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Pizza rossini

Pizza Rossini: storia di un piatto rinnegato oggi icona di Pesaro

Pizza Rossini: come è potuta una pizza al limite del tamarro, con uova e maionese, diventare il simbolo di Pesaro
sabato, 30 Luglio 2022 di

Il mondo ha guardato con occhi diversi alla pizza Rossini da quando il pesarese Tommaso Tecchi ne ha scritto su Munchies, appendice food della rivista Vice. Cambiando per sempre la percezione della pizza con uovo sodo e maionese icona di Pesaro. 

Prima la pizza Rossini era considerata un’abiura della ragion culinaria, con dignità gastronomica pari a una pizza all’ananas. Citando Tecchi: “Quando ho mostrato una foto ad amici milanesi la maggior parte ha mimato il gesto del conato di vomito”. 

Sulla carta, in effetti, la pizza Rossini, che come tutto a Pesaro prende il nome dal baluardo del marketing cittadino, il compositore Gioacchino Rossini, risulta poco appetibile. 

Ma le cose che esistono meritano di essere comprese e, se una data forma di vita –la pizza Rossini a Pesaro– si è venuta a determinare nel tempo, allora non resta che capire perché. 

Nonostante la risposta del pizzaiolo pugliese cui Tecchi ha commissionato la pizza Rossini una volta che si trovava in Francia: “Quindi mangiate proprio di merda a Pesaro, eh?”.

Com’è fatta la pizza Rossini a Pesaro

Una pizza Rossini al taglio con abbondante maionese

Si può giustificare la perplessità di chi non è nato con questo piatto sul tavolo, ma è interessante capire perché l’apprezzamento dei pesaresi è trasversale, senza limiti di età o di estrazione sociale.

E perché il resto del mondo inizialmente storce il naso ma dopo il primo morso, con la classica espressione di sorpresa disegnata sul volto, ne chiede ancora.

La base della rossini è la stessa della pizza margherita, benché la mozzarella sia un’aggiunta recente. Con la differenza che fornai e pizzaioli della città adagiano sopra delle fette di uovo sodo e dosi massicce di maionese.

Come un condimento così naif, al limite della tamarraggine, abbia trasformato la pizza Rossini in un’icona della città adriatica al confine tra Marche e Romagna non è facile da spiegare.

Eppure la pizza pesarese è un culto locale potente quanto Valentino Rossi, la squadra di basket, il Villino Ruggeri (estroso esempio di architettura liberty che i pesaresi fingono non sia presente in altre città) e la limitrofa sfera grande di Arnaldo Pomodoro. 

Anche perché, curiosamente, al di fuori delle sbrecciate mura cittadine non si trova mica, come sanno gli “expat” pesaresi o i giovani locali in Erasmus. Sempre più abili a ricreare la pizza Rossini fuori sede grazie agli strampalati video educational sulla guarnizione ereditati dalle generazioni precedenti. 

Sapete, il verbo va diffuso. 

Persino chi è scappato da Pesaro ripudiandola perché provinciale, stagnante, mediocre in tutto, o quasi, finisce reo confesso di reiterata idolatria per la pizza dedicata al Mozart italiano.

Le 4 versioni 

Tommaso Tecchi, nel suo pezzo, ha ricondotto la dipendenza dei pesaresi dalla pizza Rossini all’esistenza di tre versioni. 

1 – La versione al taglio

La pizza Rossini nella versione al taglio

Rettangolare, proposta da ogni pizzeria di quartiere della città, anche la più improbabile. È la versione che da generazioni i pesaresi ingurgitano a chilate durante le vasche serali su è giù per via Branca, la principale via del centro. 

2 – La versione al piatto

Una pizza Rossini al piatto in versione contemporanea e extraurbana

Onnipresente nei menu dei ristoranti sul lungomare, oggi viene declinata secondo le evoluzioni gourmet della pizza in una versione con prodotti bio, presìdi Slow Food e fornitori a chilometro zero.

3 – La versione da colazione

Pizzetta rossini colazione
La pizza Rossini da colazione del Caffè Barrier di Pesaro

Una rossini in miniatura, di solito tonda, poco più grande di un CD, abbinata dai temerari al cappuccino (non una pizza ma uno stile di vita). È rossa, senza mozzarella, con una o due fette di uovo sodo al centro e, intorno, una spirale di maionese gialla.

Il dovere di aggiornamento impone di aggiungere una quarta versione a queste tre, perché l’abbinamento che fuori città farebbe passare l’appetito è diventato un must have anche nei locali che si popolano al calar del sole.

4 – La versione da aperitivo

La pizzetta Rossini in versione aperitivo

Ancora più mini di quella da colazione, la pizza Rossini da aperitivo concentra nelle dimensioni classiche della pizzetta da cocktail una fetta di uovo sodo al centro, sormontata dalla serpentina di maionese.

La storia, breve, della Pizza alla Rossini 

Preparazione della pizza Rossini

Nessun pesarese si è mai sognato di scomodare la reputazione da gran gourmet di Rossini per attribuirgli l’invenzione. Perché in realtà la storia della pizza Rossini è breve. 

Nel 1958 il valente Aldo Montesi apre la sua pasticceria nella centrale via San Francesco.  Quando Aldo muore, nel 1971, è il figlio Giorgio a tenere in vita l’attività nota soprattutto per il torrone. A questo periodo risale la nascita della pizza Rossini, pensata come pizzetta da colazione per compiacere gli amanti del salato.

È amore immediato e straripante visto che la pizzetta piace “un bel po’” (tic espressivo da pesarese doc). Eccola sconfinare dalla pasticceria ai bar cittadini per poi approdare nei ristoranti cresciuta di circonferenza.

Dove mangiarla a Pesaro 

I colori della Pizza Rossini
Estetica multicolor e arrapante per la pizza Rossini pesarese

Se il diritto di primogenitura va riconosciuto alla pasticceria Montesi, la pizza Rossini ha avuto interpreti meritevoli di essere ricordati.

Si farebbe un grave torto alla storia cittadina degli anni Settanta omettendo il nome di due pizzerie al taglio: Dino, in pista dal 1956 e Otello, dal 1958. Da menzionare per il contributo dato all’affermazione della pizza con uova sode e maionese e per il non secondario fatto di essere vive, vegete e aperte ancora oggi. 

Per la mini Rossini da colazione è meglio dimenticare pedanterie gourmet e vezzi critici. Più che un’esperienza eminentemente gastronomica è un immaginario. Un rito mascellare che si consuma con identica soddisfazione nei bar riforniti dai vari laboratori di panetteria, come nelle storiche pasticcerie di Pesaro. 

Mentre oggi chi volesse avventurarsi nella prova impegnativa di mangiare un’intera pizza Rossini al piatto, può fare affidamento sulla modernità di Farina, la migliore pizzeria della città. Il condimento si limita a qualche ciuffo di maionese tra un uovo e l’altro.

C’era una volta, in una traversa minore del decumano, è una pizzeria dall’aspetto impermeabile alle mode ma ben calata nell’humus cittadino. Riserva alla pizza Rossini un menu da Guinnes dei primati con 24 versioni diverse.

Rossiccia, variante con salsiccia della pizza Rossini
Incontro ravvicinato con la “Rossiccia” una pizza Rossini con salsiccia

Tra queste c’è anche la “Rossiccia”, variante con la salsiccia che, inspiegabilmente dato il nome sfortunato, conosce un discreto successo. 

Il Festival della pizza pesarese

Preparazione della Pizza rossini al Festival della pizza pesarese
Il Festival della pizza pesarese, la mega pizza Rossini e il sindaco Matteo Ricci intento a prepararla

Cosa può fare un sindaco smanioso di consensi e non rassegnato alla carenza cittadina di tradizioni gastronomiche spendibili, se non inventarsi una vetrina per la stravagante pizza locale?

Così da qualche anno, a rafforzare la percezione che in fondo, a Pesaro, si sta meglio che in qualunque altra provincia, c’è anche il festival dedicato alla pizza con uovo sodo e maionese.

Di scena dal 28 al 31 luglio in piazzale Matteotti, consacrerà la “Miglior Rossini al piatto”, la “Miglior Rossini al taglio” e la “Miglior Rossini a colazione” di Pesaro. 

Maionese per la pizza Rossini al Festival della pizza pesarese
Per la pizza Rossini serve molta maionese

C’è spazio anche per il concorso “Rossini Home Made” che decreterà la miglior Rossini fatta in casa. 

Non poteva mancare il “Divoratore di Rossini”: la gara che ricompensa chi mangia più pizzette Rossini. O meglio, chi, superato lo spaesamento iniziale per l’abbinamento da cavernicoli, ha il coraggio di provarci.