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Giancarlo morelli difende Cracco

Cracco, Morelli e i debiti stellati: è colpa dei clienti ignoranti?

Cracco accumula debiti nel ristorante in Galleria a Milano, Morelli lo difende. La colpa è dei clienti ignoranti che trascurano la qualità?
lunedì, 17 Aprile 2023 di

Lo chef Giancarlo Morelli ha scritto un post su Instagram in difesa del suo amico e collega Carlo Cracco, il cui ristorante stellato in Galleria a Milano ha accumulato debiti per 7,3 milioni di euro in 5 anni.

Morelli ha affermato che il passivo di Cracco è il passivo di tutti i ristoratori che fanno cucina di qualità poiché devono affrontare costi elevati e concorrenza spietata.

Il titolare e chef del Pomiroeu di Seregno ha anche criticato i clienti che non sanno apprezzare l’alta cucina e che preferiscono mangiare cibo scadente e poco igienico nei fast food o nei casottini per strada.

Lo ha fatto esprimendosi in modo poco felice: “Speravo che negli anni la gente avesse imparato a mangiare”, ha scritto su Instagram.

La frase di Morelli in difesa di Cracco ha provocato polemiche e indignazione da parte di molti utenti, che lo hanno accusato di essere arrogante e irrispettoso verso i suoi colleghi e i suoi clienti. 

Altri invece hanno difeso lo chef e imprenditore, diviso professionalmente tra i locali di Milano, Seregno e della Sardegna, sostenendo che si trattasse di una battuta o di una provocazione.

E comunque Morelli avrebbe fatto bene a difendere la sua cucina e la sua professionalità, oltre all’amico Cracco.

I debiti di Cracco difesi da Morelli

Il ristorante Pomoroeu di Giancarlo Morelli
Il ristorante Pomiroeu di Giancarlo Morelli a Seregno

La società principale dello chef stellato è la Cracco Investimenti Srl. Cracco Investimenti ha prestato senza interessi 723.000 € alla sua società controllata, la Felix srl, che gestisce il ristorante in Galleria. 

Cracco Investimenti ha dei crediti anche verso un’altra sua impresa: la Cracco Express. Cioè la società che gestisce il negozio online dell’ex giudice di Masterchef, dove si possono comprare le sue creazioni di pasticceria, i suoi libri di ricette, i suoi distillati e le sue cene nei suoi locali.

Questa è la situazione societaria di Cracco (compresi i debiti difesi da Morelli), in questo periodo protagonista su Prime Video del programma Dinner Club.

Cracco Investimenti Srl:

  • Capitale sociale: 109.000 €
  • Ricavi 2021: 600.000 €
  • Utile 2021: 250.000 €
  • Perdite 2020: -3,2 milioni di €
  • Credito verso Felix srl: 723.000 €
  • Credito verso Cracco Express: non specificato

Felix srl:

  • Capitale sociale: 4,8 milioni di €
  • Debiti complessivi: 7,3 milioni di €
  • Debiti verso fornitori: 3,1 milioni di €
  • Debiti verso banche: 3,8 milioni di €
  • Perdite totali in 5 anni: 4,6 milioni di €
  • Fatturato 2022: 4,3 milioni di €
  • Costi della produzione 2022: 4,8 milioni di €
  • Affitto del ristorante in Galleria: 1,2 milioni di € l’anno
  • Patrimonio netto 2022: 246.000 €
  • Debito verso Cracco Investimenti Srl: 723.000 €

Cracco Express:

  • Capitale sociale: non specificato
  • Ricavi 2021: 1,5 milioni di €
  • Utile 2021: 180.000 €
  • Debito verso Cracco Investimenti Srl: non specificato

Infine lo chef ha costituito la società Spice, allo scopo di gestire il ristorante Cracco Portofino. Su un fatturato di 861 mila €, le perdite ammontano a 241 mila €, a cui si aggiungono i 61 mila € di rosso dell’anno precedente.

Cosa significa mangiare bene? 

ristoranti mare sardegna
Il ristorante Phi Beach di Arzachena, in Sardegna, chef: Giancarlo Morelli

Per alcuni, al netto del parere tranchant espresso in difesa di Cracco da Morelli, si tratta di gustare piatti semplici e genuini, preparati con amore secondo tradizione. 

Per altri, si tratta di sperimentare sapori nuovi e raffinati, creati con fantasia e innovazione. 

E per altri ancora, si tratta di una questione di status e prestigio, di poter dire di aver cenato in un ristorante stellato, magari quello di uno chef famoso e televisivo.

A volte, queste diverse visioni del cibo si scontrano. Capita così che uno chef accusi i clienti di non saper mangiare, e i clienti accusino lo chef di essere arrogante e caro.

I prezzi di Cracco in Galleria, ripasso per Morelli

Cracco menu degustazione
Il menu degustazione da 200 € del ristorante Cracco in Galleria

I prezzi del ristorante di Cracco in Galleria, ovviamente, riflettono la fama dello chef e del posto. Nelle salette che accolgono i clienti tra stucchi, affreschi e opere di Fontana e Pomodoro il menu degustazione da 10 portate viene proposto al prezzo di 200 € a persona. 

Mentre i singoli piatti oscillano tra i 75 € dell’Astice alla catalana verde e i 42 € del dessert ai tre cioccolati.

Un conto salato che ha fatto insorgere numerosi commentatori del post pubblicato da Giancarlo Morelli su Instagram, in difesa dell’amico Cracco.

I prezzi elevati del ristorante in Galleria rendono impossibile per la maggior parte delle persone permettersi una cena da Cracco. “È colpa mia il passivo di Cracco? –ha scritto un utente in risposta a Morelli– Io prendo mille euro al mese e ne pago 450 per una stanza, come ci vado a mangiare un menu da 200 euro?”. 

Altri commenti hanno sottolineato il divario tra la realtà economica della classe media e le aspettative di Cracco.

È colpa dei clienti ignoranti?

Cracco ristorante galleria

Ma chi ha ragione in questa storia? È davvero colpa degli italiani se il ristorante di Cracco ha accumulato i debiti difesi da Morelli? O c’è qualcosa di più profondo dietro questa controversia?

La verità è che si tratta di una questione di priorità, gusti e opportunità. Non tutti possono permettersi una cena da 200 euro o più, ma questo non significa che non sappiano mangiare bene o che non amino la buona cucina. 

Allo stesso modo, non tutti quelli che vanno al fast food lo fanno per pigrizia o ignoranza, ma magari per comodità o necessità.

Il problema non è la cultura gastronomica degli italiani, ma la comunicazione tra gli chef e il pubblico. 

Gli chef dovrebbero essere più umili e comprensivi, cercando di avvicinare le persone al loro tipo di ristorazione senza snobbarle o giudicarle. 

Il pubblico dovrebbe essere più curioso e aperto, cercando di scoprire le storie, le emozioni –e i costi– che si celano dietro ogni piatto.