Puglia in testa per gli scontrini della pizza: costa levare i pomodorini

Estate 2025 sotto tono sui lidi balneari che hanno perso clienti da nord a sud dell’Italia. Ed è tutto un piagnisteo per chi ha spremuto come limoni (che non si possono portare in spiaggia, ehm) i bagnanti. Ma è sottotono anche la colonna sonora dello scontrino selvaggio al bar come al ristorante o in pizzeria. Lontani i tempi (2023) degli insulti per 2 pizze alla pizzeria Catanzaro a 235 (dirham non euro). Ora da quelle parti (in Calabria non in Marocco) ci si può accontentare solo di un premio per la migliore frittura conferito a chi non fa fritti. Anche se è un’ottima pizzeria. Resta poco e qui primeggia la Puglia della pizza con 2 scontrini che più che selvaggi si potrebbero definire ridicoli.
Parla la cronaca.
Quanto costa aggiungere il pepe

Episodio 1 degli scontrini in Puglia. Una pizzeria di Bari ha chiesto a un cliente un sovrapprezzo per aggiungere un po’ di pepe sulla pizza. Conto non proprio pepato, siamo solo a + 50 centesimi sulla pizza Corsara costata 15 euro. Illumina sul fatto il commento di un lettore di Repubblica che ha pubblicato l’articolo. “Non sapete proprio che scrivere. Con ogni probabilità hanno impostato il gestionale in modo da assegnare 50 cent alle variazioni sul menù, e al contempo lo stesso gestionale serve per fare comparire le comande in cucina. Evidentemente hanno inserito nella comanda l’ aggiunta di pepe per segnalarlo al cuoco e il sistema lo ha conteggiato come una “variazione” al piatto nello scontrino”. Versione confermata dal cliente che in cassa avrebbero attribuito la responsabilità del sovrapprezzo a un errore del gestionale.
Siamo nell’alveo del secondo cucchiaino per il gelato a 1 €. Ma in un’estate all’insegna del tirare la cinghia 50 centesimi di pepe fanno notizia. Brucia qualsiasi prezzo ritenuto ingiustificato, evidentemente.
Il sovrapprezzo dello scontrino in Puglia per levare i pomodorini

Episodio 2 degli scontrini in Puglia. Questa volta siamo in una pizzeria a Bisceglie. A postare sui social nelle storie di Instagram è la nuotatrice olimpionica Elena Di Liddo. Che ha chiesto una pizza con una variazione. Non aggiungendo ma levando. In questo caso i pomodorini e alla cassa la modifica è stata valutata 1,50 €. Less is more non è sempre, ricordatelo. Sarà stato un errore di sistema anche qui. L’altra modifica, no lattosio, costa sempre 1,50 € ma è probabilmente una sostituzione con prodotto equipollente ad un latticino.
Il commento lo leggete. “Da Napoli in su se prendi un caffè al bar e ti fanno pagare il bicchiere d’acqua, il meridionale rimane un attimo scosso da un gesto che per noi è quasi scontato (E STIAMO PARLANDO DI ACQUA). Ma sedermi in pizzeria (a BISCEGLIE) e pagare 1.50€ per una cosa che NON HO NEANCHE MANGIATO (in questo caso dei pomodorini tolti dalla pizza) è veramente TRISTE e a tratti vergognoso”.
Anzi, si chiede: ” AL LIMITE DEL LEGALE”.
Ma chi andrebbe incontro a spese legali per 1,50 euro di sovrapprezzo per mancanza di un ingrediente registrato in uno scontrino in Puglia? Suvvia, ci sono cose più importanti cui dedicarsi.