Bob Alchimia a Spicchi a Montepaone, magia in 13 incredibili pizze

Della pizzeria Bob Alchimia a Spicchi di Montepaone Lido, regno del pizzaiolo Roberto Davanzo e della moglie Anna Rotella, se n’è parlato in lungo e in largo nelle ultime due settimane. Nemmeno se questa meta turistica in fermento (anche edilizio) fosse il centro del mondo della pizza.
La ragione – lo saprete in virtù di meme e satira – è dovuta all’assegnazione della classifica 50 Top Pizza del premio Migliore Proposta dei Fritti 2025. Poi tramutato in migliore capacità di utilizzare l’olio extravergine di oliva. La spiegazione ufficiale è un errore del reparto grafico. Che avrebbe copia incollato la famosa “lapide” di plexiglas dell’anno precedente aggiornando data e nome della pizzeria. Coinvolgendo – supponiamo – anche il settore grafico dello sponsor. Che, invece di immaginare una oliera o un frantoio, ha preparato una schiumarola Fritturista (in cui non compare il nome della pizzeria).

Sia quel che sia, la curiosità di provare “il fritto di pizzeria più leggero che c’è” ha spinto un tavolo, eccezionalmente composto da 4 giudici del Campionato della Pizza, a orientare la bussola di Google Maps per sbarcare sul lido di Montepaone in Calabria. Sia chiaro – a scanso di equivoci – che il Campionato riguarda solo le pizzerie della Campania. E nonostante (spoiler) la pizzeria Bob Alchimia a Spicchi abbia totalizzato un punteggio elevato, non siamo riusciti a includerla nelle qualificazioni lasciate aperte per l’occasione. Troppo distante Montepaone Lido dal confine della provincia di Salerno per iscrivere il Bruzio alla Campania Felix. E il Collegio dei Garanti ha respinto la motivazione storica della comune appartenenza al Regno delle Due Sicilie.
Com’è la pizzeria Bob Alchimia a Spicchi

E quindi senza troppi giri di parole, eccoci all’ingresso della pizzeria armati di prenotazione (obbligatoria). Locale allegro con il cartellone che ricorda il recente Bob Fest. Un successo targato Bob Alchimia a Spicchi e Timo Studio, l’agenzia di comunicazione che è organica alla pizzeria.

All’ingresso, il bel mobile opera dell’artista (e chef) Antonio Tropiano che risiede a Santa Caterina dello Jonio. E l’ampia collezione di trofei che annuncia la porta di ingresso alla sala.

Sala moderna, a tratti post industriale, ma dai toni caldi delle luci. E con le comode poltrone dalla scocca in legno multistrato alla maniera della Lounge Chair Vitra di Charles e Ray Eames degli anni ’50. Piano del tavolo in legno e niente posate. Quindi niente appoggi per forchetta e coltello e abbandonate ogni preoccupazione di sporcarvi. Al più, passaggio in bagno per lavarvi le mani.

E si inizia con uno sguardo al menu Super Bob Edition che richiama i giochi elettronici degli anni che furono. Super Mario e quindi mi/ci aspettiamo una super pizza. A rompere un po’ l’incantesimo di una sala accogliente e di un servizio puntuale e spigliato è solo il riverbero sonoro.
Come si mangia alla pizzeria Bob Alchimia a Spicchi

Antipasti, niente fritti. Che detta così, sembrerebbe una privazione. A prescindere che anche nelle più famose e frequentate pizzerie napoletane manca il fritto, qui la scelta è da 16 Core e parecchi Mega. Ci sono le Mono per 1 persona, recita la carta. Cubotti e spicchi che assolvono alla funzione di antipasto restando nell’alveo della pizza.
Noi abbiamo lasciato mano libera a Roberto Davanzo che conduce le operazioni davanti ai 2 forni a legna. Rimpinguati dalla presenza di un mastodontico forno a camera e da quelli a vapore. Che cuociono a tutto vapore (figura retorica) una moltitudine (20) di impasti diversi.
Preparatevi che qui la storia si fa lunga. 13 pizze, 13 puntate.
1. La Super Marinizia

Cominciamo con la Super Marinizia (5 €) nemmeno se ci avessero letto nella mente il concetto di super pizza legato al menù. Impasto a base di burro e pomodoro cotto prima a vapore e poi riscaldato sul refrattario del forno a camera. Così da dare il croccante alla base. Ristretto di pomodorino affumicato, ristretto al basilico, aglio blanco fatto con mandorle di Amendolara, capperi soffiati, origano, alici marinate in salsa ponzu con agrumi tra cui il bergamotto. A fare da cappello, una tegolina di finto cioccolato composta con olive e liquirizia.
Fulmina subito Davanzo con cotture millimetriche e topping effettivamente da marinara super concentrata eppure rotonda al gusto.
2. Metamorfosi, metà pizza metà pollo

Da Bob Alchimia a Spicchi devono essere esperti in lettura del pensiero. “Non è che si potrebbe assaggiare la Metamorfosi” (cit. il famoso scontrino). Ed eccola la pizza, sempre mono (7 euro) ma qui in spicchio, con la pelle del pollo crispy che dà l’idea del pollo fritto senza esserlo. Metà pizza, metà pollo che lascia più spazio alla creatività del pizzaiolo e ai gusti dei clienti. Un concetto di fusione che rompe i canoni classici dello stile del pizzaiolo. La pelle del pollo è sgrassata.

Ma non si butta. Recuperato è inserito nell’impasto che diventa probabilmente il primo impasto con pollo. La pelle è cotta sotto pressione e messa a marinare per una notte per farla aderire perfettamente all’impasto. Così la pelle di pollo lievita insieme all’impasto e sostituisce la parte croccante. All’interno, peperoni verdi di Reggio Calabria affumicati e leggermente piccanti, il pollo cotto a bassa temperatura nappato con una demi glace di pollo, la sfoglia alle erbe tirata alla francese, il gel all’aceto.

Il consiglio è schiacciare la pizza e girarla al contrario per assaggiare subito con la lingua la pelle di pollo. Che ovviamente seguiamo e ci regala un pulled chicken deciso e con la nota verde che spinge insieme all’acidità. Fantastico.
E qui avete la descrizione in diretta di Roberto Davanzo.
3. Cono di lepre, la mono di Bob Alchimia a Spicchi

Cono di lepre (5 euro) è una delle mono porzioni che accompagnano Bob Alchimia a Spicchi sin dall’inizio della sua avventura. Il cono con impasto semi integrale che accoglie un ragù di lepre saltato con un grasso di pecora ingentilito dalla crema al basilico. La copertura è con una ricotta semi dura agli agrumi preparata in pizzeria.
Massimo godimento e conseguente sporcarsi le mani con la lepre che esce prepotente e ricca. Impasto di incredibile leggerezza al pari del boccone e non lo diresti considerato il grasso.
4. Mono Paprika, carote e ‘nduja

Vi anticipo che questa è la pizza – sempre mono – della serata. Una ola del tavolo ha chiuso l’assaggio. È una focaccia alla paprika (5 euro) con un innesto di lievito madre al 20% e resto biga. Il topping è l’incontro della crema di carote e ‘nduja e delle carote cotte al barbecue con il tocco francese della crème fraîche e la spinta della maracuja con un po’ di tabasco.
Come mettere insieme la tradizione del territorio con ingredienti che non ti aspetti e difficilmente troveresti in una focaccia convincente per tessitura dell’impasto e sapore. Esplosiva e assolutamente da provare.
5. La Margherita Trasparente di Bob Alchimia a Spicchi

Passiamo alle pizze tonde divise a spicchi e con una tradizionale che si veste di contemporaneo. Un’illusione di pizza bianca che punta sul pomodoro, anzi sui pomodori – tondo, datterino, ciliegino – ridotti in polpa e chiarificata con un passaggio in etamina e macerazione con le spezie. Il fiordilatte è del caseificio Mancuso di Catanzaro, mentre la neve di formaggio è il Don Vincenzo di un allevatore trasformatore di vacche razza bruna dell’Aspromonte. In pratica un grana calabrese che sostituisce i classici formaggi grattugiati utilizzati sulle pizze. L’affinamento è di 8 mesi. L’olio extravergine Torchia è sempre calabrese e arriva da Tiriolo.
Illusione riuscita e pizza Margherita Trasparente (10 euro) e contemporanea di facile presa. L’impasto è meno performante rispetto alle mono e accomuna tutte le tonde. Al termine della cena, Roberto Davanzo ci spiega che sono in fase di sperimentazione con le farine di un altro mulino rispetto a quello utilizzato sino a qualche settimana fa. Ma nonostante il rodaggio, la percezione amarostica resta sul fondo. Sempre ottima la cottura, bonus per una pizzeria super affollata e bassa percentuale di sale a tutto vantaggio degli ingredienti di farcitura.
6. La Wild “Carciofini”

Lo sapete, con il Campionato della Pizza siamo fautori della pizza Capricciosa come cartina al tornasole della qualità e del gusto di due ingredienti tipici della farcitura: funghi e carciofini. Sulla Wild Carciofini (14 €) c’è il benestare di Albert Adrià che ci dicono sia letteralmente impazzito per i carciofini dei dintorni. Che come dice il nome, sono selvatici. Nella cucina di Bob Alchimia a Spicchi sono sbollentati, cotti a bassa temperatura e conditi con il burro affumicato. La finezza della tradizione è la ‘nduja bianca. Anticamente si faceva così e Bob Davanzo ha riprodotto la ricetta in un allevamento di suino nero ad Acri. In abbinamento il caciocavallo di pecora crotonese e una demi glace di fondo bruno alla liquirizia.
Stravolge la concezione tipica dell’insaccato calabrese che è rosso e del caciocavallo che si vuole podolico. Il risultato è eccezionale soprattutto alla voce carciofini, quasi terrosi e perfettamente in tono con la liquirizia.
7. Margherita e Don Vincenzo

Se ti affidi, ti affidi. Ma non abbiamo resistito e abbiamo chiesto una Margherita classica (8 euro) come da pizze obbligatorie delle qualifiche del Campionato (e in menu c’è anche la Capricciosa). I carciofini hanno dato il là alla richiesta ed eccola la versione classica. Ricca con la polpa di pomodoro che vira sul dolce. Un gusto più lontano rispetto a quello napoletano e che differenzia questa Margherita dalle cucine partenopee. Ottimo l’apporto del basilico fresco e profumato.

E per i lettori che seguono il Campionato della Pizza (in Campania), una foto della cottura attenta e precisa. Il Don Vincenzo è il formaggio calabrese.
8. Salsiccia, aranzu e cipolla

Napoli chiama Napoli con questa pizza di Bob Alchimia a Spicchi che ho ribattezzato Genovese calabrese. Pizza per stomaci appetenti. L’anice nero silano – aranzu – è un ingrediente amato da Roberto Davanzo. Punteggia con i semini neri la pizza che alla base fa a meno di uno stereotipo fortissimo della Calabria: la cipolla. Che qui non è quella di Tropea, ma la bianca di Castrovillari che fa da base alla fonduta di caciocavallo e alla salsiccia di suino nero. Il fondo bruno della pizza salsiccia, aranzu e cipolla (13 euro) è di pecora.
Profumo intenso quanto il gusto, profondo di cipolla e di carne. Piccolo appunto alla sapidità che risulta un po’ eccessiva. Mistero risolto al termine della serata con Roberto Davanzo. Cambiamento del sale rispetto a quello normalmente in uso (e terminato) che ha portato al leggero scompenso. Ancora più notato per l’equilibrio di tutte le pizze fin qui assaggiate.
9. New Side of Bob, fatta nel 2020

Le New Side (18 euro) che trovate nel menu sono un’altra espressione delle pizze di Bob Alchimia a Spicchi. Sottilissime e croccanti ricordano le scrocchiarelle romane. In realtà è un impasto per pala ma steso come tonda. E giunte alla fase attuale dopo un bel po’ di esperimenti e pizze scartate. La difficoltà è stendere un impasto ad alta idratazione in pizza sottilissima con l’obiettivo di uno spicchio molto leggero. Al morso l’obiettivo è pienamente raggiunto e la farcitura è retta senza problemi.

Qui abbiamo la base classica di polpa di pomodoro selezionata da Bob Alchimia a Spicchi con l’aggiunta di un pomodoro datterino cotto a vapore, spellato, macerato e affumicato. Ancora parte vegetale con finocchietto, basilico. E poi il tocco che non dimentichi: velo di lardo da una mattonella di suino nero di Bruno Piccolo in Aspromonte. Una pizza in freschezza e sembra un ossimoro con il lardo, ma assaggiatela e verificate (e qui avete il contatto in caso di spesa).
10. Pizza in “caduta” Pecora Grassa

Di questa pizza non so se attira di più la caduta o la pecora grassa (18 euro). C’è una sezione del menu di Bob Alchimia a Spicchi dedicate alle pizze in “caduta” cioè le pizze che fanno un primo passaggio in forno a legna a circa 380°C. E poi vanno in quello elettrico con temperatura da forno di casa. La “caduta” della temperatura produce una pizza alveolata – molto – e friabile – molto. La fotografia non dovrebbe mentire.
E veniamo alla pecora grassa di nome e di fatto. Perché preparano un ragù e deliziosamente ci inseriscono una besciamella al grasso di pecora rinfrescata dal sedano. Una delizia (già l’ho detto) per consistenza e gusto. Un’altra pizza che rende difficile fare una classifica delle migliori di Bob Alchimia a Spicchi della parte salata che chiudiamo qui.
Le pizze dolci di Bob Alchimia a Spicchi
Per quelli che non sono mai arrivati alla Strada dei Due Mari, che in una quarantina di chilometri vi porta dalla 18 Tirrenica alla 106 Ionica, qui c’è il regno della pizza dolce (e della brioche Bobino). Un impasto tra una pala e una brioche che oscura definitivamente le pizze con la spalmabile se non per qualche rara eccezione da mettere a confronto.
11. Ultra Nocciola

E quindi si parte con la Ultra Nocciola vero paese della cuccagna per chi ama il gusto (trancio 6 euro). Focaccia con impasto alla nocciola di Cardinale, nocciola fermentata spennellata sulla focaccia, namelaka alla nocciola, caramello alla nocciola e nocciola tostata sabbiata con una grattugiata di finto tartufo al cioccolato. C’è anche una crema alla gianduia (lol).
Spaziale, altra ola del tavolo e dolce del secolo in pizzeria. Intenso, suadente, piacione, rigoroso nell’impasto con una cottura da manuale amanuense. Non potete farvela mancare nemmeno se la nocciola non è tra le vostre preferite. La regia in sala dice che riprende l’aspetto di una vecchia portata salata di Bob Alchimia a Spicchi con burro, nocciola, alici e tartufo. Servirebbe la De Lorean invece di Super Mario se il risultato è simile.
12. Pizza dolce Ultra Pistacchio

E per quanto sia diffuso peggio della rucola (se si legge una piccola avversione, la confermo), questo spicchio con i pistacchi di un coltivatore storico fornitore è molto buono. Gelato, namelaka e pistacchio sabbiato. Ultra Pistacchio (trancio 5 €, intera 25 €) sembra food porn ma non lo è (disclaimer, è un complimento).
13. Ricotta & Bergamotta

Chiudiamo con una pizza dolce storica di Bob Alchimia a Spicchi che nel 2019 ha conquistato il premio speciale della Guida del Gambero Rosso 2020 e quindi fa data certa. Mousse di ricotta con polvere di bergamotto, crumble al caffè, mandorla tostata, sorbetto e coulis al bergamotto. Con 2 foglioline di menta. Il nome bergamotta di Ricotta & Bergamotta è esatto (intera 25 euro, trancio 5 €). Cioè si chiama così per un errore del grafico di turno. Corsi e ricorsi storici cui evidentemente la pizzeria Bob Alchimia a Spicchi deve essere abituata.

Voto: 9,5/10
Quanto costa la pizzeria Bob Alchimia a Spicchi a Montepaone
Ampia varietà e possibilità di scelta con il menu della pizzeria di Roberto Davanzo e Anna Rotella. Le mono che fanno da antipasto in forma di cubotto costano tra i 5 euro della Super Marinizia e i 7 euro della Metamorfosi.
Le pizze tonde sono tagliate in 4 spicchi. Per la margherita classica (qui Margherita e Don Vincenzo) il prezzo è di 8 euro che rappresenta la pizza meno costosa della carta. E poi si sale fino ai 14 euro della Pecora Grassa e della Wild Carciofini o della Tonno e Cipolla. Tra le pizze classiche, la Capricciosa a 13 €. La Bob con patate, porcini, mozzarella, parmigiano, lardo, rosmarino costa 12 euro.
Più sostenuti i prezzi delle pizze in caduta con il trittico Alici come prima (18 €), Verdure (17 €) e Gialla con crudo (19 €).
4 le New Side of Bob con 3 pizze a 18 euro (Seccagnu; Formaggi; Finocchio, alice e sardella) e la Black Pepperoni a 19 €.
Le pizze dolci possono essere ordinate intere (25 € per 6 spicchi) o al trancio (5 euro). Fanno eccezione il Bobino e la Ultra Nocciola disponibili sono in mono (entrambi a 6 €)
Bob Alchimia a Spicchi. Via Don Luigi Sturzo, 1, 88060 Montepaone CZ. Instagram
Obbligatoria la prenotazione