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Nuovo Dpcm Covid e decreto Draghi: 6 novità che fanno sperare i ristoranti

Nuovo Dpcm Covid: il primo decreto Draghi accende la speranza. Tra riaperture di sera e ristori, ecco 6 novità attese da ristoranti e bar
lunedì, 22 Febbraio 2021 di

I pubblici esercizi, in particolare ristoranti, pizzerie, bar e pasticcerie, aspettano al varco il nuovo Dpcm e il nuovo decreto del presidente del Consiglio.

C’è fiducia in un premier competente come Mario Draghi nonostante la rabbia accumulata. Troppo poche le risposte concrete a mesi di aperture a singhiozzo, chiusure comunicate in zona Cesarini, fatturati in picchiata, ristori insufficienti e tardivi

La strategia che Draghi sta organizzando sembra, in effetti, autorizzare qualche speranza di cambiamento fin dal nuovo Dpcm. Che potrebbe essere imminente.

Passiamo in rassegna le novità principali che attendono il mondo della ristorazione nei prossimi mesi.

1. Nuovo Dpcm: superare la divisione in zone

Nuovo Dpcm ristoranti

I governatori delle Regioni hanno espresso a Draghi la volontà di rivedere il modello a zone, rendendolo più semplice. Le richieste riguardano provvedimenti validi sull’intero territorio nazionale, integrati da zone rosse in aree circoscritte quando si verificano picchi di contagi.

Dopo un anno di pandemia, le Regioni chiedono che le restrizioni applicate nelle zone arancioni e rosse vengano soppesate per valutare quali hanno funzionato e quali meno. L’obiettivo è scoprire il rischio reale delle attività di ristorazione in riferimento all’aumento dei contagi.

2. Riaprire ristoranti e bar di sera, anche con parametri più rigidi

Firenze ristorante sera

Nella fase attuale, con i contagi in aumento, pensare ad allentamenti delle restrizioni per le attività della ristorazione sembra un’utopia. I tecnici del Cts (Comitato tecnico scientifico) hanno appena espresso parere contrario ai ristoranti aperti di sera. Sottolineando come una maggiore circolazione delle persone favorisca il rischio assembramenti.

Ma il nuovo governo vuole verificare se in alcune zone italiane, dove il Covid-19 si fa sentire meno, esistono le condizioni per una riapertura dei ristoranti e dei bar. Anche progressiva. Anche con parametri più rigidi degli attuali, se è il caso.

L’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) e le associazioni dei ristoratori chiedono che vengano rivisti i parametri finora utilizzati per adottare le misure. Quelli sull’Rt, l’indice di contagio, e quelli sul reale rischio dei pubblici esercizi.

3. Chiusure comunicate almeno una settimana prima

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Gli imprenditori della ristorazione non possono più tollerare che i provvedimenti anti-Covid vengano comunicati dalle ordinanze del ministro della Salute con tempi ultra risicati.

Numerose volte la decisone di chiudere ristoranti e bar è arrivata 24/48 ore prima. Con danni evidenti per i ristoratori che, dovendo gestire centinaia di prenotazioni, avevano già fatto la spesa e richiamato il personale dalla cassa integrazione.

Il nuovo governo ha già fatto sapere che la decisione e comunicazione delle misure di chiusura e apertura dei pubblici esercizi avverrà o almeno con una settimana di anticipo.

4. Nuovo Dpcm: ristori immediati

Calcoli ristori nuovo Dpcm

I governatori delle Regioni hanno insistito molto sul punto dei ristori, approfittando del fatto che Draghi, fin dalle prime ore del suo mandato, ha dato rassicurazioni in tal senso.

La richiesta dei governatori è di ristori garantiti sia per provvedimenti nazionali che locali, e soprattutto contestuali alle eventuali nuove chiusure. I ritardi non sono più tollerabili. Il ministro Gelmini ha promesso collaborazione con le Regioni e un percorso di erogazione dei ristori per i ristoranti agile e rapido.

5. Spostamenti tra regioni vietati fino al 27 marzo

Spostamenti nuovo Dpcm

È un tema cruciale anche per un maggiore afflusso di clienti nei ristoranti. Con un decreto approvato in giornata la scadenza del divieto di spostamento tra le Regioni sarà prorogato di 30 giorni. In sintonia, sostiene Draghi, con i principali paesi europei. La scadenza si aggiorna così al 27 marzo.

6. Stop al protagonismo degli epidemiologi

Ristoranti aperti di sera mascherine nuovo Dpcm

I messaggi spesso contrastanti degli esperti, che finiscono per disorientare anche i gestori dei pubblici esercizi, con l’inevitabile codazzo di polemiche, sono finiti nel mirino del governo Draghi.

È prevista la riduzione dei componenti del Comitato tecnico-scientifico. Nonostante un paio di innesti con specifiche competenze finanziarie. L’idea, in caso di nuove restrizioni, è che se ne possa valutare prima l’impatto economico sui pubblici esercizi.

Sarà una sola persona a parlare per conto del Cts. Un modo per evitare l’eccessivo protagonismo degli esperti, siano epidemiologici o direttamente componenti del Cts.