischio di contagio è diminuito le misure verranno revocate, altrimenti resteranno in vigore. C’è anche una variabile temporale da considerare. Durante il periodo di picco dell’influenza, quindi nella parte più fredda dell’inverno, le misure saranno più dure, mentre si allenteranno in primavera. Sperando che non ce ne sia più bisogno.
\n\n\n\nSe sembra quasi sicuro che il coprifuoco interesserà tutta l’Italia, non è stato ancora deciso se scatterà alle 21 o alle 22. L’orario dopo il quale non sarà più possibile uscire di casa, è un punto molto controverso nelle riunioni tra governo e Regioni di queste ore
\n\n\n\nNon sarà più possibile spostarsi tra regioni che presentano profili di rischio elevati. In altre parole, se una regione è in lockdown non ci si potrà andare e i residenti non potranno uscirne. Se non, come detto, per ragioni di urgenza, lavoro e salute. Diversamente, chi si trova in una regione a rischio elevato quando le misure restrittive entrano in vigore, potrà fare ritorno al suo domicilio.
\n\n\n\nPer i governatori delle singole regioni resta la possibilità di decidere provvedimenti più restrittivi in base agli indici di contagio. Non potranno invece emettere ordinanze meno restrittive di quelle stabilite a livello nazionale.
\n","description":"Il nuovo Dpcm sul coronavirus prevede la chiusura totale di ristoranti e bar nelle regioni a rischio lockdown per l'indice di contagio elevato"}]}Il nuovo Dpcm sul coronavirus, tra coprifuoco e rischio lockdown, si basa su un’impostazione diversa dai precedenti.
Che venga firmato stasera o domani, prevederà tre scenari, chiamati dal premier Conte livelli o gironi. Il primo girone riguarda tutto il Paese, definiamolo perciò nazionale. Gli altri sono locali.
A questi gironi si accede in base ai parametri stabiliti dal Comitato tecnico-scientifico. Il principale, ormai lo sappiamo, è la soglia dell’indice di contagio Rt. Ma il Cts tiene conto anche della disponibilità di letti negli ospedali e nelle terapie intensive, del numero di tamponi effettuati e numerosi altri criteri.
A ognuno dei tre gironi corrispondono misure prestabilite, via via più stringenti in base al rischio di contagio. Misure che scattano automaticamente quando le diverse regioni si ritrovano in uno dei gironi.
Le indiscrezioni più recenti indicano in 3 regioni –Piemonte, Lombardia e Calabria– le probabili destinatarie delle misure più dure. Con il rischio che siano coinvolte anche la Puglia e la provincia di Bolzano. Dati molto negativi interessano pure Liguria, Campania e Sicilia.
Queste sono le zone che rischiano il lockdown, con uscite permesse per i residenti, come durante quello primaverile, solo con autocertificazione e per ragioni di salute o lavoro.
Attenzione, perché in queste zone i ristoranti e i bar, al pari dei negozi al dettaglio, dovranno probabilmente restare chiusi. Chiusura prevista anche per centri estetici, parrucchieri e barbieri. Saranno invece aperte pasticcerie e gelaterie, come fabbriche, uffici pubblici, studi professionali e le scuole. Fino, probabilmente, al primo anno delle medie.
Anche nelle regioni dove la soglia dell’indice Rt è a livello intermedio ristoranti e bar dovranno probabilmente restare chiusi per tutto il giorno. Aperti invece negozi al dettaglio, centri estetici, barbieri e parrucchieri.
Va ricordato che al momento il livello maggiore dell’allerta, cioè quello che prevede una soglia dell’indice Rt superiore a 1,5, riguarda ben 13 regioni.
Detto che la mascherina resta obbligatoria, al momento, nelle regioni con il livello di allerta più contenuto, non sono previste misure restrittive sull’orario di chiusura. Di conseguenza, ristoranti e bar potranno restare aperti fino alle 18, come ora. Molto probabili invece le chiusure obbligatorie la domenica a pranzo.
Altre regole che restano in vigore sono il numero delle persone che possono occupare un tavolo, sempre fermo a 4, mentre non sarà possibile restare all’interno di un bar più del tempo necessario per consumare. Se non per chi sta seduto al tavolo.
Ristoranti e bar potranno proseguire nella vendita di alimenti da asporto, da consumare tuttavia all’aperto, e nella consegna sia di cibi che di bevande a domicilio.
La durata più probabile è di tre settimane. Se al termine il rischio di contagio è diminuito le misure verranno revocate, altrimenti resteranno in vigore. C’è anche una variabile temporale da considerare. Durante il periodo di picco dell’influenza, quindi nella parte più fredda dell’inverno, le misure saranno più dure, mentre si allenteranno in primavera. Sperando che non ce ne sia più bisogno.
Se sembra quasi sicuro che il coprifuoco interesserà tutta l’Italia, non è stato ancora deciso se scatterà alle 21 o alle 22. L’orario dopo il quale non sarà più possibile uscire di casa, è un punto molto controverso nelle riunioni tra governo e Regioni di queste ore
Non sarà più possibile spostarsi tra regioni che presentano profili di rischio elevati. In altre parole, se una regione è in lockdown non ci si potrà andare e i residenti non potranno uscirne. Se non, come detto, per ragioni di urgenza, lavoro e salute. Diversamente, chi si trova in una regione a rischio elevato quando le misure restrittive entrano in vigore, potrà fare ritorno al suo domicilio.
Per i governatori delle singole regioni resta la possibilità di decidere provvedimenti più restrittivi in base agli indici di contagio. Non potranno invece emettere ordinanze meno restrittive di quelle stabilite a livello nazionale.