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Ristorante Alghero stella di David

Chi fa la guerra ai ristoranti che chiedono il Green pass se non è IoApro?

Da Facebook, i ristoranti aderenti a IoApro si chiamano fuori. Allora chi sta boicottando i ristoratori che chiedono il Green pass ai clienti?
sabato, 07 Agosto 2021 di

Era il 30 luglio, Scatti di Gusto dava conto ai suoi lettori della guerra scatenata contro i ristoranti che dal 6 agosto avrebbero chiesto ai propri clienti il Green pass. 

Cos’è il Green pass

Il Green pass, ricordiamolo ancora una volta, è la certificazione verde obbligatoria in Italia per entrare nei luoghi al chiuso, tra questi, ristoranti, pizzerie, tavole calde e bar.

Chi e in che modo stava cercando di boicottare il pass? Iniziamo dal modo. False recensioni negative dei ristoranti che richiedono il pass sui social e su TripAdvisor. 

O se preferite, nel linguaggio colorito dei boicottatori “Affondiamo le merde con shitstorm di recensioni negative che se le terranno a vita!”. 

I boicottatori, già, ma di chi si parla? 

IoApro non è contro i ristoratori che chiedono il certificato vaccinale

boicottare ristoranti green pass

Ieri Open, il giornale online fondato da Enrico Mentana, ha ricostruito così i fatti. 

“I gruppi Telegram vicini alla rete Io Apro sono in fermento. Sono gruppi nati sulla scia del movimento Io Apro, formalmente non riconosciuti dagli organizzatori”.

Cos’è IoApro

Per chi non lo ricordasse, IoApro è il movimento fondato su Facebook dal ristoratore pesarese Umberto Carriera, con alcuni colleghi, che ha invitato a più riprese i ristoratori italiani ad aprire i propri locali nonostante le restrizioni anti-Covid imposte dal governo attraverso vari Dpcm. Con scarso successo, va precisato. 

Sempre ieri, tuttavia, lo stesso Carriera ha preso le distanze da quanto affermato sia da Scatti di Gusto che da Open, negando di aver mai boicottato i ristoratori favorevoli al Green pass, sia come fondatore di IoApro che a titolo personale.

Nonostante i fondatori del movimento abbiamo pubblicamente dichiarato –in questo video a La7– che accetteranno chiunque nei loro ristoranti, anche chi non è vaccinato.

La mappa dei ristoranti che non chiedono il Green pass

Che appartengano alla rete IoApro o meno, gli utenti dei fantomatici gruppi Telegram sono molto attivi.

Raccogliendo centinaia di segnalazioni hanno creato una mappa di Google in costante aggiornamento, dove vengono segnalati con nome e indirizzo i locali che non chiedono il lasciapassare vaccinale. Scegliendo deliberatamente di infrangere la legge. Nome della mappa: “Aperti e Liberi”.

Sempre secondo Open, per ora sono almeno “300 ristoranti e 200 bar”. Un censimento che non esclude del tutto i locali che invece chiedono il Green pass. Ma li segnala in grigio, esponendoli –è facile capirlo– alla rappresaglia delle false recensioni negative. 

Commenti mappa ristoranti che non chiedono il Green pass

Questo comunque è il tenore delle segnalazioni: “Un ottimo ristorante a Legnano che ha scelto di essere libero”. Oppure: “Questa pasticceria non chiede il Green pass per entrare e vuole farlo sapere”. 

A rendere più inquietante lo scenario, sempre su Telegram circola un’intervista video a Gianfranco Passerò. Si tratta del proprietario di un bar di Alghero in Sardegna. All’ingresso del locale ha apposto un cartello in cui il Green pass viene paragonato alla stella di David con cui si identificavano gli ebrei nei campi di sterminio.

Allora chi fa la guerra ai ristoranti che chiedono il Green pass?

Secondo un altro post di Open, questa volta del 12 aprile scorso, il gruppo Telegram @ioapro non è gestito dai promotori dell’iniziativa originale. A crearlo e a mantenerlo sarebbe il gestore anonimo del canale Telegram complottista e negazionista del Covid @LiberaEspressione

Secondo il giornale online di Mentana, si tratterebbe di “un’iniziativa parallela che ha sfruttato quella dei ristoratori per ottenere un nuovo canale per la diffusione di bufale, teorie del complotto, negazionismo sul Covid19 e propaganda NoVax da parte del canale originario @LiberaEspressione.” 

(Immagini: ANSA, Open online)