Gambero Rosso affonda ristorante: perché fare la critica negativa

Ogni tanto capita che compaiano critiche negative a questo o a quel ristorante. E ha fatto un certo scalpore la recensione negativa del ristorante Livello 1 a Roma Eur di Eugenio Marini sul Gambero Rosso. Rivista e guida spesso indicate come esempio paludato di critica in cui tutto va bene. Corollari vari a seguire: “sono prezzolati”, “ne parlano male perché hanno pagato”, “perché fare una critica negativa in un mare di recensioni positive”. Nulla di nuovo sotto il cielo e comune a molti siti, blog, riviste, canali social.
Il succo è: se la recensione è positiva chi scrive per professione deve essere stato pagato; se ha pagato il conto la critica sarà negativa. Il Gambero Rosso non ne è esente – come d’altronde non ne siamo esenti noi. E immagino che come noi riceverà molte richieste di “recensioni a pagamento” che indicano come il sistema di acquisizione di notorietà potrebbe avere un prezzo. Meglio dire subito che su Scatti di Gusto non esiste la possibilità di acquistare recensioni di comodo. Come ritengo non ce ne siano nemmeno sul Gambero Rosso.
L’imprevedibilità della critica negativa

Ma resta questa diciamo imprevedibilità della recensione negativa che spunta all’improvviso nel mare magnum di articoli positivi. Che fanno rumore in maniera diversa se il Gambero Rosso “prende di mira” Niko Romito o il ristorante di Emilia Branciani. Che nei commenti al post su Facebook ha avuto la sensazione di essere oggetto di un agguato. Confondendo l’articolo critica dei “giornalisti venuti di soppiatto magari in una giornata no” con l’articolo diciamo che illustra un’attività ristorativa. Quindi fatta di intervista e confronto tra giornalista e diretto interessato.
La critica si vuole migliore e più rispondente a verità se fatta da un giornalista/critico in anonimato che si comporta come un normale cliente. Piuttosto che da una persona-giornalista-critico che si annuncia. Anche se poi i critici più in vista sono ampiamente riconoscibili nel momento in cui varcano la soglia di un ristorante o di una pizzeria.
Giudizio istantaneo e giudizio stratificato
Cito pizzeria perché con il Campionato della Pizza abbiamo provato a verificare un sistema di critica “istantaneo” e a più voci. Cosa vuol dire? Si riferisce proprio alle famose giornate no o serate storte. In cui una tavola normalmente ritenuta soddisfacente a un determinato livello sbaglia. E capita perché, come dice Emilia Branciani, chef e personale di sala sono umani (come d’altronde i critici e i giornalisti – almeno per il momento e Intelligenza Artificiale permettendo).
Essere in 3 allo stesso tavolo, nella stessa serata e assaggiare uno spicchio della stessa pizza astraendosi da un giudizio stratificato in diverse occasioni passate produce risultati inaspettati. E così una pizzeria di ottimo livello scivola indietro nella classifica finale. O al contrario una pizzeria non menzionata dai media finisce con il giocarsi la finalissima.
Il vero problema delle recensioni negative spiattellate di botto in un sistema che cerca gli indirizzi migliori è il potenziale danno che si arreca al ristorante. Ed è questo il motivo che spesso trattiene dallo scriverle, consapevoli anche dell’umano errore di cui sopra.
Perché si scrive solo bene di un ristorante
Un bene o un male evitare di scrivere recensioni negative? Senza voler passare per il giustiziere della notte o l’assolutore, ricordo la domanda rivoltami dal Presidente del Tribunale in sede di esami per l’ammissione all’Ordine dei Giornalisti Professionisti (ahimè, molto tempo fa). “Perché nella rivista in cui scrive ci sono solo esempi di case e architetture bellissime?”. La mia risposta fu “Perché facciamo selezione a monte e non avrebbe senso criticare un architetto in virtù di approcci ritenuti erronei. La guida vuoleindicare gli elementi migliori per realizzare la propria casa”.
La stessa logica applicata ai ristoranti: cerchiamo di indicare gli indirizzi migliori e già siamo soggetti all’umano errare in questa attività di ricerca. Ce la devono strappare dalla tastiera la critica negativa perché si sta molto male a livello fisico o c’è uno sballato rapporto qualità – prezzo. Non parlarne e scriverne – e questo sia se si tratti di un invito stampa che di una cena con amici – è una delle due possibilità.
In ogni caso deve essere chiaro che si scrive come servizio ai lettori e non certo per intento fustigatore o al contrario adulatore. D’altronde in un’era in cui è possibile criticare la critica non veritiera in un batter di tastiera di telefonino che senso avrebbe scrivere il contrario della realtà percepita da un gran numero di persone?
E se vi interessa sapere cosa abbiamo scritto del ristorante Livello 1 ecco il titolo e il link. Livello 1 a Roma, pensavo fosse un garage invece è un ottimo ristorante.