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Campania resta arancione

Campania arancione. Clamoroso! Restano chiusi bar, ristoranti e pizzerie

sabato, 19 Dicembre 2020 di

Vincenzo De Luca ha deciso: la Regione Campania resta in zona arancione. Quindi, bar, pizzerie e ristoranti resteranno chiusi per questi 4 giorni precedenti la vigilia di Natale con il Decreto che fa ritornare tutta Italia in zona rossa dal 24 dicembre.

Il Presidente della Regione Campania, non vuole abbassare il livello di guardia e, nonostante l’ingresso in zona gialla, sta per emanare l’ordinanza n. 98 del 19 dicembre 2020.

La parte più importante recita “restano confermate tutte le misure vigenti alla data odierna per effetto di disposizioni statali – ivi comprese quelle di cui all’art.2 del DPCM 3 dicembre 2020 (cd. “zona arancione”) – e regionali (Ordinanza n. 96 del 10 dicembre 2020 in materia di controlli degli arrivi e limitazioni alla mobilità sul territorio regionale)”.

Ristoranti, bar e pizzerie restano chiusi a pranzo

Per le attività di ristorazione in Campania significa rinunciare anche alla piccola finestra temporale da domenica 20 dicembre a mercoledì 23 dicembre. In zona gialla avrebbero potuto aprire a pranzo ma così non sarà.

“La Campania non cambia colore, rimane come è adesso: arancione. Fino al 24 , poi si adottano le misure anti-Covid nazionali”. Queste le parole del governatore Vincenzo De Luca a margine di una iniziativa a Pompei cui ha fatto seguito la nota dell’Unità di crisi regionale per l’emergenza Covid.

Nel rompicapo dei colori del nuovo Decreto a giorni si innesta la clamorosa decisione con molti ristoranti e pizzerie che avevano già fatto la spesa per questi 4 giorni di zona gialla. E avevano già raccolto le prenotazioni.

“Vi rinnovo il mio appello ad essere responsabili nelle prossime due settimane. La Campania rimarrà com’è adesso: non facciamoci confondere dai colori (giallo, rosso, arancione). Non cambia nulla fino al 24 dicembre, quando avremo la zona rossa decisa dal governo nazionale. Nel frattempo, la Regione Campania prenderà misure restrittive per questo fine settimana: evitiamo brindisi, assembramenti, aperitivi. Stiamo uscendo prima e meglio degli altri da questa seconda ondata, ma non ci vuole nulla per rovinarci”. Questo il messaggio affidato da De Luca sulla pagina di Facebook.

Da registrare anche un inasprimento del divieto alla voce asporto. Bar ed esercizi di ristorazione non potranno vendere bevande alcoliche e non alcoliche dalle ore 11 del mattino.

In pratica quasi una serrata rossa.

Saranno dunque previste le seguenti misure di prevenzione e contenimento del contagio da Covid-19. Per le attività di ristorazione sono previsti i ristori stabiliti a livello nazionale.

Questa la bozza dell’ordinanza che attende la firma di Vincenzo De Luca

Le norme della Campania arancione

Con efficacia dal 20 dicembre 2020 e fino al 23 dicembre 2020 vengono:

1. Confermate tutte le misure vigenti alla data odierna per effetto di disposizioni statali – ivi comprese quelle di cui all’art.2 del DPCM 3 dicembre 2020 (cd. “zona arancione”) – nonché regionali (Ordinanza n. 96 del 10 dicembre 2020 su controlli degli arrivi e limitazioni alla mobilità sul territorio regionale) ;

2. Divieto per i bar e gli altri esercizi di ristorazione, dalle ore 11,00 del mattino, di vendita con asporto di bevande alcoliche e non alcoliche.

3. Per tutto l’arco della giornata, divieto di consumo di cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, ivi comprese le ville e i parchi comunali;

4. Per tutti gli esercizi commerciali, obbligo di misurazione della temperatura corporea agli avventori all’ingresso dei propri locali e di inibire l’ingresso laddove la temperatura risulti superiore a 37,5 ° CC.

5. Raccomandazione ai Comuni e alle altre Autorità competenti di intensificare la vigilanza e i controlli sul rispetto delle disposizioni vigenti, in particolare nelle zone della cd. “movida”

6. Raccomandazione ai Comuni ai fini dell’adozione, laddove necessario, di provvedimenti di chiusura temporanea di specifiche aree pubbliche o aperte al pubblico in cui sia impossibile assicurare adeguatamente il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, ai sensi delle disposizioni vigenti, nonché delle disposizioni di cui al precedente punto 3.