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Bomba Temporary di Niko Romito: vergogna o geniale colpo di marketing?

Niko Romito: come definire "Bomba Temporary" di Pescara? Una vergogna o un capolavoro di marketing dello chef 3 stelle Michelin abruzzese?
lunedì, 28 Dicembre 2020 di

Il 19 dicembre Niko Romito ha aperto Bomba Temporary all’angolo tra via Trento e via Milano, pieno centro di Pescara. Lo chiuderà l’ultimo giorno dell’anno. Due settimane di apertura. Poi stop.

Risultato? File (ordinate e distanziate) ininterrotte da giorni.

Persone (protette dalla mascherina) che, incuranti del freddo, vogliono assolutamente provare la bomba dello chef abruzzese, 3 stelle Michelin per il ristorante Casadonna a Castel di Sangro. Pur sapendo che per il privilegio conquistato con abnegazione dovranno scucire 3,50 euro.

La bomba è una sfera di pasta lievitata, fritta, ripiena e congelata, proposta in versione dolce e salata. Semplicità assoluta, insomma. Come spieghiamo allora le file e il fatto che Bomba Temporary continui a far discutere da giorni?

OPZIONE 1: Dobbiamo indignarci perché ogni bomba congelata costa 3,50 euro e –dato che non è neanche Niko Romito a produrla– considerare l’intera operazione una “vergogna”, come da diffuso chiacchiericcio social?

Bomba Niko Romito

OPZIONE 2: È giusto invece dare a Niko Romito ciò che è di Niko Romito. In altre parole descrivere l’operazione Bomba Temporary come un geniale colpo di marketing?

Bomba Niko Romito marketing

Ci siamo concentrati sull’ipotesi numero 2 e sulle opinioni di Alesssandro Greco, esperto di marketing pescarese.

“Dubito che siano le bombe a dividere. È il momento delicato che stiamo vivendo, unito a un pizzico d’invidia, che esaspera la categoria più colpita dall’emergenza Covid: i ristoratori”.

Niko Romito Bomba

Un po’ come dire che stiamo guardando il dito e non la luna. In realtà, se vogliamo capire il fenomeno Temporary Bomba dobbiamo inserirlo nel contesto attuale.

Più nel dettaglio Greco sostiene che: “Niko Romito può fare ciò che ha fatto perché è Niko Romito. Ma se non hai costruito il tuo marchio posizionandoti per anni, avrai il negozio vuoto“.

È questo il punto che buona parte dei ristoratori si ostina a non capire?

O stiamo solo assistendo al tentativo di giustificare una spregiudicata operazione commerciale?

[Immagini: Alessandro Greco, Mario Tuci]